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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Aprile 2013
 
   
  COMO: INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA – FEBBRAIO 2013

 
   
  Como, 10 aprile 2013 - Si è conclusa nei giorni scorsi l’edizione relativa al mese di febbraio 2013 dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Como e Confindustria Lecco. Gli indicatori esaminati delineano per le aziende delle due province una situazione in linea con lo scenario a livello nazionale, in particolare rallentamento della domanda e dell’attività produttiva rispetto al mese di gennaio. Il mercato domestico continua a soffrire la stagnazione dei consumi e, al contempo, l’export rivela segnali di rallentamento. Le previsioni sulle prossime settimane non sono positive, con oltre un terzo delle imprese che ritiene possibile un’ulteriore contrazione dei livelli. Le diffuse situazioni di insolvenza da parte dei clienti e le criticità legate al mercato del lavoro continuano a rappresentare i principali ostacoli per le imprese dei due territori. A ciò si aggiunge il peggioramento delle condizioni nei rapporti tra imprese e istituti di credito. Gli Ordini Per le imprese delle province di Lecco e di Como si riscontra, in febbraio, un rallentamento della domanda rispetto a gennaio. Il mercato interno conferma la fase di stagnazione più volte rilevata nel 2012 durante le precedenti edizioni dell’Indagine e risulta sensibilmente penalizzato, con più di un terzo delle imprese (35,4%) indicanti una diminuzione della domanda. Per il 52,4% del campione i livelli di domanda sono rimasti invariati mentre per il restante 12,2% si è registrato un aumento delle richieste. Anche sul versante estero si rileva una decelerazione. Nonostante il 48,6% dei giudizi sia improntato alla stabilità, il 31,1% indica una minor vivacità degli scambi con i mercati internazionali a fronte di una percentuale più bassa, il 20,3%, di giudizi di livelli in aumento. La Produzione L’attività produttiva per le imprese dei due territori rivela una lieve flessione rispetto al mese di gennaio. Oltre la metà del campione (54,4%) ha indicato di non aver riscontrato variazioni rispetto al mese precedente. Le situazioni di rallentamento hanno riguardato il 24,1% delle imprese, a fronte di un 21,5% che ha invece segnalato un incremento dell’attività produttiva durante il mese di febbraio. La capacità produttiva degli impianti viene mediamente utilizzata per il 70,1%, in linea con l’andamento registrato nel corso delle precedenti rilevazioni. Il Fatturato Il fatturato delle imprese di Lecco e Como ricalca sostanzialmente quanto visto per l’indicatore associato all’attività produttiva e rivela una forte disomogeneità tra le imprese aderenti all’indagine. Solamente per un quarto del campione (il 27,4%) si registrano vendite stabili; il restante 72,6% si divide infatti tra imprese che comunicano diminuzione (38,1%) e quelle che segnalano un aumento (34,5%). Uno scenario che parrebbe lasciar trasparire una “stabilità artificiale” ma che, al contempo, conferma le criticità già esaminate in relazione al rallentamento della domanda nazionale ed estera. Le Previsioni Le imprese di Lecco e di Como non prevedono miglioramenti per le prossime settimane. Una impresa su due circa (51,8%) dichiara di non attendersi variazioni rispetto alla situazione attuale, mentre le imprese che indicano una diminuzione (33,7%) superano di gran lunga quelle che prevedono un miglioramento (14,5%). Per quanto riguarda gli ordini in portafoglio si evidenzia un moderato incremento rispetto alle precedenti settimane; il 22,8% delle imprese dichiara di avere un orizzonte temporale superiore al trimestre. Nel 32,9% dei casi l’orizzonte temporale scende a qualche mese, mentre permane una parte consistente del campione (44,3%) con una visibilità di poche settimane e comunque inferiore al mese. Le Materie Prime Il mese di febbraio non ha mostrato particolari situazioni anomale riguardo l’andamento dei prezzi delle materie prime. Per l’87% delle imprese di entrambi i territori i costi legati all’approvvigionamento sono rimasti invariati rispetto al mese precedente. I giudizi relativi ad incrementi e diminuzioni dei listini si sono rivelati più contenuti ed entrambi si sono attestati al 6,5%. Per quanto riguarda la diminuzione, i prezzi delle commodities sono