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Notiziario Marketpress di
Giovedì 13 Giugno 2013 |
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LA SALUTE DEI DETENUTI IN TOSCANA: IL QUADRO NELLA NUOVA INDAGINE ARS
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Firenze, 13 giugno 2013
– La popolazione detenuta nelle carceri toscane è giovane (età media:
38,5 anni), con basso livello di istruzione, composta per la metà da stranieri
(i nord africani sono il gruppo etnico più rappresentato) e per la quasi
totalità (96,5%) maschile. Nonostante l’età media sia così bassa, oltre il 70%
dei detenuti sono comunque affetti da almeno una patologia: soprattutto disturbi
psichici, malattie infettive e disturbi dell’apparato digerente. Questi i dati
generali emersi dall’indagine che l’Ars (Agenzia Regionale di Sanità) Toscana ha
condotto nel 2012, in collaborazione con il Servizio sanitario regionale, per
verificare lo stato di salute della popolazione detenuta nelle carceri toscane.
I risultati dell’indagine verranno presentati il 17 giugno a Firenze nel corso
del convegno “Lo stato di salute dei detenuti italiani e il loro
rischio suicidario”, che si terrà nell’auditorium di Sant’apollonia, dalle 9
alle 13.30. I risultati dell’indagine sono stati presentati stamani, nel corso
di una conferenza a cui hanno preso parte Francesco Cipriani, direttore Ars
Toscana, Fabio Voller, dirigente Ars Toscana e curatore dell’indagine, e Barbara
Trambusti, dirigente assessorato diritto alla salute.
Monitoraggio della salute in carcere: l’indagine
Ars e la cartella clinica informatizzata della Regione
Toscana. L’indagine dell’Ars ha raccolto – con la forte
collaborazione dei professionisti che operano all’interno degli istituti
penitenziari – le informazioni socio-demografiche e cliniche di 3.329 detenuti
(cioè quasi l’80% dei presenti in Toscana alla data del 21 maggio 2012) ed è
alla sua seconda edizione: dal 2009 (anno della prima rilevazione) ad oggi si è
arrivati ad un buon livello di informatizzazione dei dati sanitari penitenziari,
ed è in fase di implementazione il progetto regionale di cartella clinica
penitenziaria informatizzata. Si tratta di una cartella sanitaria informatizzata
che è stata installata presso tutti gli istituti penitenziari toscani,
attraverso la quale – una volta a regime – sarà possibile monitorare in modo
sistematico lo stato di salute dei pazienti detenuti e gestire i loro
trattamenti sanitari (visite, cure e somministrazione di farmaci), garantendo
privacy e sicurezza. La Regione Toscana, a seguito della Riforma emanata nel
2008, pone particolare attenzione alla salute dei cittadini detenuti ed ha
avviato un processo di collaborazione e di dialogo con le istituzioni
dell’intero apparato penitenziario. Il processo è lungo e richiede la modifica
di norme giuridiche e la messa in sicurezza degli ambienti, ma l’adozione di
protocolli di cura idonei favorirà un miglioramento dell’intero processo
assistenziale riducendo il verificarsi di eventi a volte anche
drammatici.
Questi i dati sulla salute nelle carceri toscane rilevati dall’indagine
Ars
Disturbi Di Salute Mentale – Analizzando più in dettaglio i dati emersi
dall’indagine condotta nel 2012, emerge che – in linea con quanto affermato
dall’Organizzazione mondiale della sanità – i detenuti sono affetti soprattutto
da disturbi di natura psichica: le malattie psichiche rappresentano il 41% di
tutte le patologie riscontrate, prime per frequenza in tutti e 3 i principali
gruppi etnici che compongono la popolazione detenuta (italiani, nord africani,
est europei). “Fra i disturbi psichici – precisa Fabio Voller, dirigente Ars
Toscana – prevalgono i disturbi da dipendenza da sostanze (diagnosticati nel
52,5% dei detenuti affetti da disturbi psichici) e i disturbi nevrotici e di
adattamento (28,4% dei detenuti). Rispetto all’indagine Ars del 2009, le
diagnosi di disturbi psichici sono aumentate, a fronte invece di una riduzione
complessiva delle patologie: tale aumento è dovuto esclusivamente alla diagnosi
di tossicodipendenza che, a distanza di 3 anni, è aumentata di quasi 15 punti
percentuali. Un aumento così marcato del disturbo da dipendenza, difficilmente
spiegabile attraverso uno studio epidemiologico come il nostro, è comunque in
linea con i dati di altre recenti indagini anche
internazionali”.
