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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 19 Giugno 2013 |
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GIORNATA ECONOMIA: AD ASTI BENE TURISMO ED EXPORT, EDILIZIA IN CRISI
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Asti, 19
giugno 2013 - Un quadro pervaso da forti criticità in tutti i comparti, quello
presentato da Mario Sacco, presidente della Cdc di Asti, durante la
presentazione del rapporto annuale sulla situazione economica locale,
presentato nelle sale di Palazzo Borello, nell´ambito dell´11°a Giornata
dell´Economia. Sacco ha tenuto a sottolineare due dati particolarmente
preoccupanti: la grave battuta d´arresto del comparto edile e il tasso di
disoccupazione giovanile, che ormai tocca quattro giovani su dieci tra i 15 i i
24 anni. A livello strutturale e congiunturale, gli unici segnali in
controtendenza arrivano dal settore turistico-alberghiero (che in un anno ha
visto crescere il numero delle imprese dell´1,3%) e dall´export che ha chiuso
il 2012 con un fatturato in crescita dello 0,7% rispetto al 2011, comunque
largamente inferiore alla crescita registrata a livello piemontese e nazionale.
Gli
indicatori economici
A fine
2012 le aziende della provincia di Asti iscritte al Registro delle Imprese sono
25.387, 563 in meno rispetto all’anno precedente. Nel corso dell’anno sono
state registrate 1.540 nuove iscrizioni a fronte di 1.686 cessazioni,
corrispondenti ad un tasso di sviluppo di -2,2%. L’andamento negativo ha
coinvolto tutta la regione che ha fatto registrare un tasso medio di sviluppo
pari a -1,3% contro un calo dello 0,33% a livello nazionale. Dall’esame delle
variazioni annuali dello stock per settore di attività, si osservano dati in
lieve crescita per le attività di alloggio e ristorazione (+1,3%) e per i
servizi (+0,3%); risultano, invece, negative, le variazioni registrate dagli
altri settori economici. L’agricoltura, con un totale di 7.465 imprese, perde
233 unità produttive (-3%). Le attività manifatturiere sono complessivamente
2.264 e registrano un calo di 33 unità (-1,4%); i settori che evidenziano i
saldi negativi più consistenti sono quelli della fabbricazione di macchinari,
di apparecchiature elettriche, di articoli in gomma e materie plastiche,
l’industria dei legno e dei prodotti in legno. Le costruzioni che fino al 2011,
pur denunciando una situazione di crisi, avevano resistito, nel 2012, hanno
visto la cessazione di 418 unità a fronte di 234 nuove iscrizioni corrispondente
ad un tasso di crescita negativo (-4,6%). Glli operai impiegati hanno
registrato una diminuzione di 201 unità con riferimento all’anno 2012 e di
quasi 1.000 unità se si prende in considerazione l’ultimo quinquennio. Il
commercio denuncia un calo di 99 imprese, operanti sia nel comparto al
dettaglio che all’ingrosso, mentre le imprese di trasporto e magazzinaggio sono
diminuite di 21 unità (-4,2%). Osservando l’evoluzione del sistema
imprenditoriale nell’ultimo decennio, si nota un forte ridimensionamento
dell’agricoltura (da 9.765 imprese nel 2003 a 7.465 nel 2012, pari ad - 23,6%),
delle attività manifatturiere (da 2.682 unità produttive nel 2003 a 2.264 nel
2012, -15,6%) e dei trasporti (da 677 unità nel 2003 a 481 nel 2012, pari a
-29%). Il calo, anche se in misura più contenuta, coinvolge anche le attività
commerciali (da 5.312 nel 2003 a 5.093 nel 2012, -4,1%); le imprese turistiche
ricettive e della ristorazione crescono in 10 anni di 534 unità (+64,5%) ed i
servizi di 853 unità (+26,8%).
