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Notiziario Marketpress di
Lunedì 18 Novembre 2013 |
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AMICI DELLA MUSICA: ECCO COME LE RADIO “UCCIDONO” LA MUSICA ITALIANA E LA MUSICA INDIPENDENTE MADE IN ITALY DUE TERZI DEL PUBBLICO DEI CONSUMATORI DI MUSICA ACQUISTA MUSICA ITALIANA, SOLO UN TERZO PASSA IN RADIO CON GRAVE DANNO PER IL SETTORE MUSICALE ITALIANO.
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Roma, 18 Novembre 2013 - Negli ultimi tre mesi di classifiche, nella chart share, cioe´ nelle prime 50 posizioni in classifica, secondo i dati di Musica & Dischi, risultano presenti il 71, 1% per cento di album major e il 28,9% di album indipendenti, mentre nei singoli le major si accapparanno il 79,7% del mercato mentre il 20, 3% va agli indipendenti Relativamente agli album, sempre secondo i dati di Musica & Dischi, ben il 60,6% di quelli presenti nella Top 50 sono di produzione italiana, solo il 21, 1% di album venduti sono stranieri e il restante 18,3% e´ fatto di compilation, che alternano musica italiana e straniera insieme. E´ del tutto evidente come la musica italiana sia gradita ad oltre i due terzi del pubblico di consumatori di musica su supporto fisico, sommando gli album di produzione italiana insieme alle compilation di musica italiana, e che tra questi gli indipendenti si attestino su una quota media che viaggia tra album e singoli intorno al 25%. La situazione per la musica italiana e per la produzione indipendente, oramai sempre piu´ made in Italy a tutto tondo, come risulta dalle ricerche che abbiamo fatto su diversi circuiti radiofonici, e´ ancora piu´ difficoltosa di un tempo. Negli ultimi tre mesi in fatti, nell´ambito della Top 50, cioe´ dei 50 brani piu´ trasmessi in radio negli ultimi 90 giorni, i brani stranieri sono presenti per il 78% mentre gli italiani solo con il 22% e le major si accaparanno l´84% del mercato mentre agli indipendenti resta solo un misero 16%. Mentre nella Top 100 dei brani piu´ programmati in radio degli ultimi tre mesi ben 61 sono i brani stranieri e solo 39 quelli italiani, rovesciando praticamente i gusti del mercato e del pubblico. Infine, le major si accaparrano una fetta ancora piu´ grossa del mercato radiofonico conquistando l´81% del mercato mentre solo il 19% è a favore degli indipendenti. E´ evidente che ci troviamo di fronte ad un totale rovesciamento , messo in atto dalle radio, dei gusti e dei consumi del pubblico, e che solo da questi semplici, ma drammatici, dati si evince l´obbligo di un intervento normativo che , nella totale liberta´ di scelta delle emittenti televisive e radiofoniche, sensibilizzi i network tv e radio nei palinsesti musicali a lasciare il 40% di spazio minimo alla musica italiana del quale il 20% da dedicare ai giovani esordienti come fatto in Francia, collaborando così a valorizzare la musica italiana di qualita´, a creare una porta d´accesso ai giovani all´esordio provenienti dai circuiti alternativi ai talent show tv musicali, a diventare volano di occupazione per il settore aumentando gli introiti per i nostri autori ed editori e per tutta la filiera musicale e anche a sensiblizzare l´arrivo di capitali esteri per co-produzioni di produzioni in Italia che potrebbero avere maggiori spazi sui grandi media. Infine, per dare valore al Tax Credits alla discografia e all´Act Music Live per i concerti nei piccoli club, e´ indispensabile valorizzare tali interventi offrendo loro gli spazi che meritano sulle tv e sulle radio del territorio e portando le radio ad essere al fianco di tali nuove produzioni, creando un´alleanza del made in Italy culturale, invece di rischiare di ucciderle e, nel tempo, magari, di rischiare di morire con loro con l´avvento delle nuove tecnologie di ascolto di musica in streaming libero. Per tale motivo la campagna che vede tra i suoi firmatari artisti di grande calibro come Piero Pelù, Eugenio Finardi, Piotta, Luca Bassanese e tantissimi altri, oltre alle 30 associazioni del settore, quali Arci, Audiocoop, Rete dei Festival, Suono Italia, Muovi La Musica e tantissime altre realtà, prosegue con successo su Change.org con l´obiettivo di raccogliere migliaia di adesioni. |
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