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Notiziario Marketpress di Mercoledě 11 Giugno 2014
 
   
  NUMERI E POTERE DEI LOBBISTI USA. MANCANO I DATI SULL’ITALIA

 
   
  Trento, 11 giugno 2014 - «Lobbying negli Stati Uniti č un’industria da 3,5 miliardi di dollari che opera come fulcro di un sistema pubblico che vale circa 3.500 miliardi di dollari a livello federale. Sono circa 13 mila le persone che risultano come lobbisti, con dei veri e propri contratti. Il settore economico piů interessato č quello farmaceutico. Ma tra i primi venti clienti per ammontare dei contratti di lobbying c’č anche Mars, l’industria della barretta che la mia generazione ha mangiato in grandi quantitŕ». Questi sono alcuni dei dati forniti dall’economista empirico Francesco Trebbi nell’incontro dal titolo “Lobby”, tenutosi l’ 1 giugno nella Sala conferenze del Dipartimento di economia e management dell’Universitŕ di Trento. L´intervento s´č incentrato sul sistema Usa, dove i lobbisti devono registrarsi presso gli uffici amministrativi di Camera e Senato. «Al momento – dice - non sappiamo niente, invece, di ciň che succede in Italia». Francesco Trebbi, professore di economia alla University of British Columbia, Vancouver School of Economics, attivo al Nber - National Bureau of Economic Research e al Cifar - Canadian Institute for Advanced Research, ha spiegato chi siano i lobbisti. L’attivitŕ delle lobbies č un fenomeno indagato da tempo dagli studiosi di economia politica, ha ricordato nell’introduzione Carlo Ruzza, professore di sociologia politica all´Universitŕ di Trento, ma tante domande attendono ancora risposta. In che modo i lobbisti influenzano l’attivitŕ politica? Il lobbying va a scapito o a beneficio del bene comune? Trebbi riferisce quanto la Lega Americana Lobbisti pubblica sul proprio sito: «Lobbismo rappresenta una componente legittima e necessaria del nostro processo politico democratico. Le decisioni del governo colpiscono sia le persone sia le organizzazioni e delle informazioni devono essere fornite al fine di produrre decisioni consapevoli». Comunque Trebbi ha puntualizzato: «Le esigenze informative di ogni membro del Congresso sono particolarmente severe. La Camera presenta piů di 5 mila proposte di legge per ciclo congressuale (due anni). I lobbisti sostengono di fornire le informazioni necessarie alla valutazione di tali proposte, tuttavia nessuno nega ci siano distorsioni strategiche. Nel migliore dei casi, il lobbismo non comporta minacce, coercizione, compravendita di voti o corruzione. Tuttavia, molti economisti ritengono che questa sia la norma». Trebbi si č poi concentrato sui punti di forza dei lobbisti. Le conoscenze personali – ha detto – sono fondamentali. Sono la vera ricchezza. «Se uno vuol sapere quanto distorsivo sia il lobbismo deve capire bene perché queste conoscenze personali siano cosě importanti. Purtroppo c’č ancora poca evidenza empirica su questo problema» ha concluso.  
   
 

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