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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Luglio 2013 |
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UE, MIGLIORARE LA GOVERNANCE DELLO SPAZIO MARINO: UN´OPPORTUNITÀ PER LA CRESCITA BLU NEL MEDITERRANEO
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Bruxelles, 15 luglio 2013 - Un nuovo studio presentato
dalla Commissione europea afferma che la creazione di zone marittime, comprese
le zone economiche esclusive (Zee), nel Mediterraneo favorirebbe la crescita
blu dell´Unione e consentirebbe di ampliare l´agenda in materia di
sostenibilità. Lo studio esamina i costi e i benefici connessi alla creazione
di zone marittime nel Mediterraneo e fornisce un´analisi degli impatti
derivanti dalla creazione di Zee su varie attività legate al mare. La creazione
di Zee potrebbe consentire una politica di assetto territoriale più efficace,
che a sua volta potrebbe contribuire ad attrarre investimenti e altre attività
economiche.
Maria Damanaki, Commissaria europea responsabile per
gli affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: "Nel Mediterraneo esistono
enormi opportunità inutilizzate che potrebbero essere sfruttate grazie alla
creazione di zone economiche esclusive (Zee). La designazione e la creazione di
zone marittime restano un diritto sovrano di ciascuno Stato costiero. È
responsabilità comune dell´Ue garantire che sussistano le condizioni adeguate
per permettere all´economia blu di prosperare. Gli Stati costieri del
Mediterraneo potrebbero accordarsi sulle loro zone marittime sulla base della
convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos). ".
Lo studio si concentra sulle opportunità offerte dalle
Zee e da altre zone analoghe in termini di costi e benefici economici,
sostenibilità e governance dello spazio marino e andrebbe considerato nel
quadro dell´agenda della Commissione europea sulla crescita blu.
La strategia di crescita blu dell´Ue è volta a
generare crescita economica sostenibile e occupazione nei settori marino e
marittimo per contribuire alla ripresa economica europea. Questi settori
economici forniscono posti di lavoro a 5,4 milioni di persone e contribuiscono
per un valore aggiunto complessivo di circa 500 miliardi di euro; queste cifre
dovrebbero salire rispettivamente a 7 milioni e quasi 600 miliardi di euro
entro il 2020. La strategia individua i cinque settori che presentano le
maggiori potenzialità di crescita: l´energia blu, l´acquacoltura, il turismo
marittimo, costiero e di crociera, le risorse minerali marine e la
biotecnologia blu.
Contesto -
Nel Mediterraneo, come in altri bacini marittimi, gli
Stati costieri hanno la responsabilità di regolamentare le attività umane e
sviluppare in modo sostenibile la loro economia blu.
Gran parte della superficie marina del Mediterraneo è
attualmente al di fuori della giurisdizione o della sovranità degli Stati
costieri e resta quindi in larga misura non protetta per quanto riguarda le
risorse acquatiche vive e l´ambiente marino. L´incertezza del quadro normativo
rende inoltre difficile realizzare un vero e proprio sviluppo economico.
Nel 2002, in occasione del vertice mondiale di
Johannesburg sullo sviluppo sostenibile, la comunità internazionale si è
impegnata a preservare la produttività e la biodiversità di zone marine e
costiere importanti e vulnerabili, sia all´interno che al di fuori delle
giurisdizioni nazionali. Non esiste tuttavia un regime giuridico specifico per
attuare le disposizioni pertinenti della convenzione delle Nazioni Unite sul
diritto del mare (Unclos), soprattutto per quanto riguarda la protezione
dell´ambiente marino in zone non soggette a giurisdizione nazionale. La
questione è stata discussa in sede Onu a partire dal 2006.
L´inclusione di una parte più estesa del Mediterraneo
nella giurisdizione degli Stati membri dell´Ue garantirebbe l´applicazione in
tali zone dei regolamenti dell´Ue in materia di pesca, ambiente e trasporti, da
cui conseguirebbe un livello di protezione più elevato.
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