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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Luglio 2013 |
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VARESE - INDAGINE SULL´EXPORT PROVINCIALE
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Varese, 15 luglio 2013 - Chi esporta, diversifica i
mercati. E tende a farlo sempre di più. Sono risultati che esprimono
l’attenzione delle imprese varesine verso le opportunità offerte dal mercato
globale quelli che emergono da una ricerca condotta dall’Ufficio Studi della
Cdc su un campione di quasi 350 aziende già impegnate all’estero. Per un
territorio da sempre attento all’export, che nel corso del 2012 ha toccato la
quota record di 9 miliardi e 900 milioni di euro generati oltreconfine, la
sfida imposta dalla crisi, con la pesante frenata nei consumi interni, è stata
interpretata come una forte esigenza di guardare alle opportunità da cogliere a
livello internazionale. Entrando nel dettaglio dell’indagine, si scopre che ben
il 60% delle imprese esporta in almeno sei Paesi: un dato che differisce in maniera notevole dalla media
delle aziende italiane, che nella metà dei casi si concentrano su un solo
mercato di sbocco. Inoltre, più del 75% delle imprese intervistate mette in
atto una strategia di diversificazione efficace, contenendo il fatturato del
più importante Paese al disotto del 50% del totale export. In un momento di
turbolenza politica ed economica come quello che stiamo vivendo, ciò potrebbe
non bastare: le indicazioni che emergono dallo studio sono, quindi, quelle di spingere verso un’ulteriore
diversificazione, soprattutto per ridurre i rischi collegati ai singoli Paesi.
In questo contesto, si sottolinea come ben l’83% di chi ancora non è sui
mercati esteri intende farlo al più presto, in particolare percorrendo le
direttrici di sviluppo individuate nella ricerca. Così, già oggi la tendenza
evidenzia più Asia e America Meridionale e meno Europa. Gli imprenditori
varesini appaiono, quindi, consapevoli dell’evoluzione delle dinamiche
geoeconomiche e geopolitiche mondiali e nei loro piani di sviluppo annoverano
tra i primi paesi Brasile, Russia, india e Cina, ovvero i quattro dell’acronimo
“Bric” individuati dagli economisti per il loro elevato potenziale di crescita.
In forte crescita risulta anche l’attenzione verso Sud Africa, Argentina, Corea
del Sud, Arabia Saudita e Emirati Arabi e Turchia, una volta superate le
problematiche interne delle scorse settimane. Quali prodotti, però, esportare?
Certamente quelli con un forte contenuto di qualità, indicata come leva di
competitività nel 75% dei casi Qualità che, se abbinata a rapidi tempi di
consegna (27%), innovazione di prodotto (18%) e valorizzazione del brand “made
in Italy” (21%), risulta essere uno degli elementi fondamentali del mix per il
successo delle imprese varesine all’estero.
Un altro dato interessante che emerge dallo studio è
che, soprattutto per affrontare i mercati più lontani, per i nostri
imprenditori è ancora attuale l’approccio attraverso le fiere e quindi il
contatto diretto con i potenziali partner commerciali. Insieme queste due voci
superano il 50% delle preferenze espresse sui servizi considerati utili nei
processi d’internazionalizzazione. A seguire, svi è la necessità di ricevere un
supporto economico, la possibilità di instaurare relazioni “business to
business” e la creazione di occasioni di approfondimento di tematiche di tipo
legale e giuridico legate all’attività di export.
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