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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Marzo 2013
 
   
  TORINO, DONNE E LAVORO: OCCUPAZIONE PIÙ STABILE MA MENO QUALIFICATA I RISULTATI DI UN’INDAGINE DELL’OSSERVATORIO PROVINCIALE SUL MERCATO DEL LAVORO

 
   
   Torino, 11 marzo 2013 - Le donne “pagano” di più la crisi in ambito occupazionale: non tanto in termini di domanda di lavoro femminile quanto in qualità del lavoro. E’ quanto emerge da un’analisi condotta dall’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro, che è stata presentata nella sala Consiglieri di Palazzo Cisterna in occasione dell’incontro Donne, lavoro e conciliazione, promosso dalla Provincia di Torino in occasione della Giornata internazionale delle donne. L’osservatorio ha analizzato la domanda di lavoro femminile fra il 2008 e il 2012, per capire come è mutata dal punto di vista quantitativo e qualitativo in questo quadriennio, partendo da un analogo lavoro fatto nel 2011. Dall’analisi, emerge che il lavoro femminile è piuttosto dinamico e che dal 2008 ad oggi la domanda di lavoro femminile si è ridotta in proporzioni stabilmente inferiori rispetto a quella degli uomini. Infatti, se gli uomini hanno visto passare gli avviamenti al lavoro dai 196.414 del 2008 ai 151.084 del 2012 (circa il 23% in meno ), le donne hanno fatto registrare una contrazione di circa 27.000 unità, da 221.064 a 194.371 contratti (-12%). Il Volume di lavoro attivato (Vola) è invece passato da 101.782.000 a 52.301.000 giornate lorde (-49%) per gli uomini e da 81.589.000 a 46.157.000 giornate (-43%) per le donne. Tuttavia se l’occupazione femminile “tiene” un po’ più di quella maschile, la qualità (tipologie di contratti sottoscritti e loro durata media) è peggiorata più di quella degli uomini: se per entrambi il ricorso al contratto a tempo indeterminato subordinato cala in uguale misura di 6 punti percentuali (dal 15% al 9% per le donne e dal 20% al 14% per i maschi), la minore durata media dei contratti a tempo determinato cala di più per le lavoratrici: 22% (da 168 a 131 giorni) a fronte del 18% per gli uomini (da 214 a 175 giorni). Il trend dell’anno in corso conferma insomma quanto già individuato dalle ricerche precedenti, ma l’analisi dell’Osservatorio valuta anche quali sono i settori in cui le donne sono più impiegate: in testa ovviamente il terziario e inparticolare il lavoro domestico con il 90% dei contratti sottoscritti, i servizi generali con l’83%, l’istruzione, la sanità e la pubblica amministrazione (rispettivamente l’82%, il 79% e il 67% dei contratti), il commercio con il 67%, le attività finanziarie e assicurative (61%), gli alberghi e i ristoranti (58%). Si sa che le donne sono presenti in modo significativo nelle professioni ad alta qualificazione, ma non nelle posizioni di tipo dirigenziale. Il dato curioso è prò quali sono i settori in cui sono più “svantaggiate e meno richieste: in particolare l’Ict e i media, il settore bancario-assicurativo e lo spettacolo. “Si tratta di risultati da valutare con prudenza” spiega Giorgio Vernone responsabile dell’Osservatorio provinciale sul lavoro “E’ difficile spiegare gli scarti negativi. Se si esclude il manifatturiero, non si vedono particolari ragioni per cui le donne debbano accedere più difficilmente alle professioni ad alta qualificazione nel commercio, nell’assistenza sociale e ancora più difficilmente nell’Ict e nei media, nelle banche e assicurazioni e nelle attività culturali e dell’intrattenimento. Su questo faremo approfondimenti specifici”. “Le potenzialità delle donne sono un´occasione di sviluppo per tutto il paese” ha commentato l’assessore provinciale alle politiche di cittadinanza attiva e di pari opportunità Mariagiuseppina Puglisi “Dobbiamo lavorare, come istituzioni e come persone, affinché questo patrimonio di capacità sia valorizzato. L´europa non si può permettere di avere le casalinghe più colte e istruite del mondo” L’incontro Donne, lavoro e conciliazione, è infatti proseguito con gli interventi di Cristina Romagnolli, dirigente del servizio coordinamento dei Centri per l’impiego che ha presentato “I servizi dei Centri per l’Impiego della Provincia di Torino rivolti alle donne”; Maria Braia che è intervenuta su “La riforma del mercato del lavoro e le donne: nuovi strumenti per conciliazione e occupazione”; mentre Chiara Arduino, vicepresidente del Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazione, ha presentato l’attività dei Cug . Per stimolare il dibattito, Alessia Rossi e Lara Colombo del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino hanno chiuso il programma con un intervento su "Stimoli e racconti intorno alla conciliazione tra lavoro e famiglia". Per un´approfondimento: http://www.Provincia.torino.gov.it/speciali/2013/giornata_donna/    
   
 

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