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Notiziario Marketpress di
Martedì 21 Maggio 2013 |
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TRENTO: LIBERARE LA SCUOLA DALLA DROGA: PRESENTATI I RISULTATI DEL PROGETTO
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Trento, 21 maggio 2013 - Un
progetto sulle dipendenze e gli stili di vita "a rischio" rivolto
alle scuole superiori del Trentino, che univa gli aspetti sociali, educativi e
di prevenzione a quelli sanitari e terapeutici: questo in sintesi
"Liberare la scuola", nato da
un sodalizio tra il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del
Consiglio dei Ministri e l´Assessorato alla salute e politiche sociali della
Provincia autonoma, iniziato nel maggio
2011 con il coordinamento dall’Associazione Educ@re e sviluppatosi per due anni
scolastici consecutivi, coinvolgendo le associazioni di volontariato e le altre
agenzie educative attive sul territorio. I risultati sono stati presentati
questo pomeriggio in un convegno tenutosi presso il Palazzo della Regione a
Trento. Unanime il giudizio degli assessori provinciali alla salute e politiche
sociali Ugo Rossi e all´istruzione Marta Dalmaso, che hanno aperto i lavori:
"Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti e crediamo che questa
esperienza abbia prodotto utili indicazioni per il futuro, al fine di rendere
sempre più forte il coinvolgimento di ragazzi e famiglie nella prevenzione
dall´uso di droghe e nella costruzione di una cultura della legalità, a partire dalla scuola." Com´è la
situazione in Trentino rispetto al problema delle dipendenze? "Il Trentino
- ha detto Rossi - è dentro alle dinamiche nazionali e europee e le sue medie
non si discostano da quelle generali. Ma non possiamo limitarci ad un approccio
numerico, statistico. Quando parliamo di dipendenze parliamo di persone reali,
che possiamo conoscere una per una. Non possiamo dunque ridurre tutto ai dati, dobbiamo affrontare
con convinzione tanto gli aspetti sociali delle dipendenze quanto quelli di
ordine terapeutico, tenendo presente che la formazione dell´individuo e lo
sviluppo di relazioni significative con gli altri sono le basi di ogni efficace
intervento di prevenzione e anche di ´rinascita´ rispetto alle
dipendenze".
Un progetto che affrontava
il problema degli stili di vita "a rischio" a 360°, dunque, questo
"Liberare la scuola"", partendo dalle problematiche di carattere
sociale per arrivare agli aspetti sanitari e ai percorsi per la costruzione di
una identità equilibrata e responsabile. Tutto questo nella scuola ma anche
fuori di essa, nella consapevolezza, come sottolineato dall´assessore Dalmaso,
"che la scuola è un mondo a cui oggi si chiede molto, anche a fronte della
crisi delle altre realtà a cui i giovani fanno riferimento", ma anche
nella convinzione che l´aula scolastica sia uno dei luoghi privilegiati per lo
sviluppo psicosociale dell´individuo.
Fra gli interventi che si
sono susseguiti nella sala Rosa della Regione, quello di Federico Samaden, già
responsabile della Comunità di San Patrignano presso Pergine, e da quattro anni
dirigente dell´istituto professionale Alberghiero di Rovereto e Levico.
"La scuola non ha più solo la missione di trasferire delle conoscenze - ha
detto Samaden - ma ha il compito, molto maggiore, di dare ai ragazzi degli
strumenti di crescita e di maturazione, attraverso quel rapporto particolare
che si crea fra giovane e adulto. Là dove la relazione si inceppa, si vedono
anche gli effetti negativi. Oggi i ragazzi crescono in un mondo fatto
prevalentemente di immagini. Sono capaci di stare su più mondi ma spesso in
maniera superficiale. Noi dobbiamo aiutarli ad andare un po´ più in
profondità".
Rispetto al passato,
insomma, le problematicità sono in parte cambiate. Se in precedenza il problema
era Edipo, era, simbolicamente, "uccidere il padre", per crescere ed
emanciparsi, ora il problema è piuttosto quello di trovare un adulto che dia
fiducia e permetta al giovane di esprimersi . Non è più centrale, insomma, il momento
della ribellione generazionale. Al centro vi è semmai un bisogno di
riconoscimento, che spesso la famiglia e la società non riescono a soddisfare.
Le dipendenze, a loro volta, sono le vie di fuga rispetto a una realtà
percepita come troppo frustrante e problematica. In quest´ottica le droghe non
sono un fatto sanitario. Lo diventano in seguito, perché l´uso prolungato di
droghe debilita il fisico e crea dipendenza. Ma a monte la questione è sociale,
riguarda le relazioni che si creano nei diversi ambienti e contesti in cui il
giovane si muove. Da qui il monito: attenzione a non medicalizzare un problema
che invece attiene alla relazione.
