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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Giugno 2007
 
   
  UTO UGHI PER LA PRIMA VOLTA CON L’ORCHESTRA DEL TEATRO OLIMPICO IL “SUONO” CHIUDE CON IL GRANDE MAESTRO ITALIANO

 
   
   Vicenza, 27 giugno 2007 La rassegna “Il Suono dell’Olimpico” ha mostrato quest’anno tutti i colori dell’Orchestra. Per l’ultimo appuntamento saranno i colori del violino a riempire il gioiello palladiano, già tutto esaurito in prevendita. Chiusura trionfale per la presenza di uno degli artisti più amati dal pubblico, non solo italiano: per la prima volta, infatti, l’Orchestra del Teatro Olimpico ospita il maestro Uto Ughi, uno dei più grandi violinisti della nostra epoca, autentico erede della tradizione che ha visto nascere e fiorire in Italia le prime grandi scuole violinistiche, e oggi ambasciatore della cultura italiana in tutto il mondo. Il Maestro in passato si è già esibito nel teatro vicentino, ma mai con la formazione dell’Oto. Per questo cresce l’attesa di assistere al concerto di sabato 30 giugno (come di tradizione, con inizio alle ore 20, in teatro Olimpico). Sul podio, per la chiusura della stagione 2007, sarà Giancarlo De Lorenzo, direttore artistico del festival e direttore principale dell’Oto. Talento naturale, Uto Ughi debutta all’età di sette anni, e poco dopo la critica già lo riteneva un concertista artisticamente e tecnicamente maturo”. La sua carriera non ha conosciuto soste, portandolo nei più prestigiosi teatri del mondo, a suonare accanto alle orchestre più rinomate, con la direzione di maestri più grandi, come Barbirolli, Bychkov, Ceccato, Celibