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Notiziario Marketpress di
Venerdì 14 Giugno 2013 |
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TURISMO E INFRASTRUTTURE PER L´OCCUPAZIONE AL SUD: IL CASO DELL´AEROPORTO DI COMISO
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Comiso (Ragusa): di seguito l’intervento del 7 giugno di Antonio Tajani Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria nel corso della conferenza di inaugurazione dell´Aeroporto di Comiso:” Caro Presidente, Signore e Signori, Puntare su turismo e infrastrutture per far ripartire la Sicilia e l´Italia. L´europa deve opporsi con forza al declino industriale che ha eroso competitività e occupazione. Il disagio sociale, la moria d´imprese, le ristrutturazioni che si susseguono, impongono soluzioni rapide a livello Ue. Se chiediamo sacrifici, abbiamo anche il dovere di dare speranze concrete ai 23 milioni di disoccupati e alle nuove generazioni. L´eccesso di austerità e il calo della domanda interna ha accentuato le divergenze nell´Ue. Tra il 2008 e il 2012 il Pil in Italia è calato del 6.8%, in Spagna del 5.4%; mentre in Germania è aumentato di 1.7%. Le distanze si sono accentuate anche all´interno dei paesi, con alcune aeree a ritardo di sviluppo, quali il meridione, che ha subito contraccolpi ancora più pesanti. Qui un giovane su due non trova lavoro. Se a livello nazionale nel 2012 sono venuti meno 44 miliardi di finanziamenti alle imprese italiane, il credit crunch al Sud ha avuto effetti a dir poco disastrosi. Pensare di uscire dalla crisi col solo consolidamento fiscale, nel mezzo di una desertificazione produttiva, è un´illusione. Serve invece proseguire sulla via di riforme e investimenti per rendere l´Europa un luogo più favorevole per chi vuole fare impresa. Il 10 ottobre abbiamo proposto una strategia europea per re industrializzare l´Europa, invertendo il declino per passare dall´attuale 15.2% a il 20% di Pil legato a manifatturiero entro il 2020. Per questo dobbiamo focalizzarci su migliore accesso al credito, ai mercati, e alle risorse e formazione e innovazione più vicina alle imprese. Un piano crescita per il Meridione - Negli ultimi 5 anni al Sud il Pil è sceso di oltre 6 punti. Eppure, tra il 2000 e il 2013 quest´aerea ha beneficiato di 80 miliardi di fondi strutturali Ue, incluso il cofinanziamento nazionale. Malgrado queste risorse, il divario di sviluppo con il Nord si è allargato. L´emergenza Sud cresce anche per il numero di crisi aziendali che, qui, assumono maggiore drammaticità per mancanza di alternative. Situazioni diverse, ma accomunate da un contesto sfavorevole alla competitività, con poche infrastrutture, alti costi energetici, scarsa attenzione alla sostenibilità. E altri mali storici: criminalità, economia sommersa, inefficienza della pubblica amministrazione, tempi della giustizia, ritardi di pagamento, stretta creditizia e formazione inadeguata. L´evento di oggi è l´occasione per parlare di un´opportunità molto concreta, di un´infrastruttura fortemente voluta dal territorio che finalmente è stata inaugurata una settimana fa. In questo momento di crisi sarebbe imperdonabile non valorizzarla. Comiso ha anche un valore simbolico per la necessità di attuare un "Piano crescita" per il Sud in una dimensione europea. Questo Piano deve partire dal migliore utilizzo dei fondi strutturali. E´ di pochi giorni fa l´allarme lanciato dal Commissario Hahn su 31 miliardi di fondi regionali non spesi, concentrati nel meridione. Bisogna fare di tutto per non perdere neppure un euro da qui al 2015; e dare una prospettiva di lungo periodo, tracciando le linee programmatiche per i fondi 2014-2020. In sinergia con gli investimenti della Bei e altri fondi Ue per la competitività quali quelli di Orizzonte 2020, Cosme o quelli per le infrastrutture. Sto lavorando per ottenere un´applicazione più flessibile del patto di Stabilità per il cofinanziamento dei fondi Ue. Questi fondi servono a promuovere la competitività in linea con Europa 2020. E´ quindi ragionevole che gli Stati fuori dalla procedura per deficit possano scorporare questi investimenti dal calcolo per il rispetto del Patto di Stabilità. Qualora passasse la mia proposta nel documento che presenteremo il 19 giugno, anche il patto di stabilità interno diventerebbe più flessibile, consentendo un impiego più rapido dei fondi Ue. Concentrare i fondi su vere priorità - Se la ricetta generale è la re-industrializzazione, questa