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Notiziario Marketpress di
Martedì 22 Maggio 2007 |
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LA MAGLIA NERA GESTA E INGEGNO DI LUIGI MALABROCCA DI E CON MATTEO CACCIA
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Milano, 22 maggio 2007 - In occasione delle due mostre ispirate al Futurismo dedicate ad Adriana Bisi Fabbri e al Battaglione Lombardo, il Museo della Permanente, in collaborazione con Outis – Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, propone giovedì 24 maggio alle ore 21. 00 lo spettacolo “La maglia nera”, di e con Matteo Caccia. Un monologo che racconta la vita e le gesta di un ciclista degli anni ´50, Luigi Malabrocca, divenuto famoso per aver scoperto che era più facile accaparrarsi le simpatie della gente arrivando ultimo. Scomparso esattamente otto mesi fa all’età di 86 anni, “Luisìn aveva scelto di arrivare ultimo, perché quello era il sistema per sconfiggere la miseria” come ha scritto Marco Pastonesi su La Gazzetta dello Sport il 2 ottobre 2006, il giorno dopo la morte a Garlasco di Malabrocca Luigi, nato a Tortona il 22 giugno 1920. Andava in fuga dietro al gruppo. Entrava nei bar e non ne usciva più. Si nascondeva nelle scarpate, nei fienili, nelle cantine. Una volta si tuffò addirittura in una specie di pozzo, vuoto, ma un contadino baffuto, la pelle rosolata dal sole, s’insospettì e sollevò il coperchio: “E allora” gli intimò. “Sto correndo il Giro d’Italia”, tentò di spiegargli. Poi risalì sulla bici, affrontò Rolle, Pordoi, Campolongo e Gardena, perché era il tappone dolomitico, infine giunse al traguardo. Ultimo, ultimissimo, maglia nera, nerissima. Era il suo forte, il suo fortissimo (Marco Pastonesi) Negli anni del secondo dopo guerra in Italia il ciclismo è lo sport più popolare. Lo è grazie alle imprese dei due rivali più famosi di sempre Coppi e Bartali. In quello stesso periodo però, sullo sfondo del palcoscenico del Giro d´Italia, si muove un´altra figura. È quella di un ciclista, un gregario balzato agli onori della cronaca per aver regalato all´ultimo in classifica la stessa ribalta dei primi. È quella di un uomo di grande ingegno che ha intuito che arrivare ultimo era preferibile ad arrivare 10°, come nel 1946 quando giunse a 4h9’34” da Gino Bartali o l’anno successivo a 5h52’20” da Fausto Coppi. In un momento storico in cui gli italiani si sentivano "ultimi", era facile per la gente ai bordi delle strade affezionarsi a quel reietto che arrivava in fondo, arrivava ultimo ma arrivava, e l´unico modo in cui potevano premiarlo era attraverso i doni che conoscevano: salami, damigiane di vino, d´olio, formaggi e animali. Un corridore di per sé formidabile, visto che in carriera vinse 138 corse, di cui 15 da professionista (l’ultima al giro di Croazia e Slovenia nel 1949) che dopo aver dato prestigio al ruolo dell´ultimo, elevandolo per la prima volta al rango dei primi, si concesse il lusso di vincere 2 campionati italiani di ciclo campestre (1951 e 1953), il ciclismo di campagna, regalando agli italiani un insperato sapore di riscatto e una nuova sensazione di speranza. Scritto ed interpretato in forma di lettura scenica da Matteo Caccia, nel solco del teatro di narrazione, La maglia nera è una storia di sfondo che racconta un pezzo d´Italia attraverso la vita sportiva e umana di un ciclista, un uomo, un italiano degli anni ´50, che senza volerlo ha segnato un’epoca, un ciclismo, un’Italia. Una figura che non scomparirà mai, che con la semplice intenzione di fare la Sua storia è stato in grado di rappresentare la Storia. Quella di un paese piegato ma pieno di volontà e coraggio. Museo Della Permanente Giovedì 24 maggio 2007, ore 21. 00 Ingresso gratuito sino ad esaurimento posti Per prenotazioni: 02 324377, 02 39257055 . |
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