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Notiziario Marketpress di Venerdì 22 Febbraio 2013
 
   
  MILANO (PICCOLO TEATRO GRASSI): “UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO” - LA LETTURA PSICOANALITICA DI ANTONIO LATELLA - IL CAPOLAVORO DI TENNESSEE WILLIAMS IN SCENA CON LAURA MARINONI E VINICIO MARCHIONI - DAL 5 AL 24 MARZO 2013

 
   
  Arriva al Piccolo Teatro Grassi, dal 5 al 24 marzo, Un tram che si chiama desiderio, rilettura in chiave psicoanalitica del capolavoro scritto da Tennessee Williams nel 1947, firmata da Antonio Latella, con Laura Marinoni e Vinicio Marchioni nei tormentati ruoli di Blanche e Kowalsky. Lo spettacolo, che dal suo debutto a oggi ha riscosso un caloroso successo di pubblico e critica e ha raccolto una ricca messe di premi (Premio Hystrio e Premio Ubu alla regia, Premio Hystrio all’interpretazione e Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni, Premio Le Maschere del Teatro e Premio Ubu come miglior attrice non protagonista a Elisabetta Valgoi) segna la prima collaborazione del regista con Emilia Romagna Teatro Fondazione e rappresenta una nuova tappa della sua ricerca sull’America. Del testo ‘culto’, noto al grande pubblico grazie al lungometraggio di Elia Kazan e ormai identificato con la rude giovinezza di Marlon Brando, Antonio Latella offre una visione nuova, concentrandosi sulla scena finale in cui Blanche rivive l’intera vicenda a ritroso come in una seduta di analisi. “Gli spettatori”, spiega Latella, “vedranno l’intero dramma accadere nella testa di Blanche. Credo che da questa prospettiva il testo possa assumere una dimensione contemporanea: la sua mente diventa il luogo dell’azione, lo spazio scenico (…) La scena è colma di oggetti quotidiani: un tavolo, un frigorifero, una sedia, un letto. Per me era importante ricostruire l’ambiente domestico e poi trasformarlo in ambiente psichico: gli oggetti in scena sono memoria di se stessi, hanno perso la loro funzione d’uso per diventare proiezioni della mente di Blanche. Per questa ragione gli oggetti non ricevono luce ma illuminano, non subiscono il dramma ma contribuiscono a diffonderlo. Annelisa Zaccheria ha svolto un lavoro straordinario trasformando la casa in un labirinto della mente, al centro del quale ha posto un faro da 5000 watt che sovraespone costantemente la protagonista. In questo senso, la scenografia diventa drammaturgia, drammaturgia del pensiero.” Latella si confronta con ironia con l’interpretazione storica di Brando: fa indossare al suo Stanley magliette con il volto del divo hollywoodiano, circonda la fragile Blanche di musiche rock, con uno sguardo più simile a Lars Von Trier che non a Tennessee Williams. Una trasposizione che non tradisce la sensibilità dell’autore americano, gettando lo spettatore in un isterico disagio, popolato da riflessioni sull’angoscia della solitudine, sull’incompiutezza del senso dell’esistenza e sull’accettazione di sé. Info: www.Piccoloteatro.org  
   
 

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