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Notiziario Marketpress di
Lunedì 07 Ottobre 2013 |
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OCCUPAZIONE E ASSUNZIONI IN BASILICATA, I DATI EXCELSIOR
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Potenza, 7 ottobre 2013 - In Basilicata l´occupazione
è attesa in calo per l´anno in corso, con perdite che dovrebbero attestarsi
intorno alle 2.000 unità, tutte riferite a contratti di lavoro dipendente, sia
"stabili" che a termine. La flessione negativa attesa per i contratti
in somministrazione e per le collaborazioni a progetto, invece, dovrebbe essere
compensata dalla crescita (nell´ordine, comunque, di poche decine di unità)
delle altre modalità di lavoro indipendente (collaborazioni occasionali,
incarichi a professionisti con partita Iva).
A livello settoriale, la perdita di "posti di
lavoro" è più pronunciata nei servizi, che evidenziano un saldo pari a
-1.220 unità, contro le 780 in meno previste nell´industria. In quest´ultimo
comparto, il trend negativo risente soprattutto della crisi delle costruzioni,
mentre tra i servizi "pesa" la contrazione della domanda di lavoro
nelle imprese del commercio.
E’ quanto si evince da Excelsior Informa, il
bollettino del sistema camerale che analizza il fabbisogno delle aziende,
incrocia i dati Unioncamere - Ministero del Lavoro e rivela la mappa
dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sui territori.
«La crisi continua a “mordere” – dichiara il
presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte – e i suoi effetti si
manifestano ovviamente sul mercato del lavoro. Il calo del lavoro dipendente è
sintomatico rispetto al segnale che gli strumenti a disposizione del sistema
camerale ci danno: il lavoro oggi va cercato, creato, inventato, guardando
soprattutto ai servizi e alle nuove tecnologie, ai settori green. L’altra
indicazione riguarda un dato: nonostante la crisi acuta, il mercato sembra
premiare le assunzioni stabili e riduce quelle a termine; significa che le
imprese, nel reperire i migliori profili professionali, se li tengono ben stretti
e sono pronte a investire su di loro per resistere e ripartire, in attesa di
agganciare l’auspicata ripresa».
Rispetto allo scorso anno, infatti, si riduce
sensibilmente la quota delle assunzioni "a termine" (dal 50 al 41%),
a vantaggio soprattutto delle assunzioni "stabili", che passano dal
24 al 31%. I flussi di lavoratori in entrata, in particolare, saranno
costituiti da quasi 1.900 assunzioni "stabili" (ossia a tempo
indeterminato o con contratto di apprendistato, inteso quest´ultimo come punto
di partenza verso un contratto a tempo indeterminato), da oltre 2.500
assunzioni a tempo determinato (o altre modalità a termine, quali i contratti a
chiamata) e da circa 1.700 contratti atipici (somministrazione, collaborazioni
a progetto).
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