Alessandro Gallo,
responsabile del progetto, ne ha riassunto obiettivi, sviluppi e risultati. Si
è partiti dai dati noti, in particolare da un´indagine condotta nel periodo
2005-2009, centrata sulle sostanze illegali, da cui era emerso che il 31 per
cento dei giovani trentini almeno una volta ha consumato una sostanza illegale.
"Siamo nella media nazionale - ha chiosato Gallo - ma già questo dato
diceva di un problema tutt´altro che trascurabile". Senza contare che
l´approccio agli stili di vita è più ampio, e tocca ad esempio anche altre
sostanze, considerate legali, come l´alcol.
"Gli obiettivi che ci
eravamo posti - ha detto ancora Gallo - erano la sensibilizzazione sugli stili
di vita a rischio, la promozione della legalità e la promozione della
partecipazione. Il risultato di questa esperienza, come scaturisce anche dalla
valutazione effettuata ex post, è stato molto positivo. Ne hanno beneficiato
tutti: gli studenti, i professori, le famiglie, gli operatori sociali. Prova ne
è che i risultati di questo progetto saranno pubblicati a breve sulla più
importante rivista scientifica italiana dedicata alle dipendenze".
Scheda: il progetto
"Libera la scuola: dieci azioni per la promozione di stili di vita sani e
responsabili a scuola"
Si è tenuta oggi presso la
Sala Rosa del Palazzo della Regione in Piazza Dante, il seminario conclusivo
del progetto "Libera la scuola: dieci azioni per la promozione di stili di
vita sani e responsabili a scuola", apertosi con gli interventi
dell’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi e
dell’assessore all’istruzione Marta Dalmaso.
Il progetto, nato da un
sodalizio tra il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del
Consiglio dei Ministri e l´Assessorato alla salute e politiche sociali della
Provincia autonoma di Trento, è iniziato nel maggio 2011 con il coordinamento
dall’Associazione Educ@re. Le scuole che hanno aderito nel primo anno di
esperienza sono: M. Curie di Levico e Pergine, Alberghiero di Rovereto e
Pergine, Degasperi di Borgo Valsugana, Don Milani di Rovereto, Tambosi di
Trento, Pilati di Cles, per un totale di 45 classi (15 seconde, 26 terze, 2
quarte superiori). Ad esse si sono aggiunte nell´anno scolastico 2012-13:
Istituto professionale Pertini di Trento, Università popolare trentina di
Trento, liceo Russel di Cles.
Le iniziative proposte
durante lo svolgersi di questi quasi due anni scolastici - il progetto era
stato pensato originariamente per il solo 2011-12, ma si è deciso in seguito di
estenderlo anche all´anno scolastico 2012-13, senza modificare lo stanziamento
di risorse originario - hanno coinvolto più di un migliaio di giovani delle
scuole superiori trentine tra i 14 e i 18 anni con l´obiettivo di promuovere
stili di vita sani e responsabili per sé per gli altri.
La proposta progettuale si è
articolata in tutta una serie di azioni, dal cineforum e dal teatro agli
incontri di prevenzione in aula con esperti e di educazione alla legalità, dai
corsi di prevenzione anche dalle sostanze non proibite che creano dipendenza,
alcol e fumo, fino alla visita alla comunità terapeutica di San Patrignano nei
pressi di Pergine. Significativa anche la partecipazione di una parte degli
studenti ad un concorso di idee per la creazione di prodotti comunicativi (spot
e messaggi promozionali) contro le droghe.
Le iniziative hanno visto
coinvolte sinergicamente le agenzie educative che, a vario titolo, lavorano con
i giovani. La scuola in primo luogo, ma anche le famiglie, le cooperative
sociali, le associazioni di volontariato, i professionisti del settore sanitari
e sociali.
Tre le aree tematiche
affrontate:
sensibilizzazione degli studenti e degli insegnanti attorno agli
stili di vita salutari;
promozione della legalità;
promozione della partecipazione giovanile,
con l’obiettivo finale di
stimolare lo studente, in modo diretto e coinvolgente, verso l’acquisizione di
uno stile di vita affrancato dal consumo di sostanze psicotrope e stupefacenti
e, nello stesso tempo, responsabile dei propri comportamenti e delle
conseguenze su se stesso e sugli altri delle azioni che compie. Si è quindi
cercato di coniugare prevenzione e promozione in una prospettiva di
rafforzamento dei comportamenti solidali, altruistici e delle azioni
partecipate.
Fra i risultati rimarcabili,
una crescita della conoscenza dei problemi causati dalle diverse sostanze
stupefacenti e che creano dipendenza, un significativo cambiamento di
atteggiamento tanto negli insegnanti quanto di studenti riguardo al consumo di
droghe ma anche alle strutture terapeutiche. Cresciuto anche l´outing degli
studenti e delle famiglie e parimenti la collaborazione fra le diverse agenzie
educative.
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