variate al ribasso sino al 5% mentre, nel caso dell’aumento, le variazioni hanno superato tale quota. Un’azienda su dieci ha inoltre comunicato di aver riscontrato problemi legati all’ottenimento delle materie prime. La principale difficoltà ha riguardato i ritardi nelle forniture (45,5%), ma anche situazioni di indisponibilità da parte dei fornitori a consegnare le quantità richieste e cambiamenti delle condizioni economiche di fornitura. La Solvibilita’ Permane il problema legato al ritardo nei pagamenti e all’insolvenza da parte dei clienti per le imprese delle due province. Oltre i due terzi del campione (68,7%) ha infatti evidenziato tale criticità, a fronte solamente del 31,3% che non ha rilevato tale problema. Per le imprese che si sono trovate in questa condizione, la situazione è peggiorata nel mese di febbraio nel 36,9% dei casi, mentre è rimasta invariata per il rimanente 63,1%. Non si sono registrati casi di miglioramento. I Rapporti Con Gli Istituti Di Credito Per le imprese dei due territori il rapporto con gli istituti di credito è rimasto generalmente stabile rispetto a gennaio, così come segnalato da oltre l’80% del campione. Si segnala tuttavia una percentuale rilevante di imprese (18,1%) che ha evidenziato peggioramenti nel corso del mese di febbraio. L’occupazione Anche sul versante occupazionale si riscontrano in febbraio dinamiche sfavorevoli per le aziende dei due territori. Per circa l’80% del campione i giudizi rilevati sono improntati alla stabilità mentre per il 14% si registrano livelli in diminuzione, oltre il doppio del numero di imprese che ha invece indicato un aumento della forza lavoro (6%). Le prospettive per i prossimi mesi rivelano un possibile peggioramento dello scenario, con un quinto delle aziende del campione che indicano un’ulteriore contrazione dei livelli occupazionali nel proprio settore di appartenenza, a fronte di una percentuale più limitata (5%) di soggetti che ritengono probabile un aumento dell’occupazione. I Dati Di Como L’andamento della domanda in questi primi mesi del 2013, evidenzia uno stallo, il saldo delle risposte è di poco negativo e il 70% degli intervistati dichiara un calo o al massimo una situazione invariata rispetto agli ultimi mesi dell’anno precedente. Indipendentemente dai settori di appartenenza, si rileva che sono riscontrabili andamenti ben differenti tra imprese strutturate e con forte presenza all’estero e imprese di piccole dimensioni che risentono maggiormente del forte calo della domanda interna (o i cui prodotti sono legati direttamente o indirettamente all’attività residenziale). Anche i consuntivi delle vendite nel primo trimestre segnalano cali anche rilevanti, metà del campione rileva diminuzioni significative. Segnali meno allarmanti rispetto al passato sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime. Gli incrementi medi registrati si attestano poco sopra il livello di inflazione media. Dopo gli incrementi a doppia cifra del 2011 e del 2012, si mantengono molto elevati i prezzi registrati per le fibre seriche; secondo gli operatori ciò è da ricercare non tanto in un eccesso di domanda bensì in una strutturale riduzione della quantità offerta, soprattutto cinese. Segnali non positivi per quanto riguarda l’approvvigionamento di materiali ferrosi e per l’alluminio. Lo scenario di ripresa risulta sempre meno probabile nel breve termine, le aspettative per il primo semestre sono attualmente volte al ribasso, in un contesto in cui continuano a rimanere sopra la soglia d’attenzione le insolvenze, i ritardi nei pagamenti superiori ai 180 giorni e le difficoltà nell’ottenere credito. La situazione occupazionale appare in stato emergenziale con un uso accentuato degli ammortizzatori sociali.. Ci abbiamo sperato e creduto, ma la tanto attesa ripresa non pare ancora essere all’orizzonte, non a breve termine almeno – commenta Francesco Verga, presidente di Confindustria Como -. La vita per le nostre imprese è davvero sempre più difficile, tra cali delle vendite, difficoltà di accesso al credito, burocrazia e un carico fiscale esorbitante Speriamo che il decreto sul pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione contribuisca almeno a ridare un minimo di fiato a parte delle nostre aziende. Un cambio drastico di rotta è comunque necessario ”.  
   
 

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