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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 19 Giugno 2013 |
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VENETO: IN CINQUE ANNI PERSI 23 MILIARDI DI PIL, NEL 2013 -1,2% L’AUMENTO IVA AL 22% ERODERÀ 122 MILIONI AI CONSUMI INCIDENDO PER IL 16% SUL REDDITO FAMILIARE A SETTE AZIENDE DEL VENETO IL PREMIO REGIONALE PER LO SVILUPPO ECONOMICO
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Venezia,
19 giugno 2013 - In cinque anni la crisi ha sottratto al Veneto 23
miliardi di euro di Pil e nel 2013 la flessione proseguirà con un
-1,2%. In questo quadro l’aumento
dell’aliquota Iva al 22% comporterà una flessione dei consumi nel 2013 pari a
122 milioni. Lo scenario è stato tracciato stamattina, presso la
restaurata sede della Camera di Commercio di Venezia in centro storico, durante
la presentazione del rapporto “La situazione
economica del Veneto”, curato dal Centro
Studi Unioncamere
Veneto giunto alla sua 46esima edizione. A fare gli onori di casa
Giuseppe Fedalto, presidente
Camera di Commercio di Venezia. A seguire Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere
Veneto, mentre le relazioni tecniche sono state a cura di Gian Angelo
Bellati
e Serafino Pitingaro,
rispettivamente segretario generale e responsabile Area Studi e Ricerche
Unioncamere Veneto. Lavori chiusi da Fabrizio
Pezzani, professore ordinario di Programmazione e Controllo nelle
Pubbliche Amministrazioni dell’Università Bocconi di
Milano.
Secondo le stime più
recenti, nel 2013 il Veneto registrerà una
flessione del Pil pari al -1,2% e solo dal 2014 tornerà a crescere
con un +0,9%. Da traino saranno ancora le esportazioni, previste in aumento del
+4,4% (+2,7% per l’Italia) quest’anno, mentre il 2014 dovrebbe riservare una
crescita del +5,2%. Di contro, il 2013 continuerà a registrare contrazioni per
consumi delle famiglie (-2,4%) e investimenti delle imprese (-4,6%), sebbene in
ripresa rispetto ai valori 2012. Le ripercussioni sull’occupazione porteranno,
nel 2013,
a un calo del -1,1% delle unità lavoro, col tasso di
disoccupazione che salirà al 7,6%.
Il
Veneto ha chiuso il 2012 con una flessione del Pil del
-2,3%, annullando la
crescita del biennio 2010-2011 (+1,3%). La caduta è in linea con quella di
Emilia Romagna (-2,4%), Piemonte (-2,3%), Toscana (-2,3%) e Lombardia (-2%).
Complessivamente, dal 2008 al 2012, la crisi
ha comportato una perdita di Pil pari a 23 miliardi di euro: 130
miliardi del Pil reale, senza crisi, avrebbero raggiunto i 153 miliardi. Il
numero di imprese attive ha registrato una flessione del -1,2%, pari a oltre
5.600 unità (poco più di 450mila unità). Il mercato del lavoro ha registrato un
saldo occupazionale negativo di oltre 15mila posti: perdite più ingenti nelle
costruzioni (-20,1%) e industria (-17,5%). La produzione industriale ha segnato
una flessione media annua del -4,3%. Crolla l’andamento delle vendite al
dettaglio (-5,8%). E’ proseguita la contrazione dell’attività di prestito del
sistema bancario (-2%). Continua la tendenza positiva nel turismo: nel 2012
+0,3% degli arrivi, pari a oltre 15,8 milioni di visitatori, mentre scendono del
-1,7% le presenze, pari a 62,4 milioni.
A seguito delle
manovre finanziare di austerità del biennio 2011-2012, nel 2013 il Veneto avrà
una perdita di Pil di 1,9 miliardi di euro
(-1,3%). Valori analoghi anche negli anni successivi. Le misure di
austerity spiegano una caduta dei consumi di
circa 1,3 miliardi di euro (-1,4% rispetto alla tendenza “ante
manovre”) e una flessione degli investimenti
di 700 milioni di euro (-2,1%). Stimando l’impatto sul reddito
disponibile delle famiglie (ciò che resta per i consumi dopo il pagamento delle
imposte dirette), le famiglie venete hanno
subìto un’erosione di 397 euro ciascuna.
L’aumento
dell’aliquota Iva al 22%, che scatterà il prossimo primo luglio a meno che il
Governo non individui le risorse necessarie (2 miliardi nel 2013, 4 miliardi dal
2014), comporteranno un’ulteriore contrazione di consumi e investimenti:
i consumi fletteranno di 122 milioni nel
2013 e di 259 milioni nel
2014, mentre gli investimenti si
ridurranno di ulteriori 80 milioni quest’anno e di 157 milioni nel 2014. Nel complesso, il
Veneto perderebbe un’ulteriore quota di Pil,
stimata in 211 milioni per il 2013 e in 421 milioni dal 2014.
L’aumento dell’Iva farebbe inoltre crescere l’incidenza di tale imposta sul reddito disponibile
delle famiglie venete, passando dall’attuale 15,6% al 16,1%: lo
scostamento sarebbe, in media, pari allo 0,47%. Gli effetti sarebbero più pesanti per le
famiglie con reddito basso: +0,82% per i nuclei familiari situati nel primo
decile, mentre si ridurrebbe al +0,16% per le famiglie nel decile più
ricco.
Dichiarazione
di Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del
Veneto
«Il 2012 è stato un altro anno di recessione, ma anche
il 2013 sarà difficile. L’economia del Veneto sta attraversando la crisi più
lunga della sua storia. Se l’inversione di tendenza ci sarà, sarà sicuramente
più spostata verso fine anno e comunque legata ad auspicabili politiche per la
crescita decise in ambito europeo. Finché l’Europa continuerà ad imporre solo politiche
economiche volte al contenimento dei debiti sovrani e al risanamento dei conti
pubblici nazionali, difficilmente potrà esserci spazio per un vero rilancio. Il
Fmi ha dimezzato anche le previsioni 2013 sul Pil della Germania. Un chiaro
effetto del “risanamento eccessivo” imposto ai Paesi periferici, al quale sarà
necessario rinunciare se si vogliono evitare significativi rischi sulle
prospettive dell’economia europea. È intorno all’impresa e al lavoro che il
Veneto ha costruito tutti i suoi primati, ma oggi non basta più. Anche il
sistema pubblico deve fare la sua parte. Su questo si gioca il futuro del
sistema economico e il benessere sociale del
territorio».
Dichiarazione
di Giuseppe Fedalto, presidente camera di Commercio di
Venezia
«Stiamo vivendo una delle crisi più “nere” della
nostra storia. Solo per restare nel sistema produttivo veneziano, anche in anni
di recessione come 2009, 2010 e 2011 il numero di imprese era sempre aumentato.
Nel 2012, e nei primi mesi del 2013, per la prima volta invece il saldo è
negativo. In 15 mesi abbiamo perso oltre 2.300 imprese. Vorrei rimarcare due
necessità fondamentali. Primo: gli enti pubblici, i loro amministratori e i
soggetti che muovono lo sviluppo e la crescita sono chiamati ad uno sforzo
straordinario e a un gioco di squadra per sostenere il nostro sistema
imprenditoriale. Secondo: dobbiamo crederci, guardare ancora con fiducia il
futuro e confidare che prima o poi riusciremo ad agganciare la ripresa. La
strada ce la indicano proprio le sette imprese che vengono premiate
oggi».
I
Vincitori del “Premio regionale per lo sviluppo economico del
Veneto”
Errebi
s.P.a. – Cibiana di Cadore,
Belluno
Gruppo
Icat s.R.l. – Padova
Pali
Campion s.R.l. – Fratta Polesine,
Rovigo
De’
Longhi s.P.a. –
Treviso
Bidon
s.R.l. – Fossalta di
Portogruaro, Venezia
Fondazione
Arena di Verona –
Verona
Colli
Vicentini s.C.a. – Montecchio
Maggiore, Vicenza |
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