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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Maggio 2007
 
   
  INSUFFICIENZA VENOSA, COLPITI 19 MILIONI DI ITALIANI GLI ESPERTI: UNO SU TRE NE IGNORA I RISCHI

 
   
  Roma, 21 maggio 2007 – Prurito e gonfiore delle gambe, dolore, senso di peso, crampi notturni. Sono i “campanelli d’allarme” dell’insufficienza venosa cronica, terza patologia più diffusa, dopo allergie e ipertensione, che colpisce 19 milioni di italiani, dal 10 al 50% degli uomini, oltre la metà delle donne. Solo una persona su tre, però, sa di essere malata e segue una corretta terapia. Nonostante il profondo impatto sociale, l’insufficienza venosa è ancora sottovalutata, come le sue possibili gravi conseguenze: varici, ulcere venose, fino all’embolia polmonare. “Con rilevanti ricadute economiche – afferma il prof. Claudio Allegra, Direttore dell’U. O. C. Di Angiologia dell’Azienda Ospedaliera S. Giovanni-addolorata di Roma e Presidente della Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare (Siapav) - . In Italia per curarla si spendono ben 384 milioni di euro l’anno, ma con semplici norme di prevenzione e farmaci efficaci come la Frazione Flavonoica Purificata e Micronizzata, il costo per ogni cittadino scenderebbe a poco più di un euro al giorno, contro i 350 richiesti dalla cura della malattia in fase avanzata”. “Da uno studio epidemiologico condotto dalla Siapav – spiega il prof. Pier Luigi Antignani dell’U. O. C. Di Angiologia dell’Azienda Ospedaliera S. Giovanni-addolorata (Roma) - è emerso che circa il 40% dei pazienti che si rivolge al medico di famiglia per qualsiasi causa risulta affetto da insufficienza venosa cronica. ” “Alla sottovalutazione individuale – spiega il dott. Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg) – si associa talvolta quella del medico di famiglia, che non sempre si adopera per effettuare una diagnosi approfondita. Non è infatti nostra abitudine osservare le gambe di ogni paziente che presenta fattori di rischio”. “Per questo – continua il prof. Antignani – la Siapav ha promosso un progetto di sensibilizzazione per i medici di medicina generale sulla qualità di vita delle pazienti con varici”. I segni iniziali sono spesso confusi con semplici inestetismi, a cui molti credono di poter rimediare con il fai-da-te, ricorrendo a pomate di non documentata efficacia, a integratori ed a prodotti erboristici che non offrono alcun beneficio. Ma un’arma efficace esiste. “Il farmaco che oggi ha le maggiori evidenze cliniche è la Frazione Flavonoica Purificata e Micronizzata – continua il prof. Allegra -. Grazie ad una moderna tecnologia (la micronizzazione), ha un’ottima assorbibilità intestinale (circa il doppio rispetto ai flavonoidi non micronizzati) e quindi una maggiore efficacia clinica confermata in 400 studi su oltre 30. 000 pazienti”. I fattori di rischio sono costituiti dalla familiarità per varici, dall’alto numero di gravidanze, dall’obesità e dall’età (fino a 50-60 anni le più colpite sono le donne, mentre negli ultrasessantenni non vi sono differenze significative tra i due sessi). Anche lavori sedentari o che costringono per molte ore in piedi, possono aumentare il rischio di incorrere in questa patologia. Controllo del peso ed una costante attività fisica rappresentano le norme di prevenzione essenziali: in tal modo è possibile mantenere la muscolatura necessaria a rimuovere la stasi venosa, cioè il ristagno di sangue negli arti inferiori responsabile della malattia. Di fronte ai primi segni della malattia è necessario intervenire su due fronti: con calze elastiche preventive e con farmaci di provata efficacia clinica, i flavonoidi, in grado di eliminare i sintomi, di bloccare sul nascere la patologia venosa e di ridurne la progressione. “La Frazione Flavonoica Purificata e Micronizzata – spiega il prof. Allegra - è l’unico farmaco raccomandato da tutte le linee guida ed in tutti gli stadi dell’insufficienza venosa cronica, ossia dai primi sintomi e segni (dolore, pesantezza, gambe gonfie) fino agli stadi più gravi (edema, varici, ulcere)”. I vantaggi si traducono anche in termini economici. Tra i costi indiretti riconducibili alla malattia va infatti ricordato il numero di ore lavorative perse. “Fra le 50 motivazioni più comunemente addotte per l’assenza temporanea dal lavoro – continua il prof. Allegra -, l’insufficienza venosa cronica si colloca al 14° posto e, come causa di disabilità permanente e di assistenza finanziaria pubblica, fra le prime per frequenza. Una buona parte dei costi inoltre è da attribuire ad una delle complicazioni più frequenti della patologia venosa: l’ulcera. In Italia, si effettuano circa 291. 000 visite/anno per lesioni ulcerative con prescrizione di farmaci e medicazioni nel 95% dei casi ed un onere pari a 126 milioni di euro”. “Dal nostro studio epidemiologico – continua il prof. Antignani – è emerso che il 44,7% dei pazienti visitati dal medico di famiglia presenta teleangectasie (i così detti capillari) e il 49% varici, ossia stadi già avanzati della patologia. E a 1 su 5 di questi pazienti viene consigliata la visita specialistica”. Un ruolo essenziale nella diagnosi, valutazione e corretta gestione del paziente è proprio demandato al medico di famiglia. “La stessa Società Italiana di Medicina Generale – continua il Dr. Brignoli - non si è ancora attivata per la realizzazione di campagne di informazione su questa malattia, dando la priorità ad altre patologie, come l’ipertensione, il diabete o lo scompenso cardiaco. Ma è nostra intenzione in futuro estendere il nostro intervento anche al tema dell’insufficienza venosa, dando importanza alla diagnosi precoce e alla conseguente terapia immediata, basata solo su farmaci di provata efficacia clinica”. .  
   
 

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