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Notiziario Marketpress di
Giovedì 12 Aprile 2007 |
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TURKESTAN: UNA BOTTEGA DI ARTE E CULTURA DEDICATO ALLE CULTURE DEI POPOLI DELL’ASIA CENTRALE
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Turkestan oggi a Milano è una bottega di arte e cultura che in un vero e proprio caleidoscopio di colori propone tutta l’energia e il calore dell’artigianato delle popolazioni dell’Asia Centrale. Tappeti annodati a mano, antichi e moderni, kilim, sacche da sella o per il trasporto di cereali, le piccole sacche per il sale, le coperte e le decorazioni da cavallo e da cammello realizzate a telaio dai pastori uzbeki, beluci, tartari e curdi, i tappeti di feltro realizzati a rullo o con la tecnica patchwork dai pastori nomadi kazaki o kirghizi che ancora oggi vivono sugli sterminati altipiani sopra i 2000 metri in un terrritorio che dal nord dell’Afghanistan arriva fino al Turkestan orientale, già oltre il confine cinese. E poi i mobili intagliati e i gioielli dei pastori turcomanni e kutchi, i magnifici vetri soffiati di Herat, l’antica Alessandria di Aria, in tutte le tonalità dell’azzurro e del blu e leggerissimi, gli arazzi da tenda realizzati con le tecniche patchwork dai pastori kirghisi. E dalle popolazioni sedentarie delle oasi di Samarcanda e Bukhara situate sulla mitica via della seta, i suzani, gli arazzi in tela di cotone e di lino ricamate con coloratissimi fili di seta. E poi gli abiti di foggia tradizionale, i chapans, realizzati in seta con la tecnica ikat, con le fodere interne in cotone a motivi floreali, antichi e vecchi, ma tuttora di impressionante modernità, e i più attuali Karzai chapans di seta o di cotone a righe verticali, chiamati così in onore del presidente afghano che li indossa sempre nelle cerimonie ufficiali sopra giacca e cravatta e che è stato dichiarato qualche anno fa da Tom Ford l’uomo più elegante del mondo. Turkestan importa direttamente dall’Asia Centrale e in particolar modo dall’Afghanistan ed è specializzato nelle tessiture tribali e nelle produzioni dei pastori nomadi. , ma tratta e produce anche tappeti moderni ed ha una selezione dei così chiamati tappeti di guerra, molto rari e ambiti dal collezionismo internazionale perchè la produzione iniziata dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1979 e poi ripresa nel 2001 dopo il conflitto seguito all’attacco alle torri gemelle segna sia una rottura netta con la tradizione che la tangibile testimonianza di importantissimi avvenimenti storici. . . |
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