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Notiziario Marketpress di
Lunedì 10 Giugno 2013 |
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EMPOLI: PREVENZIONE DEL DISAGIO PSICHICO DELLE DONNE DETENUTE, PROGETTO DELLA ASL 11
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Firenze, 10 giugno 2013 –
‘Penelope’ è il nome del progetto proposto dalla Asl 11 di Empoli e finanziato
dalla Regione per dare assistenza alle detenute femminili della Casa
circondariale di Empoli riguardo alla prevenzione del disagio psichico.
Progetto e relativo finanziamento (poco più di 25mila euro) sono stati
approvati durante l’ultima seduta delle giunta regionale.
Le finalità di ‘Penelope’
rientrano negli obiettivi contenuti nel Piano Sanitario e Sociale Integrato
Regionale 2012-2015 che, tra le sfide per la salute in carcere, prevede la
condivisione con l’Amministrazione Penitenziaria l’adozione di scelte politiche
che pongano attenzione particolare all’ambiente, ai luoghi di vita, alla
formazione, al lavoro, alle relazioni ed in generale a tutti i fattori che
possono migliorare le condizioni di vita della popolazione detenuta e prevenire
il disagio psichico.
In quest’ottica ‘Penelope’
punta principalmente a realizzare alcune azioni che permettano alle detenute di
tenere stili di vita tali da non rendere necessario l’accesso ai servizi di
salute mentale. Le azioni consistono anzitutto nel favorire nelle donne la
crescita di una consapevolezza critica riguardo alle condotte antigiuridiche
che ne hanno determinato la detenzione, stimolarne una volontà di cambiamento
ed acquisire capacità e competenze specifiche che potranno essere utilizzate in
un futuro reinserimento sociale e lavorativo. Quest’ultima, in particolare,
verrà realizzata attraverso corsi di formazione e alfabetizzazione informatica
che prevedono, al termine della frequenza, il rilascio dell’Ecdl, nota anche
come Patente europea per l’uso del computer. Le detenute, una volta ottenuto il
riconoscimento, potranno svolgere alcune mansioni amministrative individuate
dalla Asl attraverso l’utilizzo di 5 postazioni pc allestite all’interno della
Casa circondariale.
La Casa circondariale ospita
di norma tra le 15 e le 25 donne con una condanna o residuo di pena non
superiore ai 5 anni. In genere sono donne con età media di 35 anni, metà
italiane e metà straniere. L’istituto si caratterizza per un regime di
trattamento avanzato, le persone ammesse devono avere un buon grado di
autonomia e autogestione. Sotto il profilo giuridico molte delle detenute
sarebbero in grado di accadere ai vari benefici (alcune di loro ad esempio
usufruiscono di permessi) e quasi la metà anche di svolgere attività
all’esterno. Secondo gli ultimi dati in possesso, al 1 gennaio 2013 ci sono 24
detenute.
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