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Notiziario Marketpress di Mercoledì 19 Marzo 2014
 
   
  EDUCAZIONE E PREVENZIONE CONTRO LO SBALLO GIOVANILE, E NON SOLO

 
   
   Venezia, 19 marzo 2014 - “L’aumento dei fenomeni di sballo giovanile, che sta coinvolgendo anche undicenni che bisognerebbe chiamare bambini, è qualcosa che dovrebbe preoccupare l’intera società civile e coinvolgere di più le famiglie. La risposta primaria sta nell’educazione alla salute e nella prevenzione, prima ancora che nella repressione, peraltro doverosa e determinata contro chi mette bevande alcoliche a disposizione dei minorenni”. E’ quanto afferma il presidente del veneto Luca Zaia, riferendosi alla cronaca veronese di eccessi alcolici e notti brave che vedono protagonisti gli adolescenti. “E’ una situazione che stiamo monitorando non da oggi – ricorda Zaia – perché è decisamente dannosa per chi viene coinvolto ed rappresenta spesso la porta di ingresso a problemi e costi sociali che finiscono per coinvolgere l’intera collettività”. Il rapporto annuale sullo stato di salute sui giovani veneti, realizzato dalla Regione in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha riscontrato un importante aumento nelle percentuali di assunzione settimanale di alcol tra gli studenti di 11 anni rispetto a quelli di 15, con casi anche di assunzione quotidiana. Per gli episodi di ubriachezza (2 o più nel corso della vita), si passa dal 2% degli 11enni per la Regione e il 3% per la provincia di Verona, al 20% dei 15enni (regione e provincia di Verona). Sulle motivazioni dei 15enni all’uso di alcol nell’ultimo anno, a livello regionale risultano spinti a bere coloro che considerano il consumo di alcol un modo piacevole e divertente per stare insieme al gruppo. “Dovrebbe essere proprio il gruppo, dunque, farsi portatore di comportamenti più sani e salutistici – aggiunge Zaia – perché qui non stiamo più parlando di divertimento ma di abitudini deleterie, nel breve, medio e lungo periodo . E questo va detto e insegnato nelle scuole e nelle famiglie e va sostenuto a livello sociale generale. E’ una battaglia che dobbiamo affrontare e non possiamo perdere, ed è anche un fatto di civiltà che si connette ai valori sui quali si fonda e cresce la società veneta. Insegniamo ai nostri ragazzi ad avere l’orgoglio di fare le cose giuste”.  
   
 

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