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Notiziario Marketpress di
Giovedì 05 Febbraio 2015 |
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AGRATI: LA REGIONE PIEMONTE IMPEGNATA A CERCARE OGNI SOLUZIONE UTILE PER EVITARE I LICENZIAMENTI
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Torino, 5 febbraio 2015 - “La Regione è impegnata a ricercare ogni utile iniziativa che possa evitare il licenziamento dei lavoratori della Agrati al termine del 1° anno di cassa integrazione straordinaria , al fine di non compromettere le azioni di ricollocazione dei lavoratori visti gli ottimi risultati fin qui raggiunti”. Lo ha dichiarato l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, nella seduta del Consiglio regionale, rispondendo a un’interrogazione sulle sorti dei dipendenti dell’impresa di Collegno e ripercorrendo tutto quanto fatto finora per la salvaguardia dei posti di lavoro. “Il 30 aprile 2014 - ha spiegato - come previsto dalla normativa vigente, è stato sottoscritto presso il ministero del Lavoro il verbale di accordo sulla richiesta di cassa integrazione guadagni straordinaria a cui avrebbe fatto ricorso la società Agrati a seguito della chiusura del sito di Collegno. Alla sottoscrizione dell’accordo si è arrivati dopo un lungo e faticoso percorso di mediazione da parte della Regione Piemonte che, a fronte della irremovibilità dell’azienda rispetto alla chiusura dello stabilimento, ha impegnato la stessa a predisporre un piano di ricollocazione per gli 82 dipendenti coinvolti dalla chiusura”. Il piano di ricollocazione individuava una serie di strumenti che avrebbero favorito l’uscita dei lavoratori: ricollocazione interna in altri stabilimenti della società, programma di outplacement, progetto di reindustrializzazione dello stabilimento di Collegno affidato a primaria società, formazione e riqualificazione del personale, ricollocazione nell’ambito della direttiva “Occupati a rischio” della Provincia di Torino, incentivi all’esodo e la mobilità . “Questi strumenti - ha aggiunto Pentenero - utilizzati nell’arco temporale dei 24 mesi di durata della cassa integrazione, avrebbero dovuto assicurare un’occupazione alternativa ai lavoratori che stavano perdendo il loro posto di lavoro. Ad oggi, dai dati in possesso dell’Ufficio mobilità della Regione Piemonte, risulta che 40 lavoratori abbiano già lasciato l’azienda. Purtroppo questo percorso rischia di essere compromesso dall’emanazione della circolare n. 1 del 22 gennaio 2015 del ministero del Lavoro che, in riferimento alle domande di Cigs per cessazione di attività della durata di 24 mesi che abbiano avuto inizio nel 2014, afferma che si procederà all’istruttoria delle sole istanze relative alle proroghe che abbiano avuto inizio entro e non oltre il 31 dicembre 2014. Questo, naturalmente, esclude la Agrati, la cui proroga Cigs dovrebbe iniziare il 22 aprile 2015. La Regione Piemonte purtroppo in questo momento si trova ad agire in un quadro normativo in evoluzione. La legge 10 dicembre 2014 n. 183 Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi al lavoro e delle politiche attive impegna, infatti, il governo entro 6 mesi dall’approvazione ad emanare uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali, che devono attenersi fra, gli altri, al seguente principio e criterio direttivo: impossibilità di autorizzare le integrazioni salariali in caso di cessazione definitiva di attività aziendale o di ramo di essa”. Peraltro le parti sociali piemontesi avevano dovuto prendere atto che il decreto interministeriale - ministro del Lavoro e ministro dell’Economia - n. 83473 del 1° agosto 2014, aveva stabilito che le aziende in cessazione totale o parziale di attività non potessero richiedere la cassa integrazione in deroga. Per questo motivo l’accordo quadro sottoscritto il 12 settembre 2014 aveva dovuto escludere le aziende in cessazione di attività dalla possibilità di ricorrere alla cassa in deroga”. |
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