va declinata a seconda delle potenzialità peculiari locali. In Sicilia, rinascimento industriale significa, prima di tutto, un´industria del turismo moderna, infrastrutture adeguate, tutela del territorio e dei beni artistici e, sinergia con agroalimentare, logistica, tessile o artigianato. Turismo: primo potenziale inespresso del Sud - L’italia ha un enorme potenziale inespresso al Sud. E la Sicilia sta perdendo la partita del turismo nel Mediterraneo, dove dovrebbe essere leader. La vera sfida è intercettare la crescente domanda dal nuovo ceto medio in Brasile, India, Cina o Russia. Per questo serve – anche per la Sicilia – maggiore capacità strategica e innovazione. La Commissione offre un quadro di riferimento solido e ben avviato: la nuova strategia europea del turismo adottata nel 2010. Tutte le iniziative e azioni che stiamo realizzando, rispondono a 5 priorità: facilitazione dei visti, destagionalizzazione, qualità, promozione e formazione. 1) Facilitazione dei visti - Se vogliamo che arrivino più turisti in Sicilia, è necessario rivedere la politica dei visti. Ottenere un visto da un Paese extra Ue è spesso un percorso a ostacoli, costoso in termini di spesa e tempo. Stiamo lavorando con il Commissario Malmstrom per una facilitazione dei visti. 2) Turismo in “bassa” stagione e turismo senior - Per attirare flussi turistici in bassa stagione abbiamo lanciato un progetto pilota, "50mila Turisti", che coinvolge 10 Paesi europei, rappresentanti dell’industria e compagnie di viaggio, allo scopo di incrementare gli arrivi da tre paesi del Sud America (Argentina, Cile e Brasile). Il nostro obiettivo finale è creare un vero meccanismo di coordinamento per sviluppare flussi che oggi non esistono. Il primo passo è il bando per la creazione di pacchetti turistici transnazionali rivolti ai seniors. 3) La sfida della Qualità - Accrescere la fiducia dei consumatori nei prodotti turistici europei è necessario. Per questo ho scelto Marchio europeo di qualità come prima proposta legislativa Ue sul turismo prevista prima dell´estate. 4) La promozione nei Paesi extra-Ue - La concorrenza di molte destinazioni emergenti, per lo più a basso costo, rende necessaria la promozione dell´Europa come meta turistica. Dopo avere concluso accordi con numerosi paesi dell´America latina e dell´Africa, sto ora per recarmi in Russia e Cina. 5) Formazione e disoccupazione giovanile - Il turismo è tra i principali fonti di nuova occupazione per i giovani e può essere un´occasione formidabile di formazione e primo impiego per la Sicilia. I fondi europei – tra cui i 6 miliardi dell´Iniziativa Giovani disponibile dal 2014 - e i prestiti Bei, devono servire a incentivare assunzioni e formazione. Sono favorevole a ridurre oneri sociali e fiscali per i contratti di "formazione lavoro e/o apprendistato" che aiutano le assunzioni, rendono più competitive le imprese turistiche. Penso anche all´estensione dello schema Erasmus, già utilizzato con successo per gli aspiranti imprenditori, per la formazione professionale transfrontaliera, con co-finanziamenti Ue per stage formativi (Erasmus for Skills). Investire nelle infrastrutture - Nel rapporto sulla competitività industriale, l´Italia è tra gli ultimi in Europa per l´adeguatezza delle infrastrutture. Questo anche perché, nell´ultimo decennio, le risorse disponibili sono scese del 73%. E´ un ritardo grave al Sud, che ha meno di 1/3 delle linee ferroviarie italiane, solo ¼ di quelle a doppio binario e 1/6 dell´alta velocità. Il problema è particolarmente drammatico per aeree periferiche come la provincia di Ragusa, priva di ferrovie e autostrade. Comiso come volano per turismo e industria - Un ruolo strategico hanno gli aeroporti che servono regioni periferiche o isole, con alta potenzialità nel turismo. Vorrei congratularmi con le autorità regionali e locali e la società di gestione e tutti quelli che hanno finalmente reso possibile l´operatività di Comiso, già realizzato da alcuni anni con il contributo di 35 milioni di fondi Ue. Ma l´altra metà del lavoro comincia oggi, con la necessità di attirare compagnie aeree che credano in questo aeroporto, nel territorio siciliano e nelle sue enormi potenzialità. Non a caso, nel documento strategico presentato dal ex ministro Gnudi "Turismo Italia 2020", il potenziamento di Comiso è indicato come un´azione prioritaria. Il che rende, perlomeno incoerente, il fatto che lo stesso aeroporto non sia incluso tra quelli strategici