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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Giugno 2007
 
   
  PRESENTATI I RISULTATI DEL PROGETTO D4 E LO STUDIO DELL’IRES SULL’INNOVAZIONE E LA RICERCA IN FRIULI VENEZIA GIULIA

 
   
   Trieste, 21 giugno 2007 - Si è conclusa con successo la seconda fase del Progetto D4, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia e volto al miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico. Grazie ai 2. 030. 000 Euro a disposizione per il triennio 2005-2007 sono stati messi in campo ben 163 interventi individuali per laureandi, laureati e ricercatori. Nel dettaglio, l’associazione temporanea d’Imprese che ha gestito il Progetto (Area Science Park capofila, Agemont - Agenzia per lo Sviluppo Economico della Montagna S. P. A. ; Cres - Centro Regionale Servizi per la piccola e media industria S. P. A. ; Dgr Consulting S. R. L. ; Ires Friuli Venezia Giulia - Istituto di Ricerche Economiche e Sociali; Università degli Studi di Trieste; Università degli Studi di Udine) ha erogato 36 assegni di ricerca, finanziato periodi di studio e di lavoro all’estero per 44 ricercatori (mobilità in uscita), attratto in Friuli Venezia Giulia 28 ricercatori dal Sud Italia e da oltre confine (mobilità in entrata) e promosso 55 tesi sperimentali. L’assessore regionale Roberto Cosolini ha annunciato il rifinanziamento del Progetto per il periodo 2007-2013, indicando le tre direttrici principali di intervento: azioni volte ad elevare il tasso qualitativo delle risorse umane nelle imprese; l’attrazione di talenti in Friuli Venezia Giulia; la promozione dell’imprenditorialità innovativa. L’attività del D4 si è caratterizzata anche per gli studi e le analisi delle attività di Ricerca e Sviluppo compiute in regione, utile premessa alla definizione delle strategie e delle politiche da adottare in futuro. In particolare sono stati presentati in anteprima questa mattina in Area Science Park i risultati dello studio intitolato “Scoreboard regionale dell’innovazione e della ricerca - Friuli Venezia Giulia 2007” realizzato dall’Ires (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali), che ha fatto un’analisi comparata delle variabili chiave relative alla ricerca e all’innovazione riferite a venticinque regioni europee appartenenti a Italia (otto in tutto, Nord più Lazio e Toscana), Austria, Germania (Baviera) e alla Slovenia nel suo insieme. Lo studio ha preso in considerazione undici indicatori, cinque relativi alle risorse umane e sei alla creazione di conoscenza. Il Friuli Venezia Giulia, in base all’Indice scientifico dell’innovazione, si classifica complessivamente quinto in graduatoria a livello nazionale (dopo Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e prima di Toscana, Liguria e Veneto) e diciassettesimo rispetto alle venticinque aree considerate in Europa. Il divario italiano nell’insieme è netto rispetto a realtà leader come la Baviera, ma in questo contesto la nostra regione risulta ben qualificata quanto a presenza della ricerca di base e a capacità di gestire progetti europei. Tre indicatori fortemente correlati quali spesa pubblica in Ricerca e Sviluppo, competitività nei progetti europei e pubblicazioni scientifiche collocano il Friuli Venezia Giulia ai vertici in ambito nazionale e in posizione avanzata a livello europeo. Sconta invece una certa difficoltà la struttura industriale regionale nello sfruttare l’alto potenziale rappresentato dalla ricerca di base, da cui discende la necessità di rafforzare il collegamento tra mondo produttivo e sistema scientifico, anche attraverso approcci culturali nuovi da parte sia dei ricercatori che degli imprenditori. Passando a qualche dato, gli addetti alla ricerca e sviluppo in Friuli Venezia Giulia calcolati su base Istat (2000-2004) segnano una percentuale del 3,5 per mille abitanti, superiore alla media italiana (2,8). Un elemento di criticità deriva dall’istruzione post secondaria in campo scientifico tecnologico, in cui la regione risulta penultima, con una percentuale dell’8% in rapporto alla popolazione compresa nella fascia di età 25-64 anni (anno 2006). Gli occupati nel manifatturiero ad alta e medio-alta tecnologia, con un dato del 9,01% sul totale della forza lavoro risultano nel 2006 superiori alla media europea (6. 71%). Va rilevato al riguardo che dal calcolo dei settori a tecnologia medio alta è esclusa la cantieristica, il che penalizza la valutazione della performance regionale. Risulta inferiore alla media, invece, il dato degli occupati nei servizi ad alta tecnologia con 2,54% contro 3,35 a livello europeo. Molto simile al trend europeo è il dato della percentuale di spesa pubblica in Ricerca e Sviluppo rispetto al prodotto interno lordo regionale (0,61% contro 0,68 Ue), migliore della Lombardia e inferiore, in Italia, solo a Lazio e Toscana. Di converso risulta molto bassa la percentuale delle spese intra-muros per ricerca e sviluppo delle imprese pubbliche e private con 0,46%. Elevata è la competitività sui progetti europei e la produttività scientifica indicata dal numero di pubblicazioni: in entrambi questi parametri la regione risulta quarta in graduatoria tra le venticinque regioni del campione. Risultano di molto sotto la media europea i brevetti presentati allo European Patent Office (Epo) nel 2002, in particolare quelli hi-tech: 5,88 per milione di abitanti contro il 24,54 della media europea Lo studio dell’Ires ha poi preso in considerazione alcuni ulteriori indicatori quali le esportazioni hi-tech, dove il Friuli Venezia Giulia risulta nel 2005 all’ultimo posto tra le otto regioni italiane considerate (5,1% contro una media nazionale del 10,3%), e gli investimenti in venture capital in rapporto al Pil regionale, in cui il Friuli Venezia Giulia risulta ai primi posti in Italia con Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Alcune indicazioni conclusive emerse dallo studio sottolineano che, da una parte, in Friuli Venezia Giulia esiste un buon livello di offerta pubblica di ricerca e tecnologia, dall’altra, la domanda è data a maggioranza da piccole e medie imprese. Esistono diversi organismi di interfaccia per fare incontrare domanda e offerta, ai quali si devono affiancare sempre più gli atenei regionali. Appare fondamentale promuovere l’investimento in ricerca e sviluppo nelle imprese private e sostenere il trasferimento tecnologico da parte dei centri di ricerca pubblici, anche per la creazione di nuove imprese hi-tech. In proposito si può affermare che la recente Legge Regionale 26/2005 su innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico, almeno in potenza appare in grado di imprimere un impulso significativo in questo senso. L’elemento delle risorse umane, infine, va potenziato ed è uno dei campi in cui sono maggiori le probabilità di incidere, anche grazie ad esempi positivi come il Progetto D4. .  
   
 

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