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Notiziario Marketpress di
Martedì 20 Maggio 2014 |
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L’ANDAMENTO DELLA CONGIUNTURA IN PIEMONTE
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Torino, 20 maggio 2014 - Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte hanno diffuso i risultati a consuntivo e previsionali delle rispettive indagini, con l’obiettivo di monitorare l’andamento della congiuntura in Piemonte. Dopo i saluti del Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello, sono intervenuti la responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte Sarah Bovini, che ha analizzato i risultati della performance congiunturale del periodo gennaio-marzo 2014, e il responsabile dell’Ufficio Studi economici di Confindustria Piemonte Luca Pignatelli, che ha presentato le linee di sviluppo dell’industria piemontese nel Ii trimestre 2014. A commento dei dati illustrati da Unioncamere Piemonte e Confindustria, sono poi intervenuti Luigi Teolis, responsabile dell’area Torino e Provincia di Intesa Sanpaolo, e Giovanni Forestiero, regional manager Nord Ovest Unicredit. Ha chiuso i lavori il Presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato. Le indagini presentate da Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte mostrano come il tessuto economico piemontese abbia finalmente intrapreso un cammino, se non di ripresa, quantomeno di stabilizzazione. La buona performance della produzione industriale registrata dall’indagine di Unioncamere Piemonte nel I trimestre 2014, confermata dai risultati positivi di tutti gli altri indicatori congiunturali (compresi, per la prima volta dopo tanti trimestri, gli ordinativi interni), trova riscontro nel miglioramento del clima di fiducia delle imprese rilevato da Confindustria Piemonte per il Ii trimestre dell’anno. Come nelle rilevazioni precedenti, l’export si conferma il vero motore del sistema manifatturiero regionale. "L´inversione di tendenza che abbiamo registrato permette alle imprese piemontesi di tirare un po’ il fiato e guardare con più fiducia al futuro: il segno ‘più’ davanti a tutti gli indicatori, dalla produzione agli ordinativi e al fatturato, ci conferma che qualcosa sta cambiando. Anche la caduta del mercato interno sembra essersi arrestata, e questo segnale può farci credere in una ripresa del tessuto produttivo locale che, come abbiamo sempre sottolineato, non può dipendere solo dall’export, che comunque si conferma il principale motore della nostra economia. Le imprese, però, proprio in questa fase così delicata non possono e non devono essere lasciate sole; mai come in questo momento hanno bisogno di avere al loro fianco un sistema delle istituzioni compatto, che dia loro garanzie di legalità, sostegno al credito e all’internazionalizzazione, valorizzazione e tutela delle produzioni: tutti temi sui quali è sempre stato e continuerà ad essere incentrato l’impegno delle Camere di commercio” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte. “Si attenua il pessimismo delle imprese piemontesi, anche se è prematuro parlare di ripresa - commenta il Presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato -. Dall’ultimo sondaggio congiunturale condotto a livello regionale da Confindustria Piemonte, tutti gli indicatori del clima di fiducia registrano progressi apprezzabili: migliorano in particolare le previsioni per ordini e livelli produttivi. Si conferma una volta di più il ruolo oggi dominante dell’export. Si amplia, tuttavia, la dicotomia tra imprese radicate sul mercato domestico e un nucleo di imprese più presenti all’estero. I segnali ancora deboli della domanda interna non permettono di prevedere nel breve termine una vera ripresa, capace di ridare slancio a occupazione e produzione. Di fronte a consumi pressoché fermi, specie per acquisti di beni durevoli, investimenti stagnanti, edilizia ancora in piena crisi anche per effetto del crollo degli investimenti pubblici, non si può che prevedere un 2014 ancora difficile, di crescita molto modesta”. “Il percorso di qualità intrapreso dalle aziende piemontesi nell´ultimo decennio, se si confermerà un’adeguata ripresa della domanda interna, dovrebbe