nel Piano aereoportuale nazionale presentato qualche settimana prima. Concordo al 100% con Gnudi. Per cui bisogna andare oltre una contrapposizione "provinciale" tra Comiso e altri aeroporti, quale Fontanarossa. A chi sostiene che vi sono troppi aeroporti, o che un nuovo scalo in Sicilia non serva, vorrei illustrare alcuni dati. Da un raffronto tra Sicilia e Baleari, ad esempio, risulta che pur avendo quasi gli stessi chilometri di costa (1500 Sicilia 1430 Baleari), queste ultime hanno un numero di presenze internazionali ben 11 volte superiore alla Sicilia, dato ancor più sconcertante se si considera il patrimonio storico, artistico, gastronomico siciliano. Continuando il paragone, i voli low-cost dalla Germania (primo mercato turistico Ue) per le Baleari sono 13 volte superiori a quelli verso la Sicilia. Potrei citare altre cifre, che indicano un numero crescente di flussi turisti verso Malta o la Tunisia. Questi dati rivelano la miopia di diatribe di cortile quando serve, invece, rimboccarsi le maniche e lavorare insieme per il successo di Comiso e di tutto il sistema aereoportuale siciliano per la competitività dell´isola. I viaggiatori internazionali sono un motore di crescita essenziale in una fase in cui la domanda interna è statica. Basti pensare che tra 2005 e il 2010 le presenze italiane nel nostro paese sono cresciute solo dello 0,3% annuo, mentre quelle internazionali del 2,2%. Senza collegamenti aerei competitivi con l´estero è impossibile per la Sicilia sfruttare il suo potenziale puntando sul turismo straniero. La valorizzazione di Comiso, essenziale per tutta l´economia siciliana, è tanto più importante per il territorio circostante: il ragusano è il primo polo italiano per produzione lorda vendibile nell’agricoltura; è un´area di forte interesse turistico ancora da scoprire, con località marittime e siti dell´Unesco e archeologici di fama mondiale; Forte presenza di attività turistiche ed eno-gastronomiche. Potenzialità dell´aeroporto di Comiso - Secondo il piano industriale certificato da Ernst & Young, l´aeroporto a regime potrebbe superare i 2 milioni di passeggeri. Attualmente, il sistema aereoportuale siciliano ha oltre 12 milioni di passeggeri, circa 6 milioni Catania, 4.5 milioni a Palermo e 1.7 milioni a Trapani. Con una popolazione di 5 milioni che deve usare prevalentemente l´aereo per spostarsi e le potenzialità turistiche dell´isola, vi sono ampi margini di crescita per tutti gli aeroporti, senza che l´apertura di Comiso dreni traffico da altri scali. Lo spettacolare sviluppo di Trapani – avvenuto senza incidere sul numero di passeggeri di Palermo - fa ben sperare anche per Comiso. Dal 2006 Trapani è diventato un hub Ryanair, con il maggior incremento percentuale di traffico passeggeri Ryanair in Europa. Dal 2006 al 2010, l´aeroporto ha registrato un incremento di passeggeri del 440%. Nel 2011 vi è stato un´ulteriore crescita del 50% e, le proiezioni 2013 si avvicinano ai 2 milioni di passeggeri. Trend analoghi si registrano per gli aeroporti pugliesi. La forte crescita di Trapani ha portato a un incremento del 10% annuo del Pil nella provincia. In media, ogni turista porta 600 euro d´indotto. Se Comiso arriverà a 2 milioni di passeggeri si avrebbe una crescita del Pil di 1.2 miliardi nel territorio circostante. L´operatività dell´aeroporto porterebbe investimenti nelle costruzioni, infrastrutture di collegamento, alberghi, golf, ristorazione, moda, export, che potrebbero triplicare il Pil della provincia (attualmente di 500 milioni) e aumentare il Pil siciliano del 2%: la risposta più efficace alla disoccupazione, specie giovanile. Promozione dell´aeroporto di Comiso - Per il successo dell´aeroporto serve un´intensa attività di promozione presso le compagnie aeree e azioni di marketing del territorio in Italia e all´estero. La regione Sicilia e l´Ue hanno già investito centinaia di milioni per promuovere la rete infrastrutturale siciliana e il turismo nella Sicilia orientale, contribuendo anche alla realizzazione di numerose strutture turistico ricettive, inclusi due campi da golf. Per valorizzare questi investimenti, è essenziale continuare a utilizzare i fondi europei anche per promuovere l´aeroporto e il territorio circostante. Infine, il Governo dovrebbe riconsiderare la classificazione degli aeroporti Siciliani, in particolare di quello di Comiso, nel Piano per lo sviluppo aeroportuale.” |
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