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Notiziario Marketpress di
Lunedì 20 Maggio 2013 |
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SALONE TORINO: UNA VOLTA SI SFOGLIAVANO LE COPERTINE. OGGI SI USANO I SOCIAL SEI EDITORI SU DIECI USANO I SOCIAL E IN PARTICOLARE TWITTER, MA A BEN VEDERE LO USANO POCO. IL 90% NON FA PIÙ DI 5 TWEET AL GIORNO
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Torino, 20 maggio 2013 - Cinguettano
in tanti ma non ancora in modo costante. E’ questa la maggiore evidenza di come
l’editoria italiana si muove su twitter così come emerge dall’indagine a cura
dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie) L’uso di Twitter e
dei social media in editoria, presentata oggi, 18 maggio, al Salone
internazionale del Libro di Torino.
Ormai è più di una moda:
l’uso dei social diventa una nuova forma di grande visibilità per il libro. Non
a caso cresce la percentuale di chi sceglie un determinato titolo proprio
attraverso il web: era l’11% nel 2007, il 15% nel 2009, si arriva al 19% nel 2012.
Oggi il 58,9% delle case
editrici che pubblicano più di 16 titoli l’anno usa i social: sono 506 su 8440
gli editori italiani attivi nell’anno. In primis usano facebook (circa la metà
degli editori italiani, ma ben l’84,2% di chi è attivo in rete), al secondo
posto usano twitter (il 39,3% degli editori, ma ben il 66,8% di quelli attivi
in rete), ma avanza anche l’utilizzo di social più visivi come Youtube,
Pinterest Flickr che segnano un (impercettibile) spostamento verso un nuovo
tipo di comunicazione editoriale: un tempo erano le copertine dei libri da
sfogliare, oggi sono video, booktrailer e immagini a catturare l’attenzione.
Questo vale tanto per le
case editrici grandi (più mainstream) e quelle più piccole (specializzate su
nicchie di domanda di lettura: tendenzialmente delle comunità). Il 41,8% delle
case editrici attive in rete usa più di tre strumenti simultanemente.
Quale è quindi l’indice
tecnologico delle case editrici italiane? Apparentemente – solo apparentemente
- intenso, anche se poi, a ben vedere,
il 90% degli editori che usano twitter non fanno più di 5 tweet al giorno. Solo
il 2,5% degli editori che lo utilizzano fa 10 o più Tweet al giorno. E solo il
2,5% totalizza più di 90mila Followers e solo il 3,5% più di 1.000 following.
Su twitter? Dal 2007: è dal
2007 che le case editrici italiane si sono avventurate su Twitter. La prima è
stata la casa editrice Elliot, seguita l’anno successivo da Apogeo, Edizioni
Piemme, Minimum fax, Edizioni Coocole&caccole. Nel 2012 sono arrivate a 53,
un dato di poco superiore (+11,3%) a quelle dell’anno precedente.
Sono le strenne di Natale a
spingere gli editori su twitter? I tre mesi che anticipano il Natale, secondo
l’indagine, si confermano come quelli preferiti dagli editori per attivare un
profilo Twitter. Uno su tre (il 33,8% per la precisione), sceglie proprio
questo periodo: necessità di visibilità o approccio commerciale?
“Gli editori italiani – in
modo più o meno accentuato, ma molto dipende anche dai segmenti di mercato
presidiato – stanno utilizzando un set sempre più articolato di strumenti di
comunicazione, che vanno al di là di quelli più tradizionali – ha sottolineato
Giovanni Peresson, responsabile Ufficio studi Aie -. Molti osservatori
accentuano il “ritardo con cui le case editrici si sono mosse”. In realtà credo
che, come qualunque impresa, gli editori non possono non aver tenuto conto di
due elementi: i bassi indici di lettura nella popolazione, e il fatto che i
“forti lettori” – quelli più motivati ad accedere a nuove fonti informative su
cosa leggere - sono comunque il 12-13% dei lettori di libri. Dall’altro, il
fatto, che abbiamo ancora scarsi (o
occasionali) utilizzi “evoluti” del web da parte della popolazione, al di fuori
di community o di appassionati molto riconoscibili attorno ad alcuni generi”.
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