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Notiziario Marketpress di
Martedì 09 Aprile 2013 |
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PAGAMENTI PA, SAITTA “RISTRETTO L’AMBITO DEI PAGAMENTI. POCHE RISORSE PER L’IMMEDIATO”
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Roma, 9 aprile 2013 - “Avevamo chiesto al Governo di permetterci di
pagare da subito il 50% dei debiti con le imprese. Invece si è scelto di
imbrigliare la prima parte dei pagamenti in norme che, nella maggior parte dei
casi, permetteranno di coprire non più del 20% di quanto si aspettano le
imprese. Ancora una volta si è scelta la strada dei vincoli per frenare gli
enti locali”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, commentando il testo del
decreto pagamenti approvato dal Consiglio dei Ministri e atteso per la giornata
di ieri in Gazzetta Ufficiale.
Il testo, infatti, stabilisce che, da subito, Province e Comuni
potranno effettuare pagamenti “nel limite massimo del 13% delle disponibilità
liquide detenute presso la tesoreria statale al 31 marzo 2013” fino ad un
massimo del 50% dei debiti che dovranno
pagare.
“Faccio l’esempio della mia Provincia, Torino: noi abbiamo pagamenti
bloccati per le imprese pari a più di 40 milioni di euro e abbiamo in cassa
soldi sufficienti a potere pagare l’intero ammontare, senza nemmeno bisogno di
fare ricorso alla Cassa depositi e prestiti. Se avessimo avuto la possibilità
di pagare subito la metà dei debiti, avremmo potuto pagare fatture per oltre 20
milioni di euro, ma con il vincolo del 13% invece ne potremo usare non più di
10 subito e gli altri, tra decreti attuativi e pratiche burocratiche, non prima di tre mesi. Se l’obiettivo era di
immettere da subito denaro – sottolinea Saitta – allora sarebbe stato più
opportuno evitare tutti questi vincoli. Le procedure poi continuano ad essere
troppo complesse e si parla di due decreti attuativi solo per pagare i debiti
di Province e Comuni. Ribadiamo che riteniamo indispensabile un intervento
correttivo del Parlamento, che semplifichi la procedura e eviti di aggiungere
lungaggini inutili. Le imprese si aspettano di potere ricevere i loro soldi
ora, non entro l’anno. C’è poi da lavorare in Parlamento perché attraverso
questo decreto si possano finalmente modificare le regole del patto di
stabilità interno, che sono quelle che hanno permesso che si arrivasse a questa
situazione assurda. Sarebbe grave rimandare ancora un intervento strutturale
che tutti i partiti hanno definito urgente”.
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