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Notiziario Marketpress di
Martedì 09 Luglio 2013 |
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INQUINAMENTO ACQUE SUPERFICIALI IN UNA TRENTINA DI COMUNI VENETI ATTIVATA DIREZIONE PREVENZIONE, GIA’ ASSUNTE MISURE. ISS RASSICURA SU RISCHIO PER PERSONE”. IN ITINERE INFORMATIVA ALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA
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Venezia, 9 luglio 2013 - Le acque superficiali di una
trentina di Comuni veneti, principalmente della provincia di Vicenza, e di
quelle limitrofe di Padova e Verona, sono interessate da livelli di
inquinamento di diversa entità da
sostanze perfluoro-alchiliche (Pfoa), composti utilizzati principalmente per
rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti,
carta, rivestimenti per contenitori di alimenti.
Lo ha evidenziato una campagna di misurazioni
effettuata dal centro Nazionale delle Ricerche in accordo con il Ministero
dell’Ambiente.
L’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, non
appena informato, ha immediatamente attivato i tecnici del dipartimento
regionale prevenzione che hanno richiesto un parere all’Istituto Superiore di
Sanità sulle possibilità di rischio per la popolazione.
E’ in itinere una dettagliata informativa all’autorità
giudiziaria competente e sono già stati attivati i controlli di competenza
dell’Arpav.
“L’iss – informa Coletto – ha rassicurato sull’assenza
di un rischio immediato per la popolazione, ma a scopo cautelativo ha
consigliato l’adozione di misure di trattamento delle acque potabili per
l’abbattimento delle sostanze in questione e di prevenzione e controllo delle
filiera idrica delle acque destinate al consumo umano nei territori
interessati”.
Dopo una serie di incontri con tutti gli Enti
coinvolti, è stata decisa l’adozione di misure atte a ridurre nell’immediato il
potenziale rischio per la popolazione:
• è stata data
indicazione agli Enti gestori di installare sistemi di trattamento delle acque
per l’abbattimento sostanziale delle concentrazioni degli inquinanti presenti.
• è stata
valutata, laddove possibile l’adozione di approvvigionamenti tramite reti acquedottistiche
collaterali
• è stata
messa a punto una metodica di analisi e concordato con gli Enti gestori e con
le Aziende Ulss interessate un piano di campionamento delle acque potabili in
diversi punti di uscita dell’acqua dai pozzi.
La situazione è monitorata a livello delle Aziende
Ulss coinvolte (5 Ovest Vicentino, 6 di Vicenza, 17 di Este, 20 di Verona e 21
di Legnago) ed ha un coordinamento regionale ed un supporto a livello centrale
da parte dei Ministeri interessati e dell’Istituto Superiore di Sanità.
I dati che si riferiscono alle acque superficiali
riguardano 4 aree geografiche ubicate nei territori di competenza delle Ullss 5
Ovest Vicentino, 6 di Vicenza, 17 di Este, 20 di Verona e 21 di Legnago.
A) il bacino dell’Adige e del suo affluente Alpone-chiampo,
b) l’area del vicentino a nord dell’autostrada
costituita principalmente dalla Valdagno (Valdagno e Trissino) e la parte alta
della valle del Chiampo (Arzignano);
c) il bacino del Bacchiglione che include Schio, la
Valdastico e la città di Vicenza;
d) l’area a sud dell’autostrada racchiusa tra l’Adige
e i colli Berici ed Euganei, dove è ubicato lo scarico di un collettore
consortile. Questo collettore trasferisce i reflui depurati di cinque
depuratori (Trissino, Arzignano, Montecchio, Montebello e Lonigo, per un totale
circa 2.300.000 abitanti equivalenti) nel canale Fratta-gorzone all´altezza di
Cologna Veneta, in prossimità della confluenza nel Fratta-gorzone del canale
irriguo L.e.b. Che garantisce il carico idraulico adeguato. Il canale
Fratta-gorzone, attraversa quindi le provincie di Padova e Venezia, e
confluisce nel fiume Brenta in località Punta Gorzone a sud di Chioggia, prima
della foce presso Cà Pasqua.
I bacini dell’Adige-chiampo, del Bacchiglione e
dell’Agno a nord dell’autostrada sono meno inquinati con concentrazioni massime
di Pfoa < 100 ng/L. A sud dell’autostrada, invece, nel bacino di Agno e
Fratta Gorzone, anche a monte dello scarico del collettore succitato, sono
state misurate concentrazioni di Pfoa molto elevate, spesso superiori a 1000
ng/L, che destano una certa preoccupazione dal punto di vista ambientale, pur
considerando che i corpi idrici in esame hanno ridotta portata e sono già sottoposti
ad un carico antropico e industriale molto elevato.
La concentrazione di queste sostanze nelle acque
potabili campionate da punti di erogazione pubblici e privati ha evidenziato
concentrazioni variabil.
Anche in questo caso la maggior parte delle acque
campionate nei bacini dell’Adige (riva destra) e del Bacchiglione (incluso
Vicenza) non presentano quantità rilevabili di queste sostanze, mentre nel
bacino di Agno-fratta Gorzone vi sono concentrazioni crescenti da nord a sud,
che raggiungono valori di Pfoa (sostanze perfluoro – alchiliche) superiori a
1000 ng/L.
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