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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Aprile 2013
 
   
  UN NUOVO ACCORDO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE

 
   
  Parma, 2 aprile 2013 – Si rinsalda il patto contro le discriminazioni di genere tra Consigliere di parità provinciali e Direzione territoriale del lavoro. Dopo la firma di un protocollo ad hoc nel 2010, ora quell’accordo viene rivisto alla luce delle novità normative introdotte dalla Riforma Fornero e sfocia in un nuovo protocollo, siglato il 27 marzo in Provincia. L’intesa, in piena continuità con quella del 2010, mira a favorire la piena applicazione della normativa in materia di parità e di pari opportunità tra uomo e donna, per prevenire e rimuovere ogni forma di discriminazione di genere; rafforza la collaborazione fra Consigliere di parità provinciali e Direzione territoriale del Lavoro; accelera i passaggi e le procedure e, quindi, garantisce risposte pronte alle lavoratrici e ai lavoratori in difficoltà. Al centro dell’accordo, in particolare, il fenomeno delle dimissioni delle lavoratrici nel primo anno di età del figlio, fenomeno che si punta a prevenire e scongiurare: l’intento è quello di accertare la spontaneità delle dimissioni da convalidare e l’effettiva volontà della lavoratrice, informandola anche sui propri diritti e sulla normativa in materia di pari opportunità e tutela antidiscriminatoria. “È un’ulteriore iniziativa a tutela del lavoro delle donne sul nostro territorio: una sinergia forte tra Ufficio della consigliera di parità e Direzione territoriale del lavoro affinché le donne non perdano il lavoro. La riforma Fornero ha introdotto alcune novità: ad esempio il periodo protetto, cioè il periodo in cui le donne non possono essere licenziate dal mondo del lavoro, non possono uscire dal mondo del lavoro, è stato aumentato a tre anni dalla nascita del figlio. Questo comporta la necessità di trovare molta flessibilità da parte dei datori di lavoro, affinché vadano incontro alle esigenze di cura e di conciliazione di tempi di vita e tempi di lavoro delle donne. Noi sappiamo che nel momento del rientro al lavoro dopo la maternità ci sono moltissime discriminazioni, di vario tipo: questo protocollo è uno strumento in più per far sì che le donne possano essere tutelate”, ha spiegato poco prima della firma la consigliera di parità provinciale Cecilia Cortesi Venturini, che ha poi aggiunto: “I dati della Direzione territoriale del lavoro dicono che ogni anno più di 200 donne fuoriescono dal mondo del lavoro nel primo anno di maternità, per una serie di motivi: in pochissimi casi si tratta di una scelta davvero volontaria, dettata dal desiderio di rimanere di più con i propri figli e di dedicarsi alla loro cura. Per questo è necessario sondare la reale volontà delle donne, e tutelarle il più possibile”. “Protocollo che ha seguito la strada giusta” anche per Tiziana Mazzeo, responsabile del Servizio Politiche del lavoro della Direzione territoriale del lavoro. “È importante sottolineare l’importanza di questo protocollo, che permette in un momento così difficile di tenere l’occhio vigile sulle donne, che sono le più colpite dalla crisi ma hanno tante risorse e tante competenze da far valere nel mondo del lavoro. Tutto questo anche in virtù di una recente norma che permette la certificazione delle competenze acquisite anche nella vita privata”, ha commentato, facendo riferimento all’entrata in vigore del dlgs 13/2013 in materia di sistema nazionale di certificazione delle competenze. Pieno l’appoggio della Provincia: “Questa intesa rappresenta un punto importante della collaborazione tra istituzioni per il lavoro delle donne. Sostenere il lavoro delle donne in questo momento è una delle azioni più importanti che si possano fare per aiutare il nostro paese a stare meglio e incamminarsi su un sentiero di ripresa da una situazione economica e sociale molto difficile”, ha spiegato l’assessore alla Formazione professionale e alle Politiche attive del lavoro Manuela Amoretti. “È ormai un dato di fatto – ha aggiunto - che dove il tasso di occupazione femminile è più alto il pil cresce. E che dentro al mondo delle donne che chiedono di lavorare, o di rientrare nel mondo del lavoro, c’è un enorme