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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 19 Giugno 2013 |
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VESPA CINESE DEL CASTAGNO, A SASSO MARCONI IL PUNTO SULLA LOTTA BIOLOGICA AL PARASSITA. NEL 2013 RADDOPPIATI I LANCI: BEN 155 SU TUTTO IL TERRITORIO REGIONALE. UN´ ULTERIORE TAPPA VERSO IL CONTENIMENTO DEL PERICOLOSO INSETTO
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Bologna - Continua, si
rafforza e comincia a dare risultati concreti l’impegno della Regione
Emilia-romagna contro la vespa cinese del castagno. Nel mese di maggio sono
stati realizzati su tutto il territorio regionale 155 lanci di Torymus, il
parassitoide che si nutre delle larve dell’insetto, oltre il doppio di quelli
compiuti nel 2012.
Ma non solo: una parte dei
Torymus utilizzati provengono direttamente da castagneti nei quali è in corso
dal 2010 la lotta biologica, segno dunque che l’antagonista della vespa cinese
si sta ambientando e ha cominciato a riprodursi. Un dato questo che è
confermato dalle rilevazioni che vengono periodicamente compiute dal Servizio
fitosanitario della Regione. Considerando l’esperienza del Piemonte, la prima
regione colpita nel 2002 dal pericoloso insetto, affinché si ristabilisca una
situazione di equilibrio tra Vespa Cinese e Torymus occorrono in media 6-7
anni.
Il punto è stato fatto oggi
a Sasso Marconi in provincia di Bologna nel corso di un incontro promosso dalla
Regione, al quale hanno partecipato tecnici e ricercatori del Servizio
fitosanitario della Regione, dei Consorzi Fitosanitari Provinciali,
dell’Università di Modena e Reggio, del Centro Agricoltura Ambiente “Giorgio
Nicoli”, oltre ai rappresentanti dei Consorzi e delle Associazioni dei
castanicoltori.
“La lotta biologica alla vespa cinese in
Emilia-romagna - ha spiegato l’assessore
regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - ha realizzato quest´anno
un´ulteriore tappa verso il contenimento del pericoloso insetto che colpisce i
castagneti. Il prossimo anno effettueremo un´ulteriore importante campagna di
lanci, soprattutto nelle aree dove il processo riproduttivo biologico dell´antagonista
non procede speditamente, con particolare attenzione ai castagneti da frutta e
a quelli di valore storico-monumentale. A settembre ospiteremo in Regione il
quarto convegno europeo del castagno. Sarà l´occasione per confrontare la
nostra esperienza con quella delle altre realtà europee impegnate come noi
nella lotta alla vespa cinese e per chiedere un maggiore sostegno all’Europa e
ai Governi nazionali”.
Come negli anni passati,
anche nel 2013 i lanci sono stati compiuti nelle aree a più forte vocazione
castanicola e prevalentemente lungo i crinali, perché questo facilita la
diffusione del Torymus: 71 sono stati quelli realizzati nel bolognese; 3 in
provincia di Piacenza; 12 in provincia di Parma; 11 in provincia di Reggio
Emilia; 14 nel modenese; 19 nel ravennate; 14 in provincia di Forlì-cesena; 8
in provincia di Rimini e 3 nella Repubblica di San Marino.
Dei 155 lanci, 70 sono stati
realizzati utilizzando il Torymus
sinensis prodotto nella
biofabbrica-castagneto di Carpineti (Re) gestita dal Servizio fitosanitario regionale; 28 grazie
al contributo del Ministero delle politiche agricole che ha varato un progetto
nazionale di lotta alla vespa cinese del castagno e 57 dai Gal “Appenino
bolognese” e “L’altra Romagna” con risorse del Piano regionale di sviluppo
rurale, oltre che dei Consorzi Castanicoltori e della Provincia di
Ravenna. Da quest’anno partecipa
all’allevamento del parassitoide anche il laboratorio di Entomologia del Centro
Agricoltura Ambiente “Giorgio Nicoli”, che
gestirà una seconda biofabbrica di Torymus sinensis in provincia di Bologna.
Non va poi dimenticato
l’impegno privato che si affianca a quello pubblico. Centinaia di lanci infatti
sono stati compiuti direttamente dai Consorzi di castanicoltori, come è il caso
di quelli di Castel del Rio e di Casola Valsenio.
Perchè la lotta biologica -
I trattamenti chimici non
servono contro la vespa cinese del castagno, oltre ad essere pericolosi da un
punto di vista ambientale. La lotta biologica invece funziona, ma richiede
tempi più lunghi. A differenza di altri “insetti utili” utilizzati in agricoltura,
il Torymus infatti non può infatti
essere allevato in laboratorio, ma è necessario che trovi direttamente nei
castagneti le condizioni favorevoli per sopravvivere e riprodursi nelle galle,
ingrossamenti della foglia di 5-20 mm di diametro, al cui interno ci sono le
larve della vespa cinese. Nel 2010 – anno di avvio della lotta biologica alla
vespa cinese del castagno - i lanci di
Torymus nei boschi dell’Emilia-romagna sono stati 4; nel 2011 12; mentre nel
2012 si è passati a 62 lanci. Il tutto con una spesa a tutt’oggi di quasi 95
mila euro, di cui 40 mila dal bilancio della Regione, 40 mila dal Ministero
delle politiche agricole e circa 15 mila euro messi a disposizione dall’Asse 4
del Piano di Sviluppo Rurale attraverso i progetti dei Gruppi di Azione Locale
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