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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Dicembre 2013
 
   
  FONDI AD ALLEVATORI: LOMBARDIA PENALIZZATA

 
   
  Milano - L´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava scrive al ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, per segnalare i problemi derivanti dalla prevista assegnazione dei fondi per le attività di controllo funzionale svolte dalle Associazioni degli allevatori. Sarebbero infatti pochi i fondi stanziati da Roma per il peso della zootecnia lombarda. Tavolo Di Confronto - Fava, in particolare, chiede la convocazione di un tavolo di confronto fra Mipaaf e Regioni, per ridiscutere la proposta di finanziamento presentata dalle strutture del Ministero lo scorso 5 novembre e ritenuta inapplicabile non solo dall´Assessorato all´Agricoltura della Lombardia, ma anche dall´Associazione regionale lombarda delle Associazioni allevatori. L´assegnazione dei fondi ministeriali, in pratica, meriterebbe una revisione. Dal 2011, riassume Fava, la Lombardia è stata "chiamata a contribuire alle attività di controllo con ingenti somme integrative rispetto a quelle di provenienza ministeriale; nel 2013 il contributo da risorse autonome lombarde ha raggiunto il 60 per cento del totale di provenienza pubblica. Gli allevatori lombardi hanno poi aggiunto un milione e novecentomila euro per singola annualità". Compartecipazione Onerosa - Importi, riferisce l´assessore all´Agricoltura della Lombardia al ministro De Girolamo, che sono stati stabiliti "in base al numero di capi controllati. Nel 2013 la compartecipazione lombarda è giunta, cumulativamente, al 77 per cento, senza criteri concertati o altri indirizzi per la programmazione". La situazione risulta indubbiamente onerosa per la Lombardia. Tuttavia, la richiesta delle Regioni "di una verifica congiunta delle sperimentazioni in corso e dei costi complessivi, anche in relazione agli obiettivi di selezione delle diverse specie e razze" non è mai sfociata in un confronto col Ministero. Rivedere Obiettivi E Priorità - L´assessore Fava, inoltre, non concorda "sui contenuti dell´analisi tecnico-economica della relazione del capo Dipartimento (del Mipaaf) e, in particolare, sull´esistenza di una non congruenza tra il costo preventivato dal Programma (dei controlli funzionali) e il carico economico reale, che copre servizi di qualità elevata e costante, al punto che gli stessi allevatori vi compartecipano attivamente". Sarebbe dunque necessario rivedere "obiettivi e priorità, a partire da un´analisi aggiornata dei costi e dei benefici, per non disgregare realtà locali virtuose ed efficienti e senza le quali non avrebbero ragione di esistere le stesse Associazioni nazionali". Anche perché, scrive Fava al ministro, "la proposta della Struttura ministeriale, così come formulata oggi, porterebbe a gravi danni per l´attività delle Regioni che hanno nella zootecnia un vero punto di forza a livello nazionale ed europeo". L´analisi Dell´aral - In una nota inviata dall´Aral all´assessore Fava, allegata alla lettera indirizzata al ministro De Girolamo, sono inserite alcune valutazioni di natura tecnica. Innanzitutto, scrivono i vertici dell´Associazione allevatori della Lombardia, vengono equiparati i costi di un´Ara standard di 90.000 capi con quella lombarda, che ne conta 600.000, con quattro realtà provinciali al di sopra dei 100.000 animali controllati. Nel computo delle attività finanziabili dal Ministero delle Politiche agricole, scrive l´Aral, "la Lombardia ha il 29 per cento del ´personale di campagna´, il 41 per cento di ´quote Aia (Associazione italiana allevatori) e Ana (Associazioni nazionali allevatori)´, il 50 per cento di ´analisi latte´. Ecco perché è difficile spiegare il 23 per cento dei contributi". In Un Anno 9% Di Contributi In Meno - Conti alla mano, analizza l´Associazione regionale degli allevatori lombardi, "dal 2012 al 2013 la Lombardia ha perso il 9 per cento dei contributi, il resto d´Italia il 5,4 per cento; le vacche lombarde sono aumentate, quelle del resto del Paese diminuite; il resto d´Italia ha perso percentualmente il doppio degli allevamenti della Lombardia; la Lombardia ha mantenuto costante il numero di controlli, il resto d´Italia no".  
   
 

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