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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Giugno 2006
 
   
  TRENTINO GRAPPA, COSÌ DIVERSA DA ESSERE UNICA

 
   
  “Così diversa da essere unica”. A prima vista potrebbe sembrare semplicemente uno slogan indovinato, questo dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, ma in realtà non è altro che l’enunciazione di una verità non contestabile. Cerchiamo di spiegarlo. L’arte della distillazione è una tradizione che, lungo la vallata dell’Adige, si perde nella storia. Per le famiglie possedere un alambicco, e saperlo usare, era una necessità vitale al sostentamento e, perché no, aiutava anche a nobilitare i momenti di festa. Le dimensioni familiari non si sono ancora perse nemmeno oggi e impreziosiscono quella che rimane pur sempre un’attività artigianale. Ma, al di là dell’aspetto dimensionale, è importante comprendere che le “famiglie della grappa” hanno sempre distillato le vinacce provenienti dai vigneti della zona. Partite piccole, scelte con cura e seguite passo passo fino a ottenere i “vapori” migliori. L’istituto, nato negli anni Sessanta, ha voluto difendere e valorizzare questa tradizione facendo della Trentino Grappa appunto, una grappa “diversa e unica”. Diversa perché la si ottiene esclusivamente con vinacce trentine, quindi raccolte vicino alle distillerie e a queste portate nel più breve tempo possibile al fine di tutelarne le migliori caratteristiche organolettiche quali la freschezza e i profumi. E diversa perché in Trentino la distillazione si effettua con la tecnica del “bagnomaria”, metodo introdotto storicamente da Tullio Zadra, che consiste nell’immergere la caldaia che contiene le vinacce in una caldaia più grande e piena d’acqua. Il calore dell’acqua si trasmette alle vinacce assicurando una distillazione lenta e, per questo motivo, più armonica. Le dimensioni artigianali delle aziende, le vinacce fresche e del territorio, la tecnica di distillazione, basterebbero a far capire la diversità. Ma a questa si aggiunge l’unicità. Che, oltre a sostanziarsi nell’arte del Mastro distillatore, custode di generazione in generazione dei segreti degli alambicchi, si certifica nei rigorosi controlli a cui la Trentino Grappa è sottoposta. Dai suoi stessi artefici, peraltro. Sono infatti gli stessi soci dell’Istituto, il cui marchio del Tridente è un omaggio alle tre montagne che circondano Trento, che sanno essere inflessibili con le loro “creature”. Ogni grappa, prima di essere imbottigliata, è presentata in quattro campioni al laboratorio d’analisi dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, uno degli enti più prestigiosi in Italia nel campo enologico, per l’esame chimico. Superato il quale, deve affrontare il vaglio di una commissione, riunita presso la Camera di commercio, composta da due distillatori soci dell’Istituto di Tutela, da un rappresentante del laboratorio stesso e da due esperti indicati dall’Anag, l’Associazione nazionale assaggiatori grappa. A questa commissione spetta di decidere se la grappa per la quale è stato richiesto il Marchio del Tridente corrisponde al tipo indicato in etichetta e se il livello di qualità è conforme all’elevato standard prefissato. Solo allora il produttore può ottenere un numero di Marchi uguale alle bottiglie che intende immettere in commercio. Selezione durissima dunque, che tuttavia non si esaurisce ancora. Già, perché anche sulle bottiglie in commercio si effettuano controlli tramite l’acquisto a campione e la ripetizione dell’intero percorso di esami e analisi. Eccolo dunque il meccanismo tanto complesso da rendere davvero unica la Trentino Grappa. Un meccanismo di difesa di un nobile e tradizionale prodotto di questa terra, ma soprattutto un meccanismo di protezione del consumatore che, quando acquista una grappa “del Tridente” sa cosa aspettarsi. .  
   
 

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