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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Marzo 2007
 
   
  NEL 2006 IN UMBRIA DIMINUISCONO I DISOCCUPATI E CRESCE L’OCCUPAZIONE FEMMINILE

 
   
  Perugia, 26 marzo 07 - In linea con le precedenti rilevazioni, i dati “Istat” sulle forze lavoro del quarto trimestre 2006 evidenziano la fase positiva che sta vivendo il mercato del lavoro umbro: l’occupazione cresce in maniera consistente, le forze lavoro aumentano e la disoccupazione si riduce. Rispetto al quarto trimestre del 2005 l’occupazione passa dalle 358mila alle 365mila unità, raggiungendo il massimo storico regionale; l’incremento percentuale è del 2,2% in linea con la media delle regioni del nord e superiore a quella del centro (0,5%) e dell’intero paese (1,5%). Un andamento positivo confermato anche dai dati complessivi del 2006 che evidenziano - secondo l’Agenzia Umbria Lavoro - un incremento nello scorso anno del tasso di occupazione di 1,3 punti, pari al 62,9%, un valore superiore a quello del centro (62%) e dell’intero paese (58,4%), ma ancora 3,3 punti inferiore a quello medio del nord del paese (66,2%). E’ soprattutto l’occupazione femminile ad ottenere un risultato mai raggiunto: con un incremento del 5,5% (dalle 142mila a 150mila unità) ed un tasso di occupazione di 2,4 (pari al 53,4%), un valore mediano tra quello del centro (51,3%) e quello del nord (56,4%). L’occupazione maschile è aumentata di mille unità (+0,7%) segnando comunque un nuovo massimo (205mila); il tasso di occupazione, aumentato di 2 decimi è ora del 72,3%, leggermente più contenuto di quello medio del centro (72,9%). Ne segue che il tasso di femminilizzazione dell’occupazione umbra si è portato al 42,2%, un valore superiore a quello medio del centro-nord, e il gap di genere è sceso a 18,9 punti, al di sotto quindi della media del centro-nord. La crescita dell’occupazione è stata generata esclusivamente dalla componente alle dipendenze (+14 mila), mentre l’occupazione autonoma è calata di 4mila unità, con una incidenza più elevata per gli uomini (30,6%) che per le donne (22,8%). Il numero di addetti è cresciuto soprattutto nel terziario (da 220 a 228mila), pari al 64,3% del totale degli occupati umbri. Degli 8mila nuovi occupati (7mila nei servizi extracommerciali e mille nel commercio) 5mila sono donne. Anche l’industria ha prodotto occupazione aggiuntiva (+3mila) e, a differenza del recente passato, a beneficiarne sono state principalmente le donne (+2mila). La flessione dell’occupazione agricola (-2mila) ha riguardato unicamente la componente maschile (quella femminile è aumentata di mille), mentre nelle costruzioni si conferma l’elevato livello del 2005 (33mila). Le forze di lavoro (+1,6%) hanno raggiunto quota 374mila, con un aumento di 7 decimi del tasso di attività salito al 66,3%: un valore leggermente più elevato della media del centro (66%) ma ancora lontano da quello del nord del paese (68,9%). Dalla lettura per genere emerge che la diminuzione delle non forze in età attiva riguarda la sola componente femminile (da 121. 000 a 116. 000) e che l’immigrazione per gli uomini non è stata sufficiente a compensare il passaggio da forze a non forze degli autoctoni (le non forze in età attiva sono aumentate da 68 a 71mila unità e le forze di lavoro sono calate da 213 a 211mila). La crescita delle forze di lavoro si deve quindi esclusivamente alla componente femminile che ha raggiunto quota 163mila; il rispettivo tasso si è portato al 58,3% (+2,3 punti) e risulta di 2,3 punti più elevato rispetto alla media del centro, accusando un gap di soli 1,2 punti da quella del nord del paese. Il tasso di attività maschile, invece, è calato di un punto attestandosi al 74,3%, ossia 2 punti al di sotto della media del centro e a quasi 4 punti da quella del nord. Il numero delle persone in cerca di lavoro è sceso da 22mila a 19mila unità, con la flessione di un punto del tasso di disoccupazione sceso al 5,1%: il minimo storico per l’Umbria. Rispetto alla media delle regioni centrali il dato umbro risulta di un punto più contenuto, con un gap di 1,3 punti da quello medio del nord (3,8%). La disoccupazione è calata per entrambi i sessi. Alla base della forte riduzione della disoccupazione maschile (scesa da 9mila a 6mila unità) c’è soprattutto - secondo l’analisi dell’”Aul” - la diminuzione della partecipazione attiva al mercato del lavoro; la disoccupazione femminile è calata da 14mila a 13mila grazie alla crescita occupazionale nonostante la contemporanea forte crescita della partecipazione attiva. Tali dinamiche hanno comportato una flessione del tasso di disoccupazione per entrambi i sessi: quello maschile dal 4,1% è sceso al 2,6%, quello femminile dal 8,8% è sceso al 8,3%. Quest’indicatore fa emergere le difficoltà incontrate dalle donne per le quali ad una partecipazione attiva in linea con quella del nord del paese si associa una disoccupazione persino superiore a quella del centro (8,2%) e ben lontana da quella del nord (5,1%). Infine, dai dati provinciali, sottoposti ad un errore campionario superiore rispetto a quelli regionali, risulta che l’aumento della occupazione si è interamente registrata a Perugia (da 260mila a 269mila, a Terni stabile a 86mila) dove il relativo tasso (64,3%) è aumentato di 1,5 punti e risulta di 5,6 punti più elevato che a Terni (58,7%, +0,5 punti rispetto al 2005). In particolare, mentre l’occupazione femminile è aumentata in entrambe le province (+ 6mila a Perugia e + 2mila a Terni) quella maschile è aumentata a Perugia (+3mila, 156mila) e calata a Terni (-2mila, 49mila); il tasso di occupazione maschile a Perugia si è attestato al 74% a fronte del 67,3% di Terni; quello femminile è del 54,5% a Perugia e del 50,3% a Terni. Anche le forze di lavoro sono aumentate solo nella provincia capoluogo (da 278mila a 284mila, stabili a 90mila a Terni) con conseguente aumento di 6 decimi del corrispondente tasso salito al 67,9% e che ora risulta di 6,1 punti superiore a quello di Terni; va evidenziato che anche a Terni questo indicatore è aumentato di un punto grazie alla lieve flessione della popolazione residente in età attiva, aumentata solamente nella provincia capoluogo. A Perugia è aumentato sia il numero degli uomini che delle donne appartenenti alle forze di lavoro, a Terni all’aumento delle donne è corrisposta una flessione di pari entità degli uomini (3mila); il tasso di attività maschile è del 76,2% a Perugia e del 68,8% a Terni, quello femminile è rispettivamente il 59,5% e il 54,9%. La flessione della disoccupazione ha interessato solo la provincia capoluogo, dove da 19mila è scesa a 15mila unità; il tasso di disoccupazione è così sceso al 5,2% (era il 6,7%) continuando a risultare superiore a quello della provincia di Terni (4,8%), dove la disoccupazione in termini assoluti è rimasta invariata sulle 4mila unità e il rispettivo tasso è aumentato di mezzo punto. A Perugia si è avuta una flessione di 2mila unità sia per gli uomini che per le donne; a Terni alla diminuzione di mille unità degli uomini è corrisposto un aumento di uguale misura delle donne; il tasso di disoccupazione per le donne è lo stesso in entrambe le province (8,3%) mentre per gli uomini risulta più elevato a Perugia (2,8%) che a Terni (2,1%). . .  
   
 

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