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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 04 Aprile 2007 |
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RIVEDERE IL MODELLO AGRICOLO DELL´EUROPA AMPLIATA
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I nuovi Stati membri sono stati discriminati nell´ambito della Pac. E´ quanto afferma il Parlamento sollecitandone una revisione globale, anche attraverso strumenti ad hoc e in base alla sussidiarietà. Occorre quindi prevedere il riaccoppiamento volontario degli aiuti e dotazioni finanziarie nazionali nel quadro del bilancio Ue per il vino e l´ortofrutta. Bisogna poi ridurre gli oneri amministrativi, rafforzare le norme comuni di qualità e incentivare le biomasse. L´allargamento del 2004 ha aumentato in misura considerevole la superficie agricola (di circa il 27%), il numero delle aziende (di circa il 60%) e il numero dei lavoratori agricoli (di circa il 57%) nell´Ue. Adottando la relazione di Csaba Sándor Tabajdi (Pse, Hu), il Parlamento, sostiene che l´attuale Pac non è in grado di risolvere una parte considerevole dei problemi agricoli o connessi all´agricoltura nell´Ue allargata. Più in particolare, pur riconoscendo che il disaccoppiamento accentui in generale l´orientamento al mercato dell´agricoltura dell´Ue, rileva che i pagamenti diretti disaccoppiati «non contribuiscono efficacemente alla creazione di un settore agricolo e di una società rurale sostenibili», né nei nuovi Stati membri né in gran parte dell´Ue-15. Sottolinea pertanto che sono necessari ulteriori provvedimenti o «un´applicazione su misura» del regime dei pagamenti diretti. Per i deputati, inoltre, soprattutto negli Stati membri e nelle regioni in cui le aziende agricole specializzate svolgono un ruolo decisivo nell´agricoltura, l´attuale sistema dei pagamenti diretti promuove in misura eccessiva le colture a seminativo, non contribuisce in modo adeguato ad un allevamento sostenibile e non promuove né facilita i necessari cambiamenti strutturali». Sottolineano poi che la Pac deve essere mantenuta a livello comunitario e che si dovrebbe evitare qualsiasi rinazionalizzazione di tale politica, ma osservano tuttavia che occorre applicare misure specifiche basate sul principio di sussidiarietà. Il Parlamento, più in generale ritiene che sia necessario rivedere l´ambito, gli obiettivi, le finalità e i principi della Pac, compreso il modello agricolo europeo. In questo esercizio, insistono i deputati, si dovrà tenere conto degli obiettivi e delle esigenze dell´agricoltura, delle zone rurali, degli agricoltori, dei consumatori e di tutta la società dell´Ue allargata a 27 paesi, «in modo da definire le risorse finanziarie necessarie e garantire che la loro ripartizione sia adeguata, equa e pienamente giustificata». Sottolineano inoltre che è essenziale evitare decisioni «dettate unicamente dall´esigenza di ridurre il livello del finanziamento comunitario o di mantenere lo statu quo finanziario tra gli Stati membri». Più in particolare, le esigenze specifiche degli Stati membri e delle regioni, compresa la soluzione dei problemi e delle difficoltà nei nuovi Stati membri, dovrebbero continuare ad essere soddisfatte sulla base della sussidiarietà e applicando una serie di strumenti ad hoc. Il Parlamento chiede quindi l´introduzione di un sistema rivisto dei pagamenti diretti, che preveda anche nuove misure quali opzioni di riaccoppiamento volontarie ad uso esclusivo degli Stati membri che le considerano necessarie per realizzare i loro obiettivi sociali, occupazionali e di sostenibilità. Ma sollecita anche l´estensione dei pagamenti a nuovi settori e nuovi beneficiari, ad esempio frutti in bacche destinati alla trasformazione, nel quadro del sistema rivisto di dotazioni finanziarie nazionali e finanziamento comunitario integrale. Inoltre, il Parlamento chiede l´introduzione di misure di mercato aggiuntive, facoltative, regionali o temporanee con finanziamento comunitario e l´applicazione del sistema di dotazioni finanziarie nazionali a titolo del bilancio dell´Ue nei settori da riformare (vino e prodotti ortofrutticoli). Sollecita poi un migliore sostegno e forti incentivi alle organizzazioni dei produttori e l´abrogazione delle normative nazionali che ostacolano tali iniziative, nonché la promozione della cooperazione transfrontaliera tra organizzazioni dei produttori e l´introduzione di un efficace sistema di gestione dei rischi e delle crisi in agricoltura, che preveda l´assistenza finanziaria della Comunità e sia pagato dalle dotazioni nazionali. Per i deputati, infine, sono necessari il rafforzamento del mercato interno con norme comuni in materia di qualità, commercializzazione, concorrenza, sicurezza alimentare, tutela ambientale e benessere degli animali, il