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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Ottobre 2013
 
   
  DICIANNOVE COMUNI DELLA TOSCANA SCELGONO SE FONDERSI: I REFERENDUM DEL 6 E 7 OTTOBRE

 
   
  Firenze, 7 ottobre 2013 - Diciannove Comuni al voto per decidere se fondersi o no, a gruppi di due o tre. Accadrà il 6 e 7 ottobre in Toscana, antica terra dei campanili che conta comunque meno Comuni di molti altri territori (sono 287) e dove nell´ultimo anno diverse sono state le richieste di fusione avanzate da comunità ed enti locali. La legge dice che spetta alla Regione pronunciarsi, sentiti i Comuni. In Toscana è stata scelta la via del referendum consultivo. Il 6 e 7 ottobre saranno dunque chiamati alle urne, a dire la loro, i cittadini di Aulla e Podenzana, di Borgo a Mozzano e Pescaglia, di Pratovecchio e Stia, di Capannoli, Palaia e Peccioli, di Crespina e Lorenzana, di Villafranca in Lunigiana e Bagnone, di Casciana Terme e Lari, di Campiglia Marittima e Suvereto, di San Piero a Sieve e Scarperia. Le urne saranno aperte dalle 8 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. A Fabbriche di Vallico e Vergemoli, a Figline Valdarno e Incisa Valdarno, a Castelfranco di Sopra e Pian di Scò e a Castel San Niccolò e Montemignaio la decisione l´hanno invece già presa: quattro comuni al posto di otto, dal prossimo anno. In Casentino e all´Isola d´Elba nelle urne hanno al contrario prevalso i no al progetto di un comune unico. Tutti i referendum sono stati organizzati dagli uffici della Regione. Possono votare i residenti e gli immigrati stranieri che ne abbiano fatto richiesta per tempo: nel caso dei cittadini extracomunitari occorre che siano residenti da almeno cinque anni. Incentivi per i comuni che si uniscono - Ogni Comune che si fonde può contare oggi in Toscana su 250 mila euro l´anno per cinque anni di maggiori contributi regionali, fino ad un massimo di un milione di euro per fusione. A questi si aggiungono i finanziamenti dello Stato, che variano a seconda della popolazione e sono il 20 per cento, per dieci anni, dei trasferimenti erariali che gli stessi Comuni potevano vantare nel 2010. I Comuni che si fondono sono anche esentati per 3 anni dal rispetto del tetto del patto di stabilità e in questo modo possono far ripartire gli investimenti da troppo tempo fermi.  
   
 

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