Malattie Apparato Digerente, Infettive E
Parassitarie – Ai disturbi di salute mentale seguono per
frequenza i disturbi dell’apparato digerente (14,4% – in particolare del cavo
orale) e le malattie infettive e parassitarie (11,1%). Fra le malattie infettive
uno dei problemi maggiori è l’epatite C (probabilmente legata alla
tossicodipendenza), che incredibilmente riguarda in misura maggiore i detenuti
italiani (ma questo potrebbe dipendere solo dalla maggiore reticenza degli
stranieri a sottoporsi agli screening infettivologici). Per quanto riguarda
l’Hiv, solo l’1,2% dei detenuti toscani risulta Hiv positivo, dato nettamente
inferiore a quello internazionale medio (10%), ma anche a quanto riportato da un
recente studio multicentrico svolto in 9 strutture italiane attraverso la
valutazione sierologica. La spiegazione: un numero elevato di detenuti in
Toscana non è a conoscenza della patologia e probabilmente, non dando il proprio
consenso allo screening, aggrava la propria condizione clinica e diventa
un’importante fonte di contagio. Altre due patologie che interessano la
popolazione detenuta sono la tubercolosi (Tbc) e la
sifilide.
Tentato Suicidio E
Autolesionismo – I tentativi di suicidio ed i gesti di
autolesionismo rappresentano un’emergenza nel sistema carcerario italiano, così
come in quello di molti altri paesi, ma la situazione nelle carceri toscane è
migliore rispetto a quella italiana: nel corso dell’ultimo anno nelle carceri
toscane il 6,1% dei detenuti visitati ha messo in atto un gesto di
autolesionismo (in Italia è il 10,6% sul totale dei detenuti), mentre l’1,3% (44
soggetti) ha tentato il suicidio (in Italia la frequenza di tentati suicidi è
dell’1,9% sul totale dei detenuti). Il 95% dei detenuti toscani che ha tentato
il suicidio ha una diagnosi di malattia di tipo psichiatrico, prevalentemente
legata al disturbo da dipendenza da alcol o sostanze
(70%).
Permanenza In Cella E Attivita’
Lavorativa – Nonostante le strutture penitenziarie toscane
organizzino in media 5 ore di attività fisica (a cui partecipano però poco più
del 40% dei detenuti), la permanenza giornaliera in cella rimane davvero molto
elevata: i detenuti trascorrono infatti mediamente in cella oltre 17 ore al
giorno. Il 33,9% svolge un’attività lavorativa o manuale durante la detenzione.
Da una prima analisi sembra che i detenuti che svolgono un qualche tipo di
attività, pur in stato di coercizione, hanno una salute migliore rispetto agli
altri.
Minori Autori Di Reato – Fra i minori detenuti nelle carceri toscane, 78
sono i ragazzi che durante il periodo indice hanno avuto accesso alle strutture,
di cui 51 sono maschi. Solo il 29,5% di loro è italiano, la fascia di età più
rappresentata è quella 16-17 anni ed oltre il 30% dei ragazzi detenuti
presentano una patologia: si tratta soprattutto di problemi di dipendenza da
sostanze (in misura maggiore rispetto ai loro coetanei
liberi).
