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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Giugno 2007 |
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NANOTECNOLOGIA: ABBIAMO INVESTITO NELLA RICERCA, DOVE SONO LE APPLICAZIONI?
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Bruxelles, 25 giugno 2007 - Le dimensioni sono minuscole, il potenziale enorme. Tuttavia, se l´Europa vuole sfruttare tutte le possibilità offerte da nanoscienza e nanotecnologia, i risultati della ricerca devono uscire dal laboratorio e tradursi in applicazioni industriali. Le applicazioni industriali sono il tema della terza edizione dell´Euronanoforum, che quest´anno si svolge a Düsseldorf (Germania). Il 18 giugno, durante la plenaria di apertura, il sottosegretario di Stato del ministero federale tedesco dell´Istruzione e della ricerca, Thomas Rachel, ha dichiarato che il mercato dei prodotti nanotecnologici varrà 1 Mrd Eur nel 2015. Thomas Rachel ha sottolineato che le nanotecnologie possono offrire risultati superiori a quelli del semplice successo economico. Operare a livello di nanoscala può consentire di individuare soluzioni a problemi globali di notevole entità, tra cui il cambiamento climatico e le malattie. Medicazioni antimicrobiche per le ferite, un materiale nuovo e più leggero per le turbine eoliche, sistemi mirati di somministrazione dei farmaci, batterie ad alta efficienza, un rilevatore di gas e un dispositivo per individuare rapidamente la causa dei dolori al petto: sono solo alcune delle applicazioni del futuro citate durante la prima giornata della conferenza di tre giorni. Ma i risultati di questa ricerca all´avanguardia si stanno traducendo in soluzioni industriali? Alcuni sì e altri no, secondo Renzo Tomellini, capo dell´unità Nanotecnologie e nonoscienze della Commissione europea. Intervistato dal Notiziario Cordis, ha dichiarato che determinati segmenti, quali la nanoelettronica, stanno già realizzando profitti. In altri campi, vari ostacoli stanno ritardando l´arrivo dei nanoprodotti sul mercato. Nella maggior parte dei casi gli scienziati sono ancora nella fase di introduzione della nanotecnologia nella catena di produzione, e stanno creando valore nel corso del processo, ha dichiarato Renzo Tomellini. «Non vendiamo nanotecnologia, vendiamo prodotti», ha precisato. I ritardi nell´adozione di tali prodotti possono essere ricondotti a vari fattori. Vi sono ovviamente le questioni tecnologiche (si tratta di un campo di ricerca molto nuovo). Tuttavia, tra i fattori che rallentano l´applicazione industriale dei prodotti nanotecnologici figurano la normativa o l´incertezza sull´approvazione di nuove norme, il disagio dell´opinione pubblica, la carenza di personale qualificato, una protezione insufficiente della proprietà intellettuale e le perplessità delle compagnie assicurative. «Le idee non devono restare confinate nei laboratori. Le piccole e medie imprese [Pmi] devono raccogliere le idee e svilupparle ulteriormente. Lo Stato non è in grado di farlo», ha dichiarato il sottosegretario di Stato tedesco. Tuttavia, le Pmi devono superare ostacoli particolari. È più difficile per una piccola impresa ottenere un prestito per un´iniziativa imprenditoriale di nanotecnologia, in quanto le compagnie assicurative sono preoccupate dei rischi. Anche gli investitori sono soliti esaminare la storia di un settore, un tasto dolente in un´area ancora così giovane. Secondo Thomas Rachel, è più facile aiutare le Pmi a livello regionale. Tuttavia, anche la Commissione ha determinati strumenti a disposizione. I nuovi fondi di garanzia, ad esempio, agevolano la partecipazione delle Pmi ai programmi quadro per la ricerca dell´Ue. Le Pmi che conseguono risultati migliori sulla nanoscala sono quelle che hanno ambizioni di espansione, ha dichiarato Renzo Tomellini. La nanotecnologia deve naturalmente combattere anche con i problemi che affliggono il resto della comunità scientifica: una carenza di scienziati, e in particolare di ingegneri, il mancato riconoscimento, da parte di alcuni paesi, dei diplomi conferiti in altri e la scarsa mobilità dei ricercatori tra paesi e settori. Problemi di tal genere possono essere affrontati solo attraverso la collaborazione tra industria, società e politica, ha dichiarato Thomas Rachel alla conferenza. L´elenco è stato ulteriormente arricchito da Nick Hartley, direttore di Tecnologie industriali presso la Dg Ricerca della Commissione europea, il quale ha fatto presente che se l´Europa vuole trarre vantaggio dai fondi che sta attualmente investendo nella nanotecnologia, ha bisogno dell´infrastruttura adeguata, delle risorse umane, dell´innovazione industriale e di un modo efficace di trattare i problemi sociali. La Commissione, nella sua veste di organo dalla duplice funzione («doppio cappello»), sta cercando sia di prendere le decisioni politiche giuste che di sostenerle mediante i fondi. Il piano d´azione sulla nanotecnologia pubblicato nel 2005 ha avviato la strategia, e il Settimo programma quadro (7Pq) dell´Ue, inaugurato il 1° gennaio 2007, eroga finanziamenti consistenti (3,5 Mrd Eur in sette anni). Renzo Tomellini confida nel fatto che l´Ue disponga degli strumenti per evitare quello che viene definito il «paradosso europeo», ossia il fenomeno in base al quale l´Europa investe nella ricerca, ma poi non traduce i risultati in prodotti e finisce invece per importare dall´estero le tecnologie risultanti. «Abbiamo gli strumenti per cambiare il paradigma e fare un salto di qualità», ha dichiarato Renzo Tomellini al Notiziario Cordis. Per maggiori informazioni sull´Euronanoforum di quest´anno consultare: http://www. Euronanoforum2007. Eu/ Per maggiori informazioni sulla ricerca nel campo delle nanotecnologie nel 7Pq consultare: http://cordis. Europa. Eu/fp7/cooperation/nanotechnology_en. Html . |
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