Imprese
artigiane in calo del 3,7%
Il
comparto artigiano, con 6.729 imprese, rappresenta oltre un quarto del sistema
imprenditoriale della provincia di Asti. Nel 2012 si sono iscritte 516 imprese
a fronte di 772 cessazioni con un saldo negativo
di 256 imprese e un conseguente tasso di sviluppo pari a –
3,7%. La perdita più consistente di imprese è riferita al settore delle
costruzioni che nel 2012 registra 242 nuove iscrizioni a fronte di 409
cessazioni e fa registrare un saldo negativo di 167 unità, indice evidente
della grave crisi che sta attraversando il comparto.
Imprese
straniere in controtendenza
Le imprese
a titolarità straniera a fine 2012 sono complessivamente 2.275, 55 in più
rispetto all’anno precedente. In controtendenza con la dinamica generale, il
saldo iscrizioni (298) cessazioni (262) è stato positivo per 36 unità
corrispondenti ad un tasso di sviluppo dell’1,6%. Le imprese straniere costituite da giovani
sono 548 e rappresentano quasi un quarto del totale. L’imprenditoria straniera
opera prevalentemente nell’edilizia (33%), nel commercio (24%), in agricoltura
(9%), nei servizi ricettivi e della ristorazione (6%) e in attività
manifatturiere (8%). Le aree maggiormente rappresentate sono l’Africa
settentrionale con 565 titolari/soci/amministratori d’impresa, l’Albania con
550, i Paesi d’Europa non appartenenti alla Comunità Europea (490), i Paesi del
Sud e Centro America (158).
Imprese
femminili e giovanili in calo
Le imprese
a titolarità femminile a fine 2012 sono 6.286 e rappresentano quasi un quarto
del sistema imprenditoriale astigiano. Con 412 nuove iscrizioni e 563
cessazioni la provincia di Asti registra un tasso di crescita negativo
(-1,16%), peggiore della media regionale (-0,27%). Gli ambiti di attività in
cui la presenza femminile è più forte sono l’agricoltura (36,5%), il commercio
(22,4%), i servizi (22%), le attività ricettive e della ristorazione (6,8%), le
attività manifatturiere (5%). Le imprese condotte da giovani con meno di 35
anni sono 2.483, in calo del 6,1% rispetto al 2011. Il 25% delle imprese
giovanili opera nel settore delle costruzioni, seguono: il commercio (543 imprese,
21,9%), i servizi (443, 17,8%), l’agricoltura (419, 16,9%), le attività ricettive e della
ristorazione (174, 7%), le attività manifatturiere (164, 6,6%).
Occupazione:
persi 1.100 posti in edilizia e 1.200 in agricoltura
In
provincia di Asti nell’anno 2012 gli occupati sono 88.800, il 2,7% in meno
rispetto all’anno precedente. Il terziario assorbe 52.200 lavoratori, quasi il
60% degli occupati della provincia di Asti. Seguono l’industria che dà
occupazione a 22.900 unità lavorative, le costruzioni con 7.200 lavoratori ed
infine l’agricoltura con 6.500 unità. Solo il settore terziario mostra una
capacità di tenuta e conferma i valori occupazionali dell’anno precedente. La
flessione più consistente si riscontra nel comparto agricolo che evidenzia un
calo di 1.200 lavoratori pari ad una variazione percentuale del 15%.
Un giovane
su quattro non studia e non lavora
Le persone
in cerca di occupazione sono 7.200, pari ad un tasso di disoccupazione del
7,5%, il più alto registrato dal 2004 ad oggi. Balza all’occhio l’elevata
disoccupazione giovanile. Nel 2012 il tasso di disoccupazione nella fascia di
età compresa tra i 15 ed i 24 anni è passato dal 26,8% al 39,3%. In media oltre
un ragazzo su tre non lavora, non frequenta corsi di apprendistato e non studia.
Il dato provinciale supera la media regionale di 7,4 punti percentuale e
quella nazionale 0,3 punti. Le cose sembrano andare un po’ meglio per la
classe di età da 25 a 34 anni che evidenzia un tasso di disoccupazione del
7,4%, inferiore di oltre 4 punti rispetto alla media regionale e di quasi 8
punti sul dato nazionale.