cominciare a dare i suoi frutti per la fine dell’anno - dichiara Luigi Teolis, direttore Area Torino e Provincia di Intesa Sanpaolo -. La richiesta di credito sta aumentando, segno di una maggiore fiducia del sistema. Il Ceo Messina, con il nuovo piano industriale di marzo, ha annunciato 170 miliardi di nuovi impieghi per i prossimi 4 anni, dei quali 18 miliardi possiamo prevederli per il solo Piemonte. Grazie all’iniziativa Casa Insieme, nata per sostenere il settore edile, tra i più colpiti dalla crisi, le nostre filiali stanno iniziando a ricevere i primi segnali di interesse per l’acquisto di nuove abitazioni. La crisi ci ha insegnato quanto sia importante lavorare insieme: banche, imprese, enti di ricerca, istituzioni. In questo quadro non dobbiamo trascurare il settore pubblico, che deve adeguarsi alla velocità del cambiamento in corso. Tra poche settimane parte il piano di introduzione obbligatoria della fattura elettronica per la Pubblica Amministrazione e per i suoi fornitori. Le imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione, anche di piccole dimensioni e con un numero esiguo di fatture, dovranno necessariamente attrezzarsi. Intesa Sanpaolo ha messo a punto un sistema per far fronte a questa necessità ed è pronta a fare un lavoro di tutoraggio sul territorio rivolto sia alle imprese sia agli uffici pubblici”. “I nuovi crediti erogati da Unicredit in Piemonte, come nel resto d’Italia - sottolinea Giovanni Forestiero, Regional Manager Nord Ovest di Unicredit - mostrano i primi tangibili segnali di ripresa. Nei primi 4 mesi dell’anno abbiamo erogato nuovi finanziamenti complessivi per oltre 400 milioni, con una crescita di circa il 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Crescite significative per tutti i comparti e in particolare per le aziende corporate (+98,5%) e i mutui casa, che sono quasi triplicati. Per contro, resta purtroppo in linea con lo scorso anno la domanda di credito a breve da parte delle imprese. Altro dato positivo è la crescita dell’operatività con l’estero: i volumi dell’interscambio (export/import) segnano un +8% su base annua. Anche per questi aspetti, Unicredit ha inviato a circa 20 mila imprese su tutto il territorio nazionale (circa 4mila in Piemonte) lettere per sollecitare la richiesta di nuovo credito. L’iniziativa ‘Fast Credit’, rivolta alle piccole imprese, continuerà nel corso dell’anno con l’invio di circa 10mila lettere al mese in Italia finalizzate ad erogare circa 500 milioni di nuova finanza al mese per fidi predeliberati”. I Trimestre 2014: I Dati A Consuntivo Di Unioncamere Piemonte La produzione industriale piemontese cresce del 3,5% nel I trimestre 2014 Il sistema manifatturiero piemontese sembra aver intrapreso il cammino della ripresa: la fase ciclica positiva avviatasi dalla seconda metà del 2013 prosegue, infatti, anche nel periodo gennaio-marzo 2014. Dopo gli incrementi dello 0,6% e dello 0,9% rilevati rispettivamente nel Iii e Iv trimestre 2013, nel I trimestre 2014 si registra, infatti, una variazione tendenziale grezza della produzione industriale del +3,5%. Il dato va comunque interpretato con cautela, dal momento che la variazione è misurata rispetto al periodo gennaio-marzo 2013, quando il livello dell’output prodotto aveva scontato una contrazione del 5,1%. La buona performance della produzione industriale è confermata dai risultati positivi registrati anche dagli altri indicatori congiunturali. Gli ordinativi interni, dopo nove trimestri consecutivi caratterizzati da una contrazione, aumentano dello 0,5% rispetto al periodo gennaio-marzo 2013. Gli ordinativi esteri registrano un incremento pari al +4,5%, superiore rispetto a quello rilevato nelle precedenti indagini e rispetto al I trimestre 2013, quando il risultato era stato del -2,7%. Anche il fatturato ha manifestato un andamento positivo: le imprese manifatturiere piemontesi registrano, infatti, un incremento tendenziale del fatturato totale pari al 4,0%; l’aumento è lievemente inferiore per la componente estera, che mette a segno un +3,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Sono, questi, alcuni dei risultati emersi dalla 170ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di aprile 2014 