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Notiziario Marketpress di
Martedì 09 Aprile 2013 |
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CULTURA, TEAM GENOVESE PER RISCOPRIRE ANTICA SEBASTIA IN PALESTINA UNA APP PER VISITARE VIRTUALMENTE LA CITTÀ
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Genova, 9 Aprile 2013 - Recuperare la memoria storica e archeologica
della Sebastia bizantina, islamica e crociata e del successivo centro di
pellegrinaggio, grazie alla presenza della tomba di S. Giovanni Battista. E’
l’obiettivo della missione archeologica finanziata dal Ministero degli Affari
Esteri, con il consolato generale d’Italia e il patrocinio della Regione
Liguria, presentata ieri mattina, alla presenza, tra gli altri dell’assessore
alla cultura e al turismo della Regione Liguria, Angelo Berlangieri, che ha preso
il via nel 2012 per poi proseguire anche quest’anno e concludersi nel 2014.
Un’operazione ambiziosa, dal punto di vista archeologico che vuole
disseppellire le antiche tracce delle occupazioni che si sono succedute nel
villaggio palestinese, ma anche da quello culturale e politico, in quanto, al
momento, è l’unico progetto italiano di collaborazione scientifica con i
territori dell’Autonomia Palestinese. Direttore del progetto Sebastia, Fabrizio
Benente dell’Università di Genova, coadiuvato dagli esperti informatici e di
soluzioni multimediali, Roberto Frasca e Giovanni Verreschi. Oltre infatti alla
ricerca archeologica sono previste elaborazioni di tecniche di ricostruzione
multimediale del sito e del complesso episcopale di età crociata che porterà ad
una visita virtuale della città, tramite una app dedicata. Lo strumento verrà
sviluppato in collaborazione con un team di esperti palestinesi e sarà
fondamentale per lo sviluppo di un turismo non solo religioso, ma anche
culturale. Fase finale, ma non meno importante del progetto, il trasferimento
delle conoscenze tecnologiche a giovani studenti universitari palestinesi nel
quadro della formazione professionale. “E’ molto forte l’interesse della
Regione Liguria nei confronti di questo progetto – spiega l’assessore
Berlangieri – perché consente di portare avanti una filosofia nuova in materia
di beni culturali, per un approccio non solo dal punto di vista del recupero,
ma anche della divulgazione, con ricadute nell’innovazione tecnologica, ed
economiche. In questo modo inoltre eminenti professionalità presenti nella
nostra Università possono non fuggire altrove”.
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