Salute in carcere: gli altri temi del convegno del 17
giugno
Il convegno si pone anche come momento di discussione e confronto: oltre
ai dati toscani sulla salute dei detenuti verranno infatti presentate le
esperienze di altre regioni – come l’Emilia Romagna – per promuovere interventi
mirati alle reali necessità di questi cittadini. Ma il convegno intende dare una
lettura più ampia del fenomeno e definire un concetto di salute che non sia solo
assenza di malattia ma stato di benessere, o nella fattispecie miglioramento
della condizione di vita della persona. Si affronterà quindi il tema del
suicidio in carcere, con i dati nazionali aggiornati ed un approfondimento sulla
prevenzione dei suicidi. Infine, verrà presentato l’avvio del progetto
ministeriale “Lo stato di salute dei detenuti degli istituti penitenziari di 6
regioni italiane: un modello sperimentale di monitoraggio dello stato di salute
e di prevenzione dei tentativi suicidari”, coordinato dalla Regione Toscana e
dall’Ars in collaborazione con le altre regioni
coinvolte.
Le attività della Regione per la tutela della salute dei
detenuti
Il lavoro di indagine svolto dall’Ars sulla salute dei detenuti rientra
nell’ambito delle attività messe in atto e sostenute dalla Regione Toscana che
da tempo e coerentemente lavora per garantire in ambito penitenziario il diritto
ad un’assistenza sanitaria pari a quella dei cittadini liberi. Un lavoro di
monitoraggio e di indagine sullo stato di salute dei detenuti in toscana è
importante e necessario per mettere a punto nuove strategie, più efficaci e
mirate da parte dell’assessorato alla salute. Nel lungo percorso seguito
coerentemente dall’assessorato si è arrivati ad oggi alla definizione di linee
di intervento per la tutela del diritto alla salute di detenuti e internati
negli istituti compresi nel territorio toscano. La continuità e costanza di
questo percorso ha condotto ad un confronto costruttivo, inevitabile per
realizzare efficacemente le linee guida approvate, con il Provveditorato
dell’amministrazione penitenziaria, il Centro di Giustizia minorile e le Asl,
prime protagoniste nella gestione del processo di miglioramento. L’adozione di
protocolli di cura idonei favorirà un miglioramento dell’intero processo
assistenziale riducendo il verificarsi di eventi a volte anche
drammatici.
Rispetto alle problematiche emerse dall’indagine di Ars – salute mentale
malattie, tentato suicidio, minori – l’Assessorato alla Salute, a partire dal
2008 (passaggio delle funzioni sanitarie alle Aziende sanitarie locali) ha
definito linee di indirizzo e protocolli interistituzionali progressivamente
attuati. Nell’ambito della ‘tutela della salute mentale’, esistono oggi precise
linee di indirizzo per la prevenzione del rischio suicidario; a queste sono
seguiti protocolli specifici dei singoli istituti ‘a firma congiunta’ fra
azienda di riferimento e Direzione dell’istituto. In più, il finanziamento di
progetti per la garanzia dell’assistenza psicologica ha raddoppiato di fatto le
ore di assistenza garantite: un maggiore numero di ore consente anche una più
adeguata accoglienza dei nuovi giunti e la prevenzione del rischio
suicidario.
A proposito delle malattie più frequenti rilevate dall’indagine Ars,
l’impegno regionale è testimoniato dai valori relativi alle singole discipline
specialistiche (come rilevato dal monitoraggio 2012 in attuazione del Dpcm
1.4.2008) che evidenziano un’elevata copertura interna agli istituti
penitenziari nelle discipline di cui esiste maggiore necessità: l’assistenza
psichiatrica è garantita in tutti gli istituti penitenziari; la presenza degli
infettivologi è strutturata (è presente per quasi il 50% degli istituti) e
garantisce più controlli e più cure su misura. Sul tema dei minori è stato messo
in atto un percorso congiunto tra Assessorato e Centro di Giustizia minorile
allo scopo di individuare percorsi appropriati per la presa in carico dei minori
autori di reato per i quali è necessario accertare tempestivamente i bisogni di
salute. |
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