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2014, e ha coinvolto 1.201 imprese industriali piemontesi. L’aumento della produzione industriale non ha riguardato tutti i settori di attività economica. Le industrie dei mezzi di trasporto mettono a segno la perfomance migliore, registrando una variazione del +16,2% (in controtendenza rispetto al dato negativo dello scorso trimestre). Risultano superiori alla media regionale anche gli incrementi registrati dalle industrie dei metalli (+4,5%), dalle industrie meccaniche (+4,3%, variazione positiva per il secondo trimestre consecutivo), da quelle chimiche e delle materie plastiche (+4,1%) e dal tessile-abbigliamento (+3,7%). Negative, invece, le performance degli altri comparti: l’output delle industrie elettriche ed elettroniche, dopo il +0,7% del Iv trimestre 2013, registra una contrazione dello 0,5% rispetto al periodo gennaio-marzo 2013; ancora più marcata la flessione dei livelli produttivi delle industrie alimentari (-1,6%, dato negativo per il secondo trimestre consecutivo) e di quelle del legno e del mobile (-3,6%, in contrapposizione alla sostanziale stazionarietà registrata nel trimestre precedente). A livello territoriale, l’andamento è disomogeneo: alla performance concretizzata dal tessuto manifatturiero della provincia di Torino (+6,6%) si associano incrementi meno sostenuti per Cuneo, Novara e Biella (rispettivamente +3,0%, +2,9% e +1,2%); l’output prodotto dalla provincia di Vercelli è cresciuto dello 0,9%, mentre quello di Asti è risultato sostanzialmente stabile (+0,3%). Le province di Alessandria (-0,6%) e del Verbano Cusio Ossola (-1,0%) scontano, invece, una contrazione della produzione industriale manifatturiera. Ii Trimestre 2014: I Dati Previsionali Di Confindustria Piemonte Per il Ii trimestre 2014, le indicazioni che emergono dalla consueta indagine previsionale trimestrale, realizzata da Confindustria Piemonte su un campione di circa 1.000 aziende associate del comparto manifatturiero e 300 dei servizi, sono in leggero miglioramento rispetto all’inizio dell’anno. Si consolida il clima di fiducia riscontrato a dicembre: ci troviamo, forse, in presenza di una fase di stabilizzazione del mercato, più che di un quadro espansivo. Rispetto alla rilevazione precedente, migliorano tutti gli indicatori, pur rimanendo col segno meno. Mancano, però, segnali forti e univoci di ripartenza dell’attività produttiva: il basso utilizzo degli impianti, l’ancora elevato ricorso alla Cig e lo stallo degli investimenti sono segnali che inducono alla cautela. Unica eccezione: l’export, che torna a crescere. Nel dettaglio, il 21,6% delle imprese manifatturiere si attende, per il prossimo trimestre, un aumento della produzione, a fronte del 23,6% che ne prevede la diminuzione: il saldo è ancora leggermente negativo (-2%), ma ben lontano dal -11% della passata rilevazione. Anche per gli ordinativi totali il saldo migliora, passando dal -13,2% di dicembre, al -2,9%. Migliora in modo apprezzabile la previsione di produzione per le aziende con oltre 50 dipendenti, che passa dal precedente -10,7% all’attuale +13,2%. Particolarmente significativo è il rafforzamento del saldo ottimisti-pessimisti riferito all’export, che si conferma positivo e in miglioramento rispetto alla precedente rilevazione (passa infatti da +4,8% a +10,0%). In questo trimestre, le aziende maggiormente ottimiste sulle previsioni export non sono più, come in passato, le grandi, bensì le medie esportatrici: se si scompongono i saldi per quantità di fatturato export, si osserva che le più ottimiste sono quelle che esportano dal 30% al 60% del fatturato, con un saldo del 19,9%, seguite da quelle che esportano dal 10% al 30%, con un saldo del 14,3%. Sono lievemente positive (1%) le aspettative delle grandi esportatrici e ancora negative (-13,9%) quelle delle aziende legate principalmente alla domanda domestica. Rimangono sostanzialmente stabili le previsioni di investimenti, sia significativi (il 21,7% delle aziende) che per sostituzioni (41,8%). Quasi invariato anche il tasso di utilizzo della capacità produttiva, che passa da 68,3% a 68,7%. Cala di poco il numero di aziende con un carnet ordini per meno di un mese (da 26,7% a 25,2%) e per un