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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Marzo 2007
 
   
  IL CONSORZIO TUTELA GRANA PADANO SBARCA IN CINA, COME PARTNER DI CRAI CATENA ITALIANA DI GRANDE DISTRIBUZIONE ALIMENTARE

 
   
  Nell’ambito di un accordo commerciale siglato con imprese cinesi, fra le quali la China National Silk Import Export Corporation e la partnership di Simest (società per il sostegno economico all´ internazionalizzazione delle imprese italiane). I dettagli del progetto sono stati definiti al Mipaaf, in un incontro tecnico presieduto dal ministro De Castro con i diversi soggetti coinvolti: i ministeri degli Esteri, del Commercio internazionale e il Mipaaf, Simest, Buonitalia, Ice e le industrie italiane coinvolte; oltre al Consorzio Grana Padano, Cavit e Conserve Italia. “Dopo aver partecipato a varie missioni in Cina e nell’Estremo Oriente, ora siamo convinti sostenitori di un progetto commerciale di grande importanza – ha spiegato il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, Nicola Cesare Baldrighi – L’export riserva da anni grandi soddisfazioni ai produttori di Grana Padano: dal 1996 ad oggi si è infatti passati da poco più di 300mila a circa 1. 100 mila forme esportate, con crescite costanti e che nel 2006 ha registrato un incremento di oltre 9 punti. All’estero dobbiamo difendere il formaggio dop che si conferma il più consumato nel mondo dai tentativi di imitazione, ma al tempo stesso verifichiamo un interesse sempre più convinto da parte dei consumatori più esigenti”. L’attenzione alla Cina si articolerà in varie iniziative, conclude il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano. “E il primo traguardo è salire sul podio del gusto e del successo del Made in Italy alimentare alle Olimpiadi di Pechino 2008”. L´accordo è frutto della visita di Prodi in Cina seguita a novembre da quella del ministro Paolo De Castro. La prima fase dell´ intesa prevede l´investimento di nove milioni di euro per la realizzazione di quattro flag-stores (di due mila metri quadri ciascuno) due a Shangai e due a Pechino, prima delle Olimpiadi del 2008. La seconda fase del progetto comporterà invece un investimento di 14,4 milioni di euro per 40 negozi in franchising, 400 shop in the shop, 12 cash&carry, quattro centri distributivi. Il giro d´affari atteso da questa operazione è di circa 45 milioni di euro annui a regime per la prima fase, mentre per la seconda fase si aspetta un giro di affari di oltre 700 milioni l´anno. “Se l´operazione avrà successo - ha detto il ministro per le Politiche Agricole Paolo De Castro al termine dell´incontro - punteremo ad accordi simili anche in Russia, India, America Latina e in tutti quei Paesi dove è molto forte la domanda per il Made in Italy”. .  
   
 

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