giacimento di saperi, competenze, esperienze: un giacimento che non può restare inutilizzato, perché di quei saperi, di quelle competenze e di quelle esperienze, il nostro paese ha bisogno. Bisogna mettersi ben in testa, infatti, che la lotta alle discriminazioni è importante non solo perché significa combattere contro un’ingiustizia, ma anche perché significa lavorare per una prospettiva positiva e di crescita”. Il protocollo in dettaglio Diverse le azioni d’intervento previste, che in buona parte confermano quelle della precedente intesa. Le principali: - nel caso di denuncia di discriminazioni, la verifica ispettiva verrà effettuata entro 7 giorni lavorativi dalla ricezione della richiesta di intervento da parte dei Servizi ispettivi, per favorire una rapida acquisizione, da parte delle Consigliere di Parità, di dati e riscontri sui fatti denunciati; - in caso di vertenze che vedano coinvolte donne che ritengono di avere subito discriminazioni di genere, la Direzione territoriale del lavoro si impegna a creare una corsia preferenziale riducendo i tempi di discussione della vertenza nella Commissione di Conciliazione istituita, e riconosce la facoltà della lavoratrice stessa di avvalersi dell’assistenza delle Consigliere di parità nelle procedure conciliative; - nell’ambito della procedura di convalida delle dimissioni delle lavoratrici/lavoratori, il funzionario ispettivo provvede a informare la persona in merito alla necessità di rivolgersi anche alla Consigliera provinciale di Parità per la convalida delle dimissioni rassegnate entro il primo anno di nascita del figlio. Il colloquio è utile per accertare la reale volontà e soprattutto la spontaneità delle dimissioni. La Consigliera di Parità, investita nel più breve tempo possibile della questione dalla Direzione territoriale del lavoro, riceverà per un colloquio la/il dichiarante per accertare la spontaneità delle dimissioni da convalidare e l’effettiva volontà della persona. Il protocollo, che ha validità di tre anni, prevede inoltre che la Direzione territoriale del lavoro fornisca periodicamente, e comunque ogni 3 mesi e alla fine di ciascun anno, alle consigliere di Parità i dati statistici disaggregati per genere relativi al contesto provinciale, e i dati su licenziamenti/dimissioni di madri in periodo protetto. La Direzione territoriale del lavoro informerà le Consigliere di Parità di tutti i tentativi obbligatori di conciliazione incentrati su supposte discriminazioni di sesso (ad esempio: licenziamenti in periodo di tutela per maternità o matrimonio, vertenze su diritti legati alla maternità o ai congedi parentali, demansionamento etc.). La Direzione territoriale del lavoro e le Consigliere di parità si impegnano a promuovere azioni positive per favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori. Si impegnano poi a collaborare con l’Assessorato alle Politiche attive del lavoro e formazione professionale della Provincia per favorire il reinserimento delle donne estromesse dal mercato del lavoro per licenziamento o dimissioni, oppure lontane dallo stesso mondo del lavoro a causa di problematiche familiari o della crisi economica. L’accordo prevede inoltre: - iniziative di formazione congiunte tra Consigliere di parità e Direzione territoriale del lavoro - la presenza della Consigliera di parità all’Unità operativa Politiche del lavoro e autorizzazioni al lavoro della Direzione territoriale del lavoro, per 2 ore la settimana, il venerdì; - il raccordo con il Servizio ispezioni del lavoro, con riguardo alle denunce presentate dalla Consigliera che devono essere seguite con particolare riguardo; - la trasmissione periodica alla Consigliera dei dati statistici inerenti le donne (licenziamenti- dimissioni- vertenze ecc.) da parte della Direzione territoriale del lavoro. I firmatari si impegnano infine a riunirsi con cadenza almeno annuale, per un opportuno scambio di informazioni e per coordinare le rispettive attività di repressione e disincentivazione delle forme di discriminazione di genere nei luoghi di lavoro, e a promuovere la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con i comuni capo-distretto della provincia per coinvolgere i poli assistenziali dei singoli comuni.  
   
 

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