Cassa
integrazione: quasi 6 milioni di ore autorizzate nel 2012
Nel 2012
in provincia di Asti sono state autorizzate 5.628.117 ore di cassa
integrazione, il 15,9% in più rispetto all’anno precedente. Nel contesto
piemontese la provincia di Asti registra dati in crescita rispetto al 2011, la
media regionale risulta invece diminuita dell’1,7%, mentre a livello nazionale
si evidenzia una crescita del 12,1%. Se da un lato la Cig ordinaria è diminuita
del 3,9%, la cassa integrazione in deroga risulta quasi raddoppiata. Nel primo
quadrimestre 2013 il ricorso alla Cassa integrazione è stato di 2.235.072 ore,
il 12,3% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
La
ricchezza prodotta
Il valore
aggiunto a prezzi correnti conseguito dalla provincia di Asti nel 2011 ammonta
a 4.878,4 milioni di euro. Il valore aggiunto procapite ammonta ad euro
21.992,14, il 12,8% in meno della media regionale ed il 5,4% in meno di quella
nazionale. La composizione del valore aggiunto provinciale risulta così
distribuita: agricoltura 150,4 milioni di euro ( 3,1% del totale); industria
1.446 milioni di euro, di cui 1.073,6 riferiti all’industria e i restanti 372,4
alle costruzioni (29,6% del totale); servizi 3.282 milioni di euro (67,3% del
totale).
Per la
provincia di Asti il valore aggiunto
derivante dal sistema cultura è di 245,2 milioni di euro. Contribuiscono
alla sua produzione le industrie creative (architettura, comunicazione e
branding, design, artigianato) con un apporto di 156,2 milioni, le industrie
culturali (film, radio-tv, videogiochi e software, musica, libri e stampa) con
71,7 milioni, il patrimonio storico artistico con 3,7 milioni ed infine le
attività di spettacolo ed intrattenimento con 13,5 milioni. Nel 2011 in
provincia di Asti sono 6.897 le famiglie che vivono in condizioni di povertà
relativa, il 4% in più rispetto al 2010, con un’incidenza del 7,1% sul totale
delle famiglie.
Nel 2012
l´Astigiano ha esportato merci per un valore di 1 miliardo e 306 milioni di
euro, +0,7% rispetto al 2011 (dati Istat provvisori). La crescita è largamente
inferiore alla media nazionale (+3,7) e regionale (+2,9%). In termini di valore, il 59,7% dell´export
astigiano è rappresentato da prodotti della metalmeccanica e dell´elettronica:
781 milioni di euro il totale. In questo contesto l´indotto auto (accessori e
motori) perde un netto 7% in valore scendendo a 166 milioni di euro, mentre gli
impianti e i macchinari guadagnano un
7,4% totalizzando 338 milioni di vendite all´estero. Il comparto alimentare si
conferma al secondo posto, con un valore assoluto di 311 milioni di euro pari
il 23,8% del totale. Le bevande (vino, spumanti e liquori) hanno fatturato
all´estero per 226 milioni di euro, con una perdita del 7 per cento rispetto
all´anno precedente. Nel distretto alimentare la crisi economica penalizza
anche i prodotti da forno e farinacei che perdono valore per l´8,4% su base
annua (22 milioni esportati) mentre si apprezza del 20% l´export di carne
lavorata e prodotti a base di carne (11,3 milioni). Terzo per valore è il
settore della chimica, gomma, plastica con un export di 116 milioni di euro, in
crescita del 17 per cento sul 2011, dato che va tuttavia soppesato con
l´aumento della materia prima petrolifera. Analizzando i primi cinque mercati
esteri, per il made in Asti si scopre che la Francia ha acquistato prodotti in
metallo per un terzo del valore complessivo (82 milioni); la seconda voce di
spesa è rappresentata da macchine e impianti (45 milioni), seguita da
componentistica auto (31 milioni). I prodotti alimentari sbarcati in Francia
ammontano a 21 milioni di valore, vini e bevande valgono circa 6 milioni di
euro. Il 55% dell´export diretto alla Germania (130 milioni) è costituito da beni
del comparto metalmeccanica ed elettronica; il Regno Unito, terzo paese in
assoluto per export, vede al primo posto la voce alimentare con 43 milioni: di
questi 23 milioni sono bevande, nella parte restante è rilevante la quota
rappresentata dai prodotti dell´industria conserviera. Nel caso degli Stati
Uniti il comparto prevalente è rappresentato dalle bevande con 58 milioni, pari
al 64% dell´export totale. Il quinto
mercato per export è la Spagna, dove al primo posto vediamo nuovamente i
prodotti alimentari con 63 milioni di cui 2 milioni sono bevande. La bilancia
commerciale dell´Astigiano, ovvero il saldo tra import ed export, è positiva
per 368 milioni, dato in miglioramento
rispetto al 2011 (321 milioni). Il risultato si deve principalmente ai due settori che trainano il made in Asti
nel mondo: la meccatronica (472 milioni di import contro 780 milioni di export)
e l´alimentare (85 milioni di import contro 311 di export ).