rafforzamento dello sviluppo rurale e del relativo finanziamento, e una maggiore flessibilità delle norme sugli aiuti statali (in particolare estendendo l´ambito delle esenzioni per categoria e aumentando il livello minimo). D´altra parte, il Parlamento sottolinea che la produzione di biomassa e di bioenergia «svolgerà un ruolo strategico nel futuro del settore agricolo dell´Ue». Chiede pertanto che vengano assegnati adeguati finanziamenti dell´Ue per promuovere la produzione di biomassa su terreni non più utilizzati per la produzione di alimenti destinati all´alimentazione umana e animale. Esprime poi l´auspicio che la futura Pac «diventi anche più facile da gestire», riducendo l´onere amministrativo gravante sugli agricoltori e sulle autorità nazionali, promuovendo prodotti sani, orientandosi al mercato e migliorando la sua compatibilità ambientale, per assicurare il futuro di un´agricoltura sostenibile. I nuovi Stati membri sono discriminati dalla Pac L´agricoltura della maggior parte dei nuovi Stati membri si differenzia notevolmente da quella dei paesi dell´Ue-15 per quanto concerne il livello e la struttura della produzione nonché le dimensioni delle aziende agricole e, per i deputati, risulta essere «meno efficiente, tecnicamente meno sviluppata e meno integrata in senso verticale ed orizzontale rispetto all´agricoltura dei vecchi Stati membri». Inoltre, nella maggior parte dei nuovi Stati membri l´agricoltura svolge un ruolo economico e sociale più importante che nell´Ue-15, dal momento che il suo contributo al Rnl e la quota di lavoratori occupati nel settore superano la media Ue. Il Parlamento sottolinea poi che i nuovi Stati membri hanno dovuto sostenere «elevati costi sociali ed economici per adattarsi alle regole della politica agricola comune», mentre i fondi di preadesione hanno coperto solo in parte i costi del processo di adattamento e d´integrazione prima dell´adesione. D´altra parte, ricorda che l´Atto di adesione prevede un lungo periodo d´introduzione graduale (9 anni) con un basso livello iniziale (25% del livello applicabile nell´Ue) per i pagamenti diretti nei nuovi Stati membri, «mentre le regole concernenti il mercato interno e i contributi al bilancio si applicano pienamente ad essi». Il livello dei costi e dei redditi nei nuovi Stati membri, pertanto, «non giustifica questo grado di differenziazione che crea disparità nelle condizioni concorrenziali degli agricoltori dei nuovi Stati membri». Più in particolare, il Parlamento rileva che le differenze nel livello dei pagamenti diretti tra l´Ue-10 e l´Ue-15 «non hanno garantito parità di condizioni», per cui in diversi nuovi Stati membri i produttori «hanno perduto terreno persino sui loro mercati interni». Osserva poi che nel caso di alcuni nuovi Stati membri, per taluni settori, i bassi livelli delle quote assegnate «hanno comportato il congelamento o addirittura il declino della produzione agricola». Ritiene inoltre che la realizzazione degli obiettivi della Pac in quei paesi sia anche ostacolata «dal livello insufficiente di finanziamenti per lo sviluppo rurale, dalla mancanza di un efficace sistema di gestione dei rischi e delle crisi, nonché dall´eccessiva rigidità delle norme comunitarie sugli aiuti statali». Il Parlamento sottolinea, poi, che i nuovi Stati membri sono stati costretti ad applicare il sistema dei pagamenti diretti nazionali complementari (Pdnc, "topping up"), «che possono essere considerati una forma di cofinanziamento e una quasi-rinazionalizzazione dei pagamenti diretti comunitari». Questi pagamenti nazionali, a suo parere, hanno peraltro causato «gravi difficoltà politiche ed economiche in diversi nuovi Stati membri, imponendo un pesante onere sui loro bilanci nazionali e limitando la possibilità di applicare regimi di aiuto statale». Pertanto, chiede alla Commissione - nell´ambito della semplificazione e razionalizzazione dell´applicazione della Pac, dei regimi di pagamenti diretti e dei programmi di sviluppo agricolo - di tener conto dei problemi cui devono far fronte soprattutto i nuovi Stati membri e di proporre le opportune soluzioni, senza tuttavia discostarsi dalle norme che disciplinano l´applicazione della Pac. I deputati, infine, ritengono che nella produzione agricola e nel tessuto rurale dei nuovi Stati membri siano necessari ulteriori cambiamenti. In proposito ribadiscono che le regole della Pac e l´aiuto comunitario devono favorire tale processo e ritengono pertanto essenziale effettuare con gradualità le necessarie modifiche, «dal momento che la società rurale legata all´agricoltura e l´economia dei nuovi Stati membri non potrebbero tollerare cambiamenti troppo repentini e drastici nella loro struttura produttiva e occupazionale». . |
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