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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 03 Aprile 2013 |
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CLIMA, VENETO: FASE IMPORTANTE PER RICARICA FALDE IDRICHE
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Venezia, 3 aprile 2013 - “Il protrarsi delle nevicate in montagna
presenta molti aspetti positivi, che non riguardano solamente il lato turistico
e ricreativo. Infatti continuano a riempirsi di neve quei grandi contenitori
che sono i bacini montani, che durante l’estate ritorneranno indietro l’acqua,
accumulata in forma solida, ai nostri fiumi e alle falde idriche”. E’
l’assessore regionale all’ambiente e al ciclo dell’acqua Maurizio Conte a porre
l’accento su un aspetto importante dell’attuale fase climatica che, seppure
nominalmente primaverile, non lo è ancora dal punto di vista meteorologico.
“Tuttavia – fa presente Conte - la neve in montagna non è poi un
fenomeno così strano. Al di la del sensazionalismo di Tv e giornali e della
forzata spettacolarizzazione degli eventi atmosferici, quello che è successo in
questo periodo pasquale non ha i caratteri di un evento eccezionale. Il
territorio veneto si trova in un’area geografica caratterizzata da una estrema
variabilità climatica come ci confermano gli andamenti termici e pluviometrici
recenti e passati. Ad esempio la stagione 2000 – 2001 ha visto abbondanti
nevicate e la neve, conservatasi in gran parte sulle montagne per l’intera
estate, ha arricchito le riserve idriche dei nostri fiumi. Ma a questo ha fatto
seguito un’estate, quella del 2003, tra le più calde della storia climatica
recente, che ha sprecato gli accumuli gelati precedenti. Tutto questo ci dice
che non è possibile fare previsioni certe perché le variazioni del clima
seguono cicli temporali lunghi”.
“In ogni caso – conclude Conte - stiamo assistendo oggi ad una fase di
sensibile modifica del clima le cui cause forse non sono attribuibili solo al
famigerato incremento dell’effetto serra. Tra le varie prove del cambiamento,
una è fornita dalla riduzione dei ghiacciai alpini che ha subito una forte
accelerazione a partire dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso, anche se
gli esperti ricordano che tra il 1960 e il 1985 una breve fase fredda aveva
fatto pensare al ritorno di una nuova era glaciale. La riduzione delle masse
gelate verificatasi negli ultimi trent’anni ha cambiato per molti versi il
paesaggio d’alta quota. Un fatto, questo, che ci viene confermato dagli studi
che la Regione porta avanti da tempo anche su queste porzioni di territorio più
estreme e, nel contempo, più delicate e sensibili. Quindi, se per ora la neve
continua a scendere, nel contempo si allontana il rischio della siccità estiva.
E questo è già di per sé positivo”.
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