Il credito
Secondo i
dati Bankitalia al 31 dicembre 2012, l’ammontare dei prestiti bancari erogati
dagli istituti di credito della provincia di Asti, al netto delle sofferenze e
dei prestiti contro termine, è di 4.953 milioni di euro e non presenta
variazioni di rilievo rispetto all’anno precedente. I destinatari principali
dei finanziamenti sono le famiglie che assorbono il 51% dell’ammontare totale e
le imprese a cui va il 44%. Guardando alla consistenza dei finanziamenti oltre
il breve termine, si evidenzia per il 2012 un importo erogato pari a 3.686
milioni di euro, corrispondenti ad un incremento del 30% rispetto al 2008,
superiore a quello registrato a livello regionale (+12,3%) e nazionale (7,8%).
La consistenza dei depositi bancari raggiunge al 31 dicembre 2012 la quota di
3.798 milioni di euro, in crescita del 3,1% rispetto all’anno precedente. Il
trend appare decisamente più contenuto rispetto all´incremento registrato a
livello regionale (+6,5%) e nazionale (+6,9%).
Industria
manifatturiera: nel primo trimestre 2013 produzione in calo del 5,5%
Nel primo
trimestre 2013 la produzione industriale della provincia di Asti ha registrato
un calo del 5,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il dato è
superiore alla media piemontese (-5,1); peggio di Asti si piazzano solo Torino (-6,3) e Novara (-6,4). La situazione
astigiana appare tuttavia in miglioramento rispetto all´ultimo semestre 2012,
quando il segno negativo sfiorava il 9 per cento. La sofferenza maggiore tocca
le grandi imprese (da 250 addetti in su) che perdono il 9,5% in produttività;
le imprese da 10 a 49 addetti denunciano un calo del 6,2% mentre quelle sotto i
10 addetti si fermano al -5,9%. La perdita più contenuta (-1,4%) riguarda il
campione di imprese con un numero di addetti compreso tra 50 e 250.
Le
previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali per il 1° trimestre 2013
L’indagine
trimestrale Excelsior relativa alla provincia di Asti evidenzia una previsione
di 680 nuovi posti di lavoro, a fronte di 670 cessazioni, da cui deriva un
saldo positivo di 10 unità. L’industria
è il settore che presenta il più alto fabbisogno occupazionale con una
previsione di 390 unità in entrata, di cui 280 nelle attività manifatturiere e
110 nel settore delle costruzioni. I servizi prevedono di assorbire 290
lavoratori, di cui 70 nel settore del commercio e del turismo. Dei 680 posti di lavoro complessivi 410 sono
con contratto di lavoro dipendente, 90 sono lavoratori interinali, 80 sono
contratti a progetto e 100 sono collaboratori occasionali a partita Iva. Le figure professionali più richieste sono le
professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (160 unità),
le professionalità tecniche (80 unità), gli operai specializzati (30 unità), i
conduttori di impianti (50 unità). Le assunzioni riferite ad alte professionalità
(dirigenti, specialisti e tecnici) sono 70, il 18%.
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