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Notiziario Marketpress di
Martedì 29 Maggio 2007 |
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DAL CENTRO RICERCHE DUCATI ESCE “FREEDUCK” VEICOLO IBRIDO TESTIMONIAL DEL DISTRETTO TECNOLOGICO
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Trento, 29 maggio 2007 – Business Innovation Center – Tecnofin, Via Fortunato Zeni 8, Rovereto, uno degli indirizzi dove si gioca il futuro del Trentino. Le serrande del modulo 62-63 si sollevano per svelare il risultato del lavoro di 12 giovani ingegneri ai quali il Centro Ricerche Ducati ha affidato il progetto N. E. V. E (Nuove soluzioni per gestire l’Energia nei Veicoli leggeri e per la compensazione di carichi Elettrici in ambiente industriale), un avanzato progetto di ricerca industriale per la realizzazione di un veicolo ibrido leggero, pratico, maneggevole e poco costoso (non più di 5. 000 euro) per il trasporto sostenibile in ambito urbano. Alla presentazione al Bic di Rovereto dei primi risultati del progetto a poco più di un anno dall’insediamento del Centro Ricerche Ducati Energia, sono intervenuti stamane il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai, gli assessori alla ricerca e innovazione Gianluca Salvatori e all’industria Marco Benedetti, i vertici dell’Associazione Industriali di Trento e di Tecnofin, i responsabili del Distretto Energia e Ambiente, l’assessore comunale all’industria di Rovereto Paolo Farinati. Il Presidente e amministratore delegato di Ducati Energia, Guidalberto Guidi: “Faremo di Rovereto il centro dove nasceranno i prototipi che assicureranno lo sviluppo di Ducati energia per i prossimi venti o trent’anni”. “Freeduck” – questo il nome del veicolo, provato sul campo dallo stesso presidente Dellai - non è un comune veicolo elettrico: la sua particolarità sta nel fatto che il motore endotermico di cui è dotato svolge la funzione di mantenere costantemente ottimale il livello di carica delle batterie. L’obiettivo, raggiunto, è dare una risposta al principale problema che ha finora limitato la diffusione dei veicoli elettrici, vale a dire la limitata autonomia e la scarsa praticità di rifornimento. Il piccolo motore endotermico che i ricercatori della Ducati hanno montato sul Freeduck consente, infatti, di utilizzare il veicolo sia in modalità elettrica pura (con un’autonomia di 50 chilometri con emissioni zero), sia in modalità ibrida (oltre 200 chilometri con emissioni in ogni caso ridotte). La struttura del sistema messo a punto dalla Ducati – ha spiegato Alessandro Venturoli, direttore del centro e responsabile scientifico del progetto Neve - è inoltre compatibile con evoluzioni verso l’utilizzo di carburanti alternativi (Gpl, metano, gas naturale) o verso l’uso di nuove tecnologie come le celle a combustibile (idrogeno). La realizzazione del prototipo (frutto di un progetto triennale, ma che si svilupperà anche oltre, con un budget complessivo di 5 milioni di euro, 3 dei quali messi a disposizione dalla Provincia autonoma di Trento) è la dimostrazione concreta delle potenzialità che il sistema della ricerca e dell’innovazione industriale trentino è capace di sviluppare. Non a caso a quanto si sta facendo al Centro Ricerche Ducati è particolarmente interessato il ministero dell’industria, che ha tra l’altro cofinanziato un altro progetto della Ducati, il progetto “Scenari”, per lo sviluppo di componenti per il controllo dei motori endotermici con nuovi approcci battery-less, in altre parole senza batteria. “Fra i motivi che hanno determinato, poco più di un anno fa, la scelta di localizzare il centro in Trentino – ha affermato Guidi, svelando di aver inizialmente pensato ad altra sede e di essere stato poi convinto ad optare per il Trentino dagli assessori Salvatori e Benedetti e dallo stesso presidente Dellai – hanno prevalso la dinamicità e la sensibilità del mondo istituzionale della Provincia autonoma di Trento sui temi dell’innovazione, dello sviluppo industriale e della tutela ambientale, testimoniata da una forte politica d’incentivazione della ricerca e dalla disponibilità di infrastrutture dedicate quali il centro Tecnofin di Rovereto”. Tutto ciò non sarebbe però bastato se non vi fosse anche la presenza dell’Università di Trento, definita dalla Ducati “un partner ottimale per la ricerca avanzata”. La Ducati – lo ha ricordato l’assessore Salvatori – è stata la prima impresa che ha accolto l’idea del Distretto tecnologico nel settore delle tecnologie ambientali ed energie rinnovabili, con un progetto che interpreta ciò che la manifattura italiana diventerà nei prossimi anni. Discorso di stretta attualità in particolare per la Vallagarina, il cui comparto industriale sta vivendo sulla propria pelle (l’ultimo atto è la chiusura della Manifattura Tabacchi) quei processi di riconversione e rigenerazione del sistema produttivo connessi alle dinamiche di sviluppo oggi presenti in ogni parte del pianeta. “Questo progetto – ha aggiunto l’assessore all’industria Benedetti – dimostra quanto il Trentino sia oggi competitivo”. E proprio alla rigenerazione del sistema produttivo locale ha fatto riferimento il presidente Dellai: “In Trentino nascono cose nuove e s’incominciano a vedere i risultati degli investimenti fatti, cosa non sempre scontata, abbiamo seminato bene e molto. Questo innovativo veicolo è un messaggio di fiducia. Abbiamo però avuto anche la fortuna d’incontrare, con Guidalberto Guidi, un rappresentante di un’ottima imprenditoria. Ora dobbiamo far sì che in Vallagarina e a Rovereto questo nuovo modo di essere industria si esemplifichi e si radichi”. L’auspicio, insomma, è che altre industrie innovative e capaci di fare ricerca avanzata guardino al Trentino come ad un territorio accogliente e favorevole, più di altri, allo sviluppo di progetti d’avanguardia. “Il Trentino – ha concluso Gianfranco Pedri, presidente di Assindustria Trento – sarà all’altezza di queste sfide. Ducati Energia è un esempio che siamo orgogliosi di ospitare”. . |
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