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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 02 Maggio 2007 |
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XXVIII CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA ESTETICA ROMA DAL 4 AL 6 MAGGIO
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La correzione delle linee del collo: il superamento di un limite. Grazie ad una distribuzione dermica dell’esclusivo acido ialuronico Cpm oggi è possibile correggere le rughe del collo per un risultato che dura nel tempo. Le linee del collo, note anche con il termine di “collane di Venere” sono inestetismi che compaiono normalmente ai primi segni di invecchiamento. Nonostante le numerose metodiche a disposizione del Medico, fino ad oggi, non si è riusciti che a migliorare il tono e la qualità del tessuto senza però arrivare a poter correggere in modo mirato quelle rughe, o meglio, fratture cutanee che si formano sul collo e che spesso sono in contrasto con un viso ringiovanito e senza imperfezioni. Primo in Europa, sarà il Congresso Internazionale di Medicina Estetica che si terrà presso L’hotel Cavalieri Hilton Di Roma, presieduto dal Prof. Bartoletti, che ospiterà la presentazione di una nuova metodica correttiva di questo inestetismo che utilizza un acido ialuronico con tecnologia Cpm. A differenza degli altri filler riassorbibili, l’acido ialuronico con tecnologia Cpm riesce a compenetrare il tessuto dermico in modo fisiologico, senza quindi rischio di visibilità dell’impianto. Per questa indicazione viene utilizzato esclusivamente la formulazione Belotero Soft, in quanto la cute in questo distretto è particolarmente sottile, permettendo in uno o massimo due trattamenti di attenuare significatamene o cancellare le rughe del collo. Immagini istologiche e foto dei risultati del trattamento convalidano e confermano la possibilità di poter intervenire ora su questo distretto con successo. La correzione risulta effettiva per una durata di 4-5 mesi e non esclude altri trattamenti, come biostimolazione o peeling specifici per contrastare eventuali cedimenti generalizzati del tessuto. (Relazione Dr. C. Lampignani) I peeling di rigenerazione e di ristrutturazione tessutale - Dalla Francia arriva una metodica che, grazie all’innovazione tecnologica dell’hydrogel reticolato, trasforma il peeling classico da azione esfoliativa in metodica di rigenerazione e ristrutturazione tessutale profonda, nel massimo rispetto della tolleranza cutanea. Dai Laboratori di ricerca in biochimica molecolare di Parigi, arrivano anche in Italia tre linee di peeling associati ad un esclusivo Hydrogel reticolato. Questa innovazione tecnologica permette di modificare in maniera reversibile la resistenza della barriera cutanea e di trasportare in profondità, in modo sequenziale ed omogeneo sia l’acido glicolico che le molecole specifiche in abbinamento. Grazie a questo nuova penetrazione e diffusione delle molecole il peeling si trasforma da un puro atto “esfoliativo” in una metodica di rigenerazione e ristrutturazione profonda della pelle. Esistono varie formulazioni per rispondere alle differenti esigenze correttive: la linea dei peeling eutrofici ha come scopo la normalizzazione alcune disfunzioni fisiologiche frequenti ( per es. Normalizza un’eccessiva produzione di sebo o di melanina oppure compensa la caduta dei tassi ormonali per l’invecchiamento cutaneo nel periodo della menopausa) ed è indicata anche per cuti sensibili e reattive; la linea anti-age invece, più adatta per cuti normali e spesse serve a contrastare i cedimenti cutanei e intervenire su rughe o cuti fotoinvecchiate, infine quale novità assoluta, la linea peeling specifici per la terapia di fotobiomodulazione dove l’efficacia delle molecole viene potenziata dallo stimolo diretto sulle cellule attraverso l’impiego di luce (Led) a lunghezza d’onda specifiche (633nm) per aumentare gli effetti anti-age e di ringiovanimento tessutale. (Relazione Dr. Ssa N. Tamburlin) La terapia fotodinamica e la terapia di fotobiomodulazione. Attraverso l’utilizzo di sostanze fotosensibilizzanti in abbinamento a luci con lunghezza d’onda specifiche o solo mediante l’utilizzo di luci è possibile trattare con successo non solo numerose affezioni cutanee ma anche ringiovanire la cute con metodiche completamente innovative e non invasive. La terapia fotodinamica o Pdt è ormai riconosciuta a livello mondiale come metodica per il trattamento di numerose patologie cutanee quali ad es. Tumori, cheratosi attiniche, o acne severa. In questo caso la luce emessa attiva una sostanza fotosensibilizzante che, applicata previamente sulla cute, penetra nelle cellule bersaglio e le distrugge attraverso la liberazione di forme altamente reattive (ossigeno singoletto e radicali Liberi). Nel caso dei tumori cutanei, per es. Questo significa poter intervenire senza chirurgia ed in modo selettivo fra le cellule affette e quelle sane. Dopo oltre 12 anni di ricerca condotte dal Centro di Ricerca sul Cancro in Uk si è arrivati a sviluppare 3 Led differenti per il trattamento di varie condizioni cliniche, 5 approvazioni Fda e numerosissimi studi clinici ne hanno confermato l’efficacia clinica e l’innovazione tecnologica. Proprio grazie alla messa a punto di Led a lunghezza d’onda, dose e intensità specifiche sta ora aumentando l’interesse scientifico mondiale nei confronti Terapia di Fotobiomodulazione, in questo caso l’energia dei Led, senza emissione di calore e senza impiego di sostanze fotosensibilizzanti, esercitano un’azione diretta sulle cellule che porta al miglioramento e alla stimolazione del metabolismo cellulare. La Fotobiomodulazione, oltre al trattamento di patologie come la psoriasi o la vitiligine, ha convalidate dimostrazioni scientifiche d’efficacia anche nel ringiovanimento cutaneo dove, senza nessun disagio per il paziente, consente di attenuare le rughe e migliorare significativamente il trofismo cutaneo. La Fotobiomodulazione trova valido impiego anche nella fase post-chirugica o post-laser in quanto consente una più rapida e controllata riparazione tissutale. Nel campo del ringiovanimento, per potenziare la stimolazione cellulare e la produzione da parte dei fibroblasti degli elementi costitutivi del tessuto connettivo è stata messa a punto una linea di peeling che associa molecole biodisponibili ma non fotosensibilizzanti alla luce con lunghezza d’onda di 633 nm. (Relazione Dr. Ssa M. Belmontesi) . |
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