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Notiziario Marketpress di
Giovedì 27 Giugno 2013 |
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TOSCANA: UN APPELLO A RIVEDERE IL PATTO DI STABILITÀ: RICHIESTA UNANIME DI REGIONE, COMUNI E PROVINCE
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Firenze, 27
giugno 2013 – “Le regole del patto di stabilità vanno modificate”dice
l’assessore al bilancio e al rapporto con gli enti locali della Toscana,
Vittorio Bugli. L’annuncio arriva nel corso di una conferenza stampa convocata
a Firenze per illustrare la quota di spesa regionale – 33 milioni ora e 61
milioni alle fine di maggio – ceduta agli enti locali toscani. Accanto a Bugli
ci sono i rappresentanti dell’associazione dei Comuni (Anci), dei Comuni
montani (Uncem) e delle Province (Upi).
La Regione
chiede al governo “di aprire qualche valvola” – “Qualcosa va fatto e un segnale
va dato – prosegue Bugli –, perché le regole del patto così come vengono
applicate oggi rischiano davvero di diventare un problema, inverosimile in una
situazione così. Possibile che si metta a rischio l’utilizzo dei fondi europei
perché il patto blocca la quota di compartecipazione della Regione? Possibile
che opere per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico o
della sicurezza sismica non possano partire, rasentando i limiti dell’incostituzionalità?
Oppure che non si possano eseguire lavori sulle scuole? Almeno su certi fronti
occorrerebbe che il governo aprisse qualche valvola”. Il patto di stabilità è
diventato un problema non solo per gli enti locali ma anche per la Regione: dal
2012 la Toscana ha subito tagli al patto per 300 milioni. “Di conseguenza –
annota l’assessore – riusciremo a realizzare solo parte degli investimenti
previsti e necessari”. C’è poi un paradosso nel paradosso: “Le regole – spiega
Bugli – non sono uguali per tutti. Se applicassimo quelle dell’Eurostat avremmo
160 milioni in più da spendere”.
Lavori per
l’adeguamento sismico delle scuole bloccati – Anche Comuni e Province non
contestano il patto di per sé – uno strumento della regolazione della finanza
pubblica è giusto che ci sia – quanto le regole scelte. “Serve un patto di
stabilità diverso – spiega Marco Mairaghi, sindaco di Pontassieve e
responsabile per la concertazione dell’Anci Toscana – Viviamo una fase in cui i
bisogni delle comunità crescono e le risorse che possono mettere in campo le
pubbliche amministrazioni diminuiscono. Tra i tanti paradossi c’è quello dei
lavori per l’adeguamento sismico delle scuole. I progetti sono tutti pronti, da
tempo, ma i cantieri sono bloccati dal patto di stabilità”. Grazie alla Regione
e al governo arriveranno in soccorso adesso alcune centinaia di milioni di
maggiore spesa autorizzata. “Risolvendo in parte – annota Mairaghi – anche
alcuni elementi di distorsioni che erano nel decreto sui pagamenti della
pubblica amministrazione, che rischiava di essere una sanatoria per chi il
patto (non in Toscana) l’aveva applicato non proprio alla lettera. L’obiettivo
però è cambiare il patto”.
Di
situazione insostenibile parla anche Oreste Giurlani, presidente dell’Uncem
Toscana. Al riguardo ricorsa la situazione che stanno vivendo alcuni comuni
colpiti dal sisma in Lunigiana e Garfagnana, costretti a lavori di somma
urgenza e per questo a sforare il patto, se non sarà riconosciuto dal governo
lo stato di emergenza.
Un patto
che genera recessione - “La cessione agli enti locali da parte della Regione di
una quota di capacità di spesa è un provvedimento necessario, importante e
quindi utile – conclude Tiziano Lepri per l’Upi – Quella della Regione è stata
anche un’iniziativa tempestiva. Non so però se sarà sufficiente perché possiamo
mantenere gli impegni assunti e garantire quel flusso di investimenti necessari
al territorio. Le regole attuali del patto di stabilità purtroppo salvaguardano
la spesa corrente ma comprimono gli investimenti, generando un effetto
recessivo sull’economia che è l’opposto di quello che sarebbe necessario”.
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