periodo da 1 a 3 mesi (da 49,8% a 48,9%). Invariate le imprese con lavoro garantito per 3-6 mesi (14,3%) e per oltre un anno (4,4%), mentre passano dal 5% al 7,3% per quelle che hanno ordinativi per un periodo di 6-12 mesi. Rimane leggermente negativo, anche se meno rispetto alle previsioni degli ultimi due anni, il clima intorno all’occupazione: il 9,3% delle imprese prevede un aumento della propria forza lavoro, a fronte del 13,8% che ne prevede la diminuzione, con un saldo pari a -4,5% (contro il pessimistico -9,3% del primo trimestre 2014). Si riduce in maniera apprezzabile il ricorso alla Cig: la percentuale di aziende che vi ricorre passa dal 32,6% al 27,4%. Per contro, non diminuiscono i tempi di pagamento, che rimangono intorno ai 94 giorni (149 per quelli da parte di enti pubblici), mentre oltre la metà delle imprese del campione (il 52,8%) segnala ritardi negli incassi. Un’analisi più puntuale dei dati evidenzia come il miglioramento degli indicatori derivi soprattutto dal rafforzamento di alcuni comparti non metalmeccanici, in particolare l’alimentare (+20,2% a favore degli ottimisti), la chimica (+16,1%), la gomma-plastica (+11,5%). Anche nel settore metalmeccanico si registra comunque un miglioramento del clima di fiducia, soprattutto nel comparto macchinari (+10,3%) e automotive (+6,7%). Al contrario, persiste la pesante recessione dell’edilizia (-43,1%) e del suo indotto (legno, laterizi, impiantisti). A livello territoriale, è da segnalare la buona performance della provincia di Alessandria che dal saldo ottimisti-pessimisti del -8,2% del primo trimestre 2014, passa ad un +13,6%. Bene anche Biella, che passa da +6,0% a +12,8%, Ivrea, che migliora da +10,0% a +25,0%. Migliorano, pur rimanendo negative, le previsoni per Torino (da -12,7 a -3,0%), Verbania (da -21,2% a -12,1%), Vercelli (da -14,3% a -5,3%). Ancora negative le previsioni in provincia di Cuneo (da -18,1% a -14,5%), sostanzialmente invariate quelle degli imprenditori di Novara (da 3,5% a 3,9%). Le aspettative delle circa 300 aziende dei servizi sono cautamente positive per i livelli di attività e ordinativi, con indicatori sopra il punto di equilibrio tra ottimisti e pessimisti, rispettivamente +3,7% e +1,7%. Il saldo sulle previsioni occupazionali registra un significativo miglioramento rispetto a dicembre, passando da -2,9% a +6,7%. Si riduce anche le percentuale di aziende che prevede il ricorso alla Cig (da 12,1% a 10,5%). Rimangono problematici gli indicatori sulla situazione finanziaria e di liquidità. Peggiora ancora la redditività, con un saldo pari a -15,8% (rispetto al -11,5% dello scorso trimestre); il 60,1% delle aziende segnala ritardi negli incassi (in lieve miglioramento rispetto al precedente 64,1%). Si riducono appena i tempi di pagamento, da 84 a 80 giorni (da 153 a 147 per la pubblica amministrazione). Nessun segnale di cambiamento proviene dagli investimenti: solo il 23,6% delle aziende ha in programma investimenti significativi (erano il 23,4% lo scorso trimestre), mentre il 41,2% prevede di effettuare interventi di sostituzione (erano il 42,9% a dicembre). Varia di poco anche la composizione del carnet ordini: l’11,8% delle imprese ha lavoro garantito per meno di un mese, il 30% per un periodo tra 1 e 3 mesi, il 17,8% da 3 a 6 mesi, il 19,5% da 6 mesi a un anno e il 20,9% per oltre un anno. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva, già elevato, sale leggermente e tocca l’83,3%. Infine, per la prima volta, alle aziende rispondenti è stato domandato un giudizio a consuntivo sul 2013 da poco archiviato. Quasi la metà del campione manifatturiero (il 49,8%) ha dichiarato di aver avuto un risultato economico positivo, a fronte del 22% che ha dichiarato una situazione di perdita (saldo +27,8%). Negativi gli altri saldi, riguardanti gli investimenti (-13,5%), il fatturato (-5,3%) e l’indebitamento (-0,5%). Analogamente, per i servizi, le risposte hanno rivelato che circa la metà delle aziende nel 2013 ha avuto un risultato economico positivo, con un saldo ottimisti-pessimisti del 30,6%. Negativi invece i saldi relativi al fatturato (-2,0%), all’indebitamento (-2,1%) e agli investimenti (-11,3%). |
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