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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Marzo 2013
 
   
  “COMBATTERE IL CANCRO? INSIEME SI PUÒ. UN RACCONTO CHE INVITA A NON MOLLARE MAI”

 
   
  Roma, 11 marzo 2013 - “Mamma ha il cancro ma fa la marmellata”, è il nuovo libro della scrittrice esordiente Silvana Feola, pubblicato dalla casa editrice Montedit e uscito nel settembre del 2012. E’ il tenero racconto di una figlia che combatte insieme alla sua famiglia la battaglia della mamma, afflitta da un tumore al seno. Perché “..Il cancro non è solo di chi ce l’ha, ma anche di chi gli vive accanto”. Non è un racconto di eroi ed eroine, ma la storia semplice di una donna comune alla quale viene diagnosticato un cancro al seno e della sua voglia di reagire a smarrimento e preoccupazioni con ottimismo e determinazione. E’ la storia della sua famiglia che cade insieme a lei nel gorgo della paura ma poi riemerge con caparbietà e combatte al suo fianco nella consapevolezza che restando uniti ci si sente più forti. La novità di questo libro è che la vicenda non è narrata dalla paziente o da un medico che la cura, ma dalla figlia, una donna talmente in simbiosi con sua madre, da pensare che quel giorno è come se il cancro sia venuto anche a lei, e che si aggrappa a stravaganti contorsioni mentali e buffi stratagemmi per liberare entrambe dalla melma dell’avvilimento e camminare sorridendo lungo la via della sopravvivenza. Ecco perché il libro è rivolto anche a quell’esercito silenzioso di figli, genitori, fratelli e sorelle, che lottano insieme ai loro famigliari, vivendo le stesse paure, affrontando le stesse battaglie, nutrendosi delle stesse speranze. Non è la tipica storia di cancro, in cui sofferenza e disperazione si annidano tra esami istologici e chemioterapia. E’ soprattutto una testimonianza di forza e coraggio in cui l’amaro si perde nel dolce e il duro si ammorbidisce nel tenero. Una vicenda in cui il drammatico a tratti diventa comico, perché si comprende presto che solo l’ironia può aiutare ad affrontare serenamente una prova così difficile come la malattia. Perché leggere questo libro? 1. Per comprendere che chi ha il cancro non è un morto che cammina, ma un malato che sopravvive, per tornare a vivere. Non è detto che un tumore sia l’inizio della fine, ma può essere semplicemente un nuovo inizio, che se per tutti comincia male, per molti può anche finire bene. Bisogna lavorare non solo sul corpo e le sue ferite, ma anche sull’anima e le sue piaghe. E ciò che conta davvero non è il numero di anni in più che si riescono a guadagnare, ma il modo in cui si riescono a vivere, trasformando un momento di sconforto in un’occasione di rinascita. 2. Per confidare in una sanità veramente “sana”, perché anche negli ambienti ospedalieri, fra una seduta di chemio e una visita di controllo, fra le corsie dei reparti o tra i trespoli delle flebo, è possibile trovare sorrisi e umanità. 3. Per la prevenzione. Perché in certi casi è la più efficace arma per sopravvivere. In certi casi, è la sola arma.  
   
 

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