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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Settembre 2013 |
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I BATTERI INTESTINALI POTREBBERO INFLUIRE SULLA PREDISPOSIZIONE ALL´OBESITÀ
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Bruxelles,
9 settembre 2013 - Un progetto finanziato dall´Ue ha scoperto che i
microrganismi ospitati dal nostro organismo potrebbero avere conseguenze
significative per la comparsa dell´obesità. Questa scoperta potrebbe cambiare
il modo in cui la medicina tratta questa malattia, che si prevede colpirà oltre
700 milioni di adulti nel mondo entro il 2015. Ma ciò che più conta, potrebbe
fornire ai medici un semplice test per individuare le persone maggiormente a
rischio.
Il
progetto, chiamato Metahit ("Metagenomics of the Human Intestinal
Tract"), ha scoperto che i soggetti con una scarsa quantità di batteri
intestinali presentavano il più alto rischio di sviluppare malattie legate
all´obesità come il diabete di tipo Ii e l´aterosclerosi. Anche se le cause
dell´obesità sono in parte dovute a fattori esterni, come uno stile di vita
sedentario e la facilità di accesso a cibi altamente energetici, è anche
ampiamente riconosciuto il ruolo svolto dai fattori genetici.
Tuttavia,
sembra che la genetica giustifichi solo in minima parte l´aumento dell´obesità.
Questo è il motivo per cui gli scienziati si sono chiesti se anche le
variazioni nel microbioma, ovvero il genoma globale di tutti i microrganismi
che ospitiamo nel nostro corpo, potrebbero avere un effetto sulla comparsa
dell´obesità oltre alle variazioni nel genoma umano.
Per
scoprirlo, il progetto Metahit si è concentrato su un gruppo di 292 soggetti
adulti danesi, comprendente 123 non-obesi e 169 obesi. Gli scienziati hanno
analizzato la composizione dei loro batteri intestinali con l´aiuto di un nuovo
approccio analitico chiamato metagenomica quantitativa.
Essi hanno
scoperto che il gruppo poteva essere diviso in soggetti con abbondanza di
alcune specie batteriche e soggetti privi. Questa distinzione non era basata
sulla corpulenza, in entrambi i gruppi si trovavano soggetti magri e obesi,
anche se l´80 % del gruppo con scarsa ricchezza batterica era costituito da
obesi.
Ciò che
risultava interessante per gli scienziati era che il microbiota povero, in
confronto a quello ricco, conteneva una proporzione più alta di specie
batteriche pro-infiammatorie rispetto a quelle anti-infiammatorie. Il team ha
quindi scoperto che le persone con un microbiota povero possedevano più grasso
corporeo, erano più resistenti all´insulina e presentavano sintomi che li
espongono a un maggiore rischio di contrarre il diabete di tipo Ii e malattie
cardiovascolari.
Inoltre,
le persone obese del gruppo povero prendevano più peso con il tempo rispetto ai
soggetti magri. Questi individui o erano completamente privi o avevano
un´abbondanza molto limitata di otto specie particolari di batteri, che
potrebbero quindi svolgere un ruolo protettivo contro l´aumento di peso. La
loro scoperta potrebbe portare allo sviluppo di nuove terapie batteriche che
aiutano a combattere l´aumento di peso.
I
risultati preliminari del progetto Metahit sono stati ora pubblicati e
dovrebbero contribuire a una migliore comprensione del perché alcuni soggetti
appaiono più predisposti all´obesità rispetto ad altri. Lo studio dovrebbe
anche aiutare la medicina a identificare prima i soggetti a rischio e a
sviluppare le appropriate strategie preventive.
Il
progetto Metahit, che comprendeva 13 partner provenienti da un totale di otto
paesi, ha ricevuto 11,4 milioni di euro in finanziamenti Ue. Il progetto è
stato completato alla fine del mese di giugno del 2012.
Per maggiori
informazioni, visitare:
Metahit
http://www.Metahit.eu/
Scheda
informativa del progetto
http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/87834_it.html
Inra
http://institut.Inra.fr/en
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