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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Aprile 2013
 
   
  BOLZANO, ANCORA UN TREND NEGATIVO PER L´ECONOMIA ALTOATESINA

 
   
  Bolzano, 10 aprile 2013 - Nel 2013 la situazione europea sarà di sostanziale stagnazione e all’andamento relativamente positivo dei principali partner commerciali dell’Alto Adige, la Germania e l’Austria, farà da contraltare il perdurare della recessione italiana. Vi è inoltre il rischio che l’instabilità politica generi un aggravamento della crisi. Nel complesso, è prevedibile che l’economia altoatesina possa beneficiare di un lieve incremento della domanda estera, ma vi saranno ulteriori perdite di fatturato per le imprese operanti sul mercato nazionale. Il clima di fiducia dei consumatori è in forte calo anche in Alto Adige e le previsioni degli operatori economici sono improntate al pessimismo, con solo due terzi delle imprese che si attendono di poter conseguire una redditività soddisfacente. Questo deterioramento del clima di fiducia influenzerà negativamente i consumi e gli investimenti, vanificando gli effetti del lieve miglioramento della congiuntura internazionale. Per questo motivo l’Ire – Istituto di ricerca economica della Camera di Commercio di Bolzano ritiene che nel 2013 l’economia locale resterà in una fase di stagnazione e vi è addirittura il considerevole rischio di osservare un tasso di crescita negativo. La variazione del Pil dovrebbe essere compresa tra 0% e -0,5%. Fiducia dei consumatori in calo - Dalla seconda metà del 2012 il clima di fiducia dei consumatori altoatesini è andato rapidamente peggiorando. Le ragioni sono molteplici: alle difficoltà congiunturali che coinvolgono gran parte dei paesi europei si sommano quelle, in larga misura strutturali, che determinano la profonda recessione italiana. A ciò si aggiunge la consapevolezza che la necessità di ripianare le finanze pubbliche costringerà per molto tempo il governo nazionale a politiche fiscali estremamente rigorose, che negli ultimi anni hanno sempre più coinvolto anche le regioni autonome. Inoltre, con la perdita della piena occupazione è definitivamente maturata nella popolazione la consapevolezza che l’economia locale, per quanto robusta, è tutt’altro che immune alle crisi congiunturali. Anche la recente crisi bancaria cipriota, con l’elaborazione di un piano di salvataggio basato su prelievi forzosi sui conti dei risparmiatori, ha creato ulteriore inquietudine. Alcuni consumatori temono infatti che una situazione analoga possa verificarsi anche in Italia, qualora la crisi economico-finanziaria dovesse sensibilmente aggravarsi. Diffuso pessimismo tra gli imprenditori - Solo il 71% delle imprese altoatesine valuta positivamente la propria redditività nel 2012. Tale risultato è il peggiore dell’ultimo decennio e rispecchia la difficile fase che l’economia si trova ad affrontare. Si rileva un aggravamento della situazione dei costi, su cui hanno inciso, oltre agli incrementi dei prezzi di alcune materie prime, anche l’introduzione dell’Imu e l’aumento delle accise. Il fatturato medio è diminuito e molti operatori lamentano la forte concorrenza sui prezzi. Emergono inoltre problemi di liquidità: il 44% degli intervistati ritiene peggiorata la morale dei pagamenti ed il 35% segnala maggiori difficoltà nell’accesso al credito. Tale circostanza trova conferma nei dati diffusi dalla Banca d’Italia, che indicano una riduzione del volume di credito del 5,4% per le imprese manifatturiere e del 7,7% per quelle dell’edilizia. Le aspettative per il 2013 sono pessimistiche, tanto che solamente due terzi delle imprese prevedono di poter chiudere l’esercizio con una redditività soddisfacente. L’andamento negativo del volume di affari e dei costi potrà solo parzialmente essere compensato da un incremento dei prezzi di vendita, su cui incidono la forte concorrenza e la ridotta propensione al consumo delle famiglie. Si teme inoltre un ulteriore peggioramento della liquidità per effetto del generale deterioramento della morale dei pagamenti e della stretta creditizia. Purtroppo, è presumibile che tale situazione genererà effetti avvertibili anche sull’occupazione. I settori in sintesi Settore manifatturiero - Il settore manifatturiero appare in generale piuttosto provato dall’attuale situazione di crisi economica: solo il 71% delle imprese valutano positivamente la redditività del 2012. Si avverte un significativo calo della domanda, in particolare sul mercato nazionale. La capacità produttiva degli impianti è sfruttata appena per due terzi e l’utilizzo della cassa integrazione nell’industria è passato dalle 300 mila ore del 2011 alle 683 mila del 2012. La quota di imprese con redditività positiva è relativamente più elevata nel comparto alimentare, mentre soffrono maggiormente i comparti legno e mobili, articoli per sport, hobby e tempo libero e carta, stampa e grafica. Per il 2013, solamente i due terzi (65%) delle imprese manifatturiere si attendono una redditività positiva. In particolare vi è poca fiducia in una ripresa dei prezzi di vendita e si prevede un ulteriore peggioramento dei fatturati e dei costi. La domanda debole frenerà gli investimenti. Costruzioni - Nel 2012 solo il 63% delle imprese del settore delle costruzioni ha raggiunto una redditività soddisfacente e si è registrata una diminuzione del 3,0% dei livelli occupazionali. Ai fatturati in contrazione si aggiungono una morale dei pagamenti in forte deterioramento, difficoltà di accesso al credito e incrementi dei costi. Purtroppo le prospettive per il 2013 sono di un ulteriore consistente peggioramento, tanto che solamente il 57% delle imprese si attende una redditività soddisfacente. I bilanci in riduzione delle Pubbliche Amministrazioni, il minor reddito disponibile delle famiglie, la scarsa propensione delle imprese ad investire e un clima di fiducia pesantemente negativo frenano la domanda. Di conseguenza è probabile un’ulteriore riduzione del numero di addetti. Commercio e riparazione di veicoli - Questo settore è particolarmente sensibile alla congiuntura ed in Italia nel 2012 si è assistito ad un vero e proprio crollo delle immatricolazioni (-21%). Tenendo conto di queste premesse, la situazione in Alto Adige non è stata particolarmente negativa, con un 70% di imprese che hanno concluso l’anno con una redditività soddisfacente. Purtroppo le aspettative per l’anno in corso sono particolarmente critiche: si prevede un’ulteriore diminuzione del volume d’affari e solo il 60% degli operatori confida di poter ottenere un risultato positivo anche nel 2013. Il perdurare della crisi del settore mette inoltre a rischio l’occupazione. Commercio all’ingrosso - Con il 72% di imprese che valutano positivamente la propria redditività nel 2012, il commercio all’ingrosso non si differenzia apprezzabilmente dall’andamento generale dell’economia altoatesina. Bisogna però considerare che nell’ultimo decennio questo settore ha quasi sempre fatto registrare una redditività inferiore alla media. Pertanto, nonostante la funzione di ponte tra i paesi di lingua tedesca e l’Italia risenta della debolezza economica di quest’ultima, si può affermare che il settore ha retto discretamente di fronte alla crisi. Per il 2013 è previsto un peggioramento della redditività, che si prevede positiva solamente per il 68% delle imprese. La situazione appare però meno critica rispetto a quella di altri comparti: l’aumento dei costi dovrebbe essere contenuto e compensato dall’incremento dei prezzi. Commercio al dettaglio - Nel 2012 la situazione reddituale del commercio al dettaglio è notevolmente peggiorata. La quota di imprese che hanno conseguito una redditività soddisfacente è infatti pari al 70%, in calo di 19 punti percentuali rispetto al 2011. A livello delle singole branche, la crisi ha colpito meno la vendita di generi alimentari, mentre le maggiori difficoltà riguardano il comparto arredamento, articoli in metallo e articoli per il fai-da-te. Per il 2013 solo il 64% dei commercianti prevede una situazione reddituale soddisfacente. A incidere negativamente sulle aspettative sono il deterioramento del clima di fiducia dei consumatori, il diffuso timore di un incremento dei costi e infine la consapevolezza che questo potrà essere compensato solo parzialmente con un incremento dei prezzi. Trasporti - Nel 2012 il comparto del trasporto di persone si è mantenuto su discreti livelli di redditività (78%), ma quello del trasporto merci ha subìto fortemente la crisi (54%). In entrambi i casi, a incidere negativamente sulla redditività è stato soprattutto il forte incremento dei costi. Si consideri che il prezzo del diesel alla pompa è rincarato del 17,9% rispetto al 2011, anche per effetto dell’incremento delle accise. Per il 2013 la situazione reddituale dovrebbe restare sostanzialmente invariata nel trasporto di persone, grazie all’incremento dei prezzi che dovrebbe consentire di far fronte al previsto aumento dei costi. Nel comparto del trasporto merci, invece, ci si attende un ulteriore consistente peggioramento, con appena il 37% degli operatori che si dichiara fiducioso di poter conseguire una redditività soddisfacente. Ciò sia per effetto della riduzione del volume di affari, sia per l’incremento dei costi, sia infine per la forte concorrenza. Alberghi e ristoranti - Nel 2012 il settore degli alberghi e ristoranti è stato fra quelli che meno hanno subito gli effetti della crisi. Il numero delle presenze turistiche è aumentato dell’1,8% e la redditività si è mantenuta su livelli relativamente buoni, risultando soddisfacente nel 79% dei casi. Molti ristoratori e titolari di bar lamentano però il forte incremento dei costi, anche per effetto dell’Imu. Per l’anno in corso si prevede un deciso peggioramento della situazione. La quota di imprese capaci di mantenere una redditività soddisfacente dovrebbe attestarsi al 65%, allineandosi così alla media dell’economia altoatesina. Il pessimismo degli operatori è dovuto innanzitutto ai timori di nuovi incrementi dei costi. In secondo luogo, ci si attende una riduzione del volume di affari a seguito del perdurare della situazione di crisi in Italia e, soprattutto per quanto riguarda i bar, anche della riduzione dei consumi da parte della popolazione locale. Servizi - Nel 2012 la quota di imprese soddisfatte della propria redditività è diminuita anche nel settore dei servizi, attestandosi al 74%. Bisogna tuttavia tenere presente che si tratta di un settore assai eterogeneo. Da un lato vi sono branche che hanno ottenuto una redditività buona, come le attività immobiliari, o addirittura ottima come i servizi finanziari e assicurativi, i servizi alle imprese e l’informatica. Dall’altro vi sono comparti che hanno sofferto maggiormente, come l’editoria e i servizi alle persone. Nel 2013 la quota di imprese in grado di ottenere una redditività soddisfacente dovrebbe diminuire ulteriormente (71%). Tale risultato risente del forte pessimismo espresso dagli operatori dei servizi alle persone, mentre le aspettative per gli altri comparti sono migliori. Agricoltura - Nel 2012 l’87% delle cooperative agricole ha potuto corrispondere ai produttori prezzi soddisfacenti. Ciò conferma come l’agricoltura sia il settore che meno ha sofferto della crisi. Anche per il 2013 le aspettative sono buone. Nonostante il previsto incremento dei costi di produzione, la quasi totalità delle cooperative (97%) dovrebbe essere in grado di pagare ai produttori compensi quanto meno soddisfacenti. Ciò grazie soprattutto alla favorevole dinamica dei prezzi di vendita. In particolare le scorte di mele sono inferiori agli anni scorsi e potranno essere piazzate sul mercato a prezzi interessanti. Le previsioni dei coltivatori confermano appieno il quadro positivo: la redditività dovrebbe essere stabile per gli allevatori e in aumento per frutticoltori e viticoltori. Previsione per il 2013: ancora niente ripresa in Alto Adige - Nel 2013 la situazione europea sarà di sostanziale stagnazione e all’andamento relativamente positivo dei nostri principali partner commerciali, la Germania e l’Austria, farà da contraltare il perdurare della recessione italiana. Vi è inoltre il rischio che le incertezze della politica generino un aggravamento della crisi. In questo senso il recente abbassamento del rating italiano operato da Fitch e le voci di una possibile imminente analoga decisione da parte di Moody’s rappresentano un forte segnale di allarme. Nel complesso, è prevedibile che l’economia altoatesina possa beneficiare di un lieve incremento della domanda estera, ma vi saranno ulteriori perdite di fatturato per le imprese operanti sul mercato nazionale. Permane inoltre il quadro di grande incertezza e la perdita di fiducia dei consumatori è evidente anche in Alto Adige. Anche le previsioni degli operatori economici sono improntate al pessimismo, con solo due terzi delle imprese che si attendono di poter conseguire una redditività soddisfacente. Questo deterioramento del clima di fiducia influenzerà negativamente i consumi e gli investimenti, vanificando gli effetti del lieve miglioramento della congiuntura internazionale. Per questo motivo l’Ire – Istituto di ricerca economica della Camera di Commercio di Bolzano ritiene che nel 2013 l’economia locale resterà in una fase di stagnazione e vi è addirittura il considerevole rischio di osservare un tasso di crescita negativo. La variazione del Pil dovrebbe essere compresa tra 0% e 0,5%.  
   
 

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