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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Aprile 2013
 
   
  PAVIA, I DATI ECONOMICI DEL IV TRIMESTRE 2012

 
   
  Pavia, 2 aprile 2013 - L’italia chiude il 2012 con un crollo della produzione industriale del 6,6% e la provincia di Pavia segue l’andamento registrando, nel quarto trimestre dell’anno, una diminuzione dello 0,9%, nella variazione congiunturale della produzione manifatturiera ed una flessione su base annua del 5%. Questo il quadro economico dipinto dall’analisi congiunturale trimestrale dell’industria manifatturiera pavese, realizzata dall’Ufficio Studi di Camera di Commercio in collaborazione con Unioncamere Lombardia, Regione Lombardia, Confindustria e Associazioni Artigianato su un numero rappresentativo di imprese del settore, che mostra una dinamica dei livelli produttivi ancora pesantemente negativa e in peggioramento rispetto al rallentamento del calo evidenziato nel trimestre precedente. Torna ad acuirsi la crisi e si prolunga la fase recessiva iniziata nella nostra provincia nel primi mesi del 2012: dopo un terzo trimestre in cui la caduta dell’attività produttiva sembrava in frenata –probabilmente anche per i consueti problemi di destagionalizzazione, già osservati nei trimestri estivi degli scorsi anni- lasciando sperare in una decelerazione nei ritmi di discesa a cui doveva seguire l’agognata inversione di tendenza, gli ultimi mesi dell’anno sono stati contraddistinti da segnali meno incoraggianti. Indici - I dati non sono confortanti: l’indice grezzo, che misura il volume della produzione, subisce l’effetto “cumulo” dei diversi cali sofferti e continua il processo di discesa iniziato nel terzo trimestre dello scorso anno, giungendo a quota 90,13. Anche il dato medio annuo registra una variazione negativa di oltre 4 punti percentuali e approda a 91,25, riportando l’economia pavese indietro di tre anni, quasi ai valori critici della crisi 2008-2009, confermando, se mai ce ne fosse ancora bisogno, della pesante stagnazione in corso. Raffronti regionali - La dinamica pavese per il trimestre di riferimento risulta più negativa di quella regionale che ha registrato un rallentamento tendenziale dell’1,3% e un dato congiunturale addirittura positivo (+0,7%). La dimensione territoriale offre tuttavia una serie di segni negativi con l’unica eccezione del dato trimestrale tendenziale della provincia di Lodi, mentre la variazione annuale è stata negativa in tutte le province. Anche in questo caso Pavia evidenzia performances peggiori rispetto alla media lombarda (-3,7%) e con una variazione media annua pari a -4,2% rimane quartultima nella classifica regionale, seguita solo da Brescia (-4,4%), Bergamo (-4,4%) e Lodi (-5,1%). Fatturato - La situazione di strutturale di criticità della produzione trova conferma nel dato relativo al fatturato, che negli ultimi mesi dell’anno scende di quasi 2 punti percentuali, messo a dura prova dalla progressiva contrazione del mercato interno (-2,6%) e aggravato, su base annua, dalla debolezza dell’apporto dei mercati esteri (-0,9%) incapaci a sostenerlo. Se si considera la variazione media dell’anno, la contrazione della produzione, rispetto al 2011, si attesta, a Pavia, a -4,2%, il fatturato perde il 3,2% e il portafoglio ordini diminuisce di del 2,4% per lo più nella componente interna (-2,8%) mentre si contiene la perdita di commesse estere (-1,1%). Il contesto recessivo risulta tuttavia meno grave se confrontato con il trimestre precedente. In questo caso il valore della produzione migliora attestandosi a -0,9% con una dinamica delle vendite che segnala addirittura timidi segnali di ripresa soprattutto negli ordinativi interni che ritornano positivi(+0,23%). Ordini esteri - Sostanzialmente stabili gli ordini esteri (-0,46%), appesantiti probabilmente dalla recessione dell’Eurozona, che fanno scivolare il fatturato in una perdita contenuta in qualche decimo di punto. Indice della necessità assoluta dell’export per le nostre imprese. In questa ottica, la percentuale del fatturato esportato sembra risalire la china guadagnando quasi un punto percentuale nel trimestre e attestandosi a quota 23,5%. Anche gli indicatori economici puntano nella medesima direzione. Sono aumentate le ore lavorate ed è diminuito lo stock di scorte, sono aumentati i giorni di produzione assicurata e il tasso di utilizzo degli impianti è risalito. Livelli occupazionali - Permane invece il calo dei livelli occupazionali. La continua contrazione dei livelli produttivi preme sull’occupazione che arretra, nell’ultima frazione dell’anno, dell’1,1% su base trimestrale a causa delle minori entrate. La flessione è più marcata nelle imprese al di sotto dei 50 addetti (-2,5%) e, a conferma della situazione difficile sul versante lavoro, si osserva una ripresa del ricorso alla cassa integrazione guadagni documentata dall’incremento della quota di aziende che ha utilizzato ore di Cig nel quarto trimestre (38,2%) nonché della quota di ore di Cig sul monte ore trimestrale (5,2%). Anche in questo caso sono le piccole imprese a fare maggiormente ricorso agli ammortizzatori sociali (11,3%).  
   
 

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