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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Aprile 2013 |
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AGRICOLTURA: LE NUOVE PROSPETTIVE PER LA ZOOTECNIA UMBRA. IN DIRITTURA D’ARRIVO IL NUOVO PIANO ZOOTECNICO REGIONALE
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Perugia - “Una zootecnia, che
faccia della trasparenza delle sue pratiche, dell’attenzione ad una
sostenibilità ambientale che comprenda il “benessere animale”, della qualità
dei prodotti, gli elementi essenziali della sua azione”, è questo l’obiettivo
del nuovo Piano regionale zootecnico delineato oggi, mercoledì 27 marzo,
dall’assessore alle politiche agricole Fernanda Cecchini alla riunione
dell’apposito tavolo regionale. Il documento, alla luce della discussione
odierna, sarà oggetto di un ulteriore approfondimento dedicato al tema della
compatibilità ambientale da compiere insieme all’assessore regionale
all’ambiente Silvano Rometti e poi, nel prossimo mese di aprile, sarà pronto
per essere discusso in Consiglio regionale dalla competente commissione. “Una
questione di fondo, ha sottolineato l’assessore Cecchini, è la sostenibilità
ambientale, che negli ultimi anni, con l’evolversi delle consapevolezze e delle
sensibilità sui temi dell’“economia verde”, ha assunto un ruolo centrale. In
Umbria non c’è un allarme ambientale per il carico zootecnico. Si tratta però
di rendere “ecocompatibili e sostenibili”, attraverso opportune soluzioni
tecnologiche e gestionali, alcune situazioni di particolare concentrazione, e
di applicare al tempo stesso alle produzioni e ai suoi impatti un adeguato
sistema di monitoraggio, in una visione integrata della tutela ambientale (si
pensi al Piano della Tutela delle Acque)”.
“Tanto più oggi, ha aggiunto
l’assessore, in tempi di crisi economico-finanziaria incerti per tutti, che
vedono la zootecnia fra i comparti più colpiti dal nuovo corso dei mercati
agricoli, assai più esposti che in passato alle fluttuazioni (anche pesanti)
dei prezzi. Una situazione di crisi, che sottolinea ancora di più la necessità
di dotare gli agricoltori di adeguati strumenti di protezione. In una logica
senz’altro diversa dal passato, in linea cioè con l’obiettivo di
“liberalizzare” i mercati, ma comunque in grado di “proteggere” agricoltori e
territori”.
Anche in Umbria, si sono
verificati consistenti mutamenti strutturali. Rispetto al 2000, le aziende
zootecniche si sono ridotte del 56 per cento, in un quadro di riduzione del
complesso delle aziende agricole di circa il 30 per cento (un dato comunque
inferiore alla media rilevata in Italia). Sono i dati delle prime analisi del
Sesto Censimento Generale dell’Agricoltura. Secondo l’indagine, l’allevamento
bovino (praticato da 2 mila 687 aziende, di cui 81 “biologiche”) si conferma,
con il suo 54 per cento del totale, il più diffuso. Gli allevamenti suini sono
l’87 per cento in meno, solo 14 quelli “biologici”, ma aumenta (segno evidente
di una “specializzazione”) il numero medio dei capi per azienda (250). In
nettissima contrazione l’allevamento avicolo (-93 per cento), con un calo,
rispetto ai capi, del 38 per cento.
Ed è in questo scenario che si
colloca il nuovo Piano Zootecnico, che la giunta regionale ha costruito
avvalendosi anche della consultazione e della partecipazione delle imprese e
delle organizzazioni professionali agricole. Il Piano consente di tracciare una
diagnosi precisa del comparto: la contrazione dei capi allevati, la drastica
riduzione del numero delle imprese è interpretabile come una
“professionalizzazione” di tutto il comparto (che ha preferito puntare su una
“dimensione media” degli allevamenti economicamente sostenibile), di pari passo
con la riduzione delle cosiddette “agricolture residuali”.
“Qualità certificata”, secondo quanto
prescritto dalle nuove norme comunitarie, ma anche richiesto dagli standards
della grande distribuzione; maggiore formazione degli addetti; polifunzionalità
ed economie di scala dei servizi connessi con l’allevamento (come la rete di
macellazione), in grado di ridurre i costi; “filiere corte”, che possano
contare sullo stesso livello di tecnica e di assistenza presente in azienda;
valorizzazione mirata dei prodotti regionali: sono queste le indicazioni di
marcia che vengono dal Piano zootecnico.
“Occorrono sempre più imprese di
qualità, ha affermato l’assessore Cecchini, sostenute sia da un sistema
normativo adeguato, sia da una organizzazione efficiente, sul piano della
logistica e dei servizi, in un quadro che guardi al contesto nazionale ed alle zootecnie
limitrofe (come Toscana e Marche). Ed occorre soprattutto una
imprenditorialità, che sappia servirsi efficacemente degli strumenti di
modernizzazione messi in campo dalle istituzioni pubbliche, dell’innovazione e
dei risultati della ricerca scientifica, per farne un decisivo fondamento della
propria azione. Qualità e innovazione sono le parole d’ordine del processo di
modernizzazione del settore zootecnico in Umbria, che abbia i suoi punti di
forza nella compatibilità e tutela ambientale (alle quali possono contribuire
anche le recenti normative di sostegno alla produzione di “energie rinnovabili”
applicate al settore), negli interventi per il “benessere degli animali” e
nelle opportunità offerte dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale, in termini di misure
e risorse da destinare alla zootecnia”.
“L’umbria si trova di fronte al
bivio di un futuro non privo di difficoltà per le attività zootecniche, ma che
può costituire anche e soprattutto una grande opportunità, ripensando il
sistema e dotandolo degli strumenti necessari per far fronte alle sfide della
modernità e dello sviluppo. Il Piano Zootecnico regionale, ha concluso
l’assessore Cecchini, nasce con l’obiettivo di fornire ai protagonisti, le
imprese e gli allevatori, gli strumenti di cui hanno bisogno per sviluppare al
meglio idee, capacità e reddito, nella consapevolezza che il loro lavoro, come
quello di tutti gli agricoltori, contribuisce all’economia regionale e,
soprattutto, alla tutela di quel paesaggio frutto secolare di attività, che
hanno fatto “verde” l’Umbria, rendendola inimitabile per le sue campagne, per i
suoi prodotti e per i valori etici ed estetici legati alla vita dei campi”.
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