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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Aprile 2013 |
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ASSESSORE VENETO ALLA BOCCONI: “SENZA LA RIFORMA DEL FEDERALISMO FISCALE E CON FISCAL COMPACT L’ITALIA RISCHIA DI IMPLODERE”
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Venezia, 2 aprile 2013 -
“Con lo spettro del Fiscal Compact che incombe sugli italiani, dopo
salvataggi come quelli visti a Cipro, e soprattutto dopo due anni in cui lo
Stato ha imposto una drastica cura dimagrante al decentramento, è difficile immaginare
spazio per recuperare risorse da destinare a settori non essenziali”. Invitato
a parlare il 27 marzo all’Università Bocconi di Milano, in un convegno dedicato
al futuro del terzo settore, l’assessore al bilancio della Regione del Veneto,
Roberto Ciambetti, è stato molto chiaro su difficoltà e limiti della fase
attuale.
In un articolato intervento, Ciambetti ha dimostrato, numeri alla mano,
che “le manovre degli ultimi due anni hanno colpito i contribuenti, gli enti
previdenziali, Regioni e Comuni. L’amministrazione centrale statale – ha
sottolineato – ha contribuito con un modesto 4% alle manovre e dunque se oggi
si vuole recuperare qualcosa bisogna incidere proprio sullo Stato. I dati,
invece, dimostrano che mentre Regioni ed Enti locali sono costretti a limare
persino i servizi essenziali, lo Stato in alcuni campi dilata ancora le sue
spese improduttive e il debito pubblico cresce”.
“Inoltre, in termini anche temporalmente brevi – ha continuato
Ciambetti –, è possibile incidere nei limiti del patto di stabilità che oggi è
ingiusto e viola il principio dell’uguaglianza dei cittadini: veneti, lombardi,
emiliani, ma anche toscani e marchigiani, hanno un tetto di spesa ben lontano
dalla media nazionale e così in altre regioni l’ente pubblico può spendere
molto più di quanto spendiamo noi. Lo scandalo dei ritardi nel pagamento delle
imprese deriva anche da questo scalino: le imprese sono concentrate in quelle
regioni dove il Pil deriva
dall’industria e dall’economia reale e non è basato sul pubblico impiego, cioè
proprio in quelle regioni dove il patto di stabilità è ben più pesante rispetto
al resto d’Italia”.
L’assessore veneto ha poi rilanciato il tema del federalismo fiscale,
“unica strada per riuscire a recuperare risorse, costringendo la classe
dirigente di quelle aree del Paese che oggi vivono essenzialmente sul
trasferimento di fondi pubblici a cercare nuove strade e uscire dalla
dipendenza dell’assistenzialismo. “Con questo non voglio dire che regioni come
il Veneto debbano stare ferme – ha precisato –: noi stiamo giungendo alla fase
finale di un lungo percorso, che oggi ha iniziato a dare i suoi frutti,
inaugurato lo scorso anno per la riorganizzazione del territorio,
l’aggregazione dei servizi e le funzioni associate di più Comuni. Non è
pensabile, infatti, la gestione atomizzata dei servizi pubblici in oltre 500
Comuni. Entro la metà di aprile, poi, dovremmo avere pronto il nuovo piano di
dimensionamento territoriale, con i bacini ottimali per l’aggregazione di
servizi: si tratta di una svolta epocale”.
“Ma senza una riforma credibile dello Stato – ha ribadito, concludendo,
Ciambetti – non si andrà da nessuna parte: l’immagine di Ugo la Malfa, che
descrive un’Italia che ha testa e mente fredda in Europa ma buona parte del
corpo immerso nel Mediterraneo e i piedi al caldo, è oggi più che mai
azzeccata. Ma questi squilibri, che non sono solo termici, non sono più
sopportabili”.
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