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Notiziario Marketpress di
Giovedì 04 Aprile 2013 |
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LA FILIERA DEL LIBRO E DELLA CARTA CONTRO IL DECRETO PROFUMO
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Milano, 4 aprile 2013 - L’associazione italiana editori (Aie), la
Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, l’Associazione librai
italiani (Ali), l’Associazione nazionale agenti rappresentanti e promotori
editoriali (Anarpe), componenti tutti della filiera del libro, mentre
ribadiscono la volontà, già ampiamente dimostrata, di favorire l’innovazione
tecnologica nell’ambito scolastico, riaffermano congiuntamente la loro totale
contrarietà al decreto ministeriale dedicato alle scelte dei libri scolastici,
firmato nei giorni scorsi dall’uscente ministro dell’istruzione, Francesco
Profumo.
Il decreto, secondo i componenti della filiera, oltre a non tenere
conto delle indicazioni del Parlamento, volte ad assicurare equilibrio, misura
e gradualità, e a non limitare l’autonomia delle scuole e il principio
costituzionale della libertà di insegnamento, non considera in alcun modo
l’insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, Wi-fi, dotazioni
tecnologiche, …).
Inoltre, le disposizioni firmate da Profumo non prevedono (come succede
normalmente negli altri paesi che analogamente affrontano il tema della
digitalizzazione nelle scuole) investimenti pubblici. Al contrario, riversano
sulle imprese e sulle famiglie l’onere per l’innovazione scolastica,
prevedendo, addirittura, che queste ultime versino alle scuole quanto
eventualmente risparmiato o lo destinino per l’acquisto di tablet o pc.
Infine, sollecitando genitori e alunni ad acquistare prodotti di
aziende straniere, non europee, a danno di imprese italiane, il decreto rischia
seriamente, in un contesto generale di profonda crisi economica, di mettere
ulteriormente in difficoltà le aziende e gli occupati dell’intera filiera del
libro e della carta, già pesantemente condizionata da restrittive norme
specifiche, senza peraltro assicurare alcun vantaggio in termini di risultati
didattici attesi e, soprattutto, di tutela dei bilanci familiari certamente
sottoposti a nuovi e maggiori costi derivanti da un non avveduto e graduale
passaggio al digitale.
La filiera del libro e della carta, al contrario, riafferma il valore
pedagogico e la centralità del libro a stampa, che dovrebbe quindi rimanere
irrinunciabile. A oggi infatti non è dimostrato da nessuna parte che l’impatto
sempre più pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi non sia nocivo per
la salute, senza contare che la memorizzazione e la comprensione sono meno
sollecitati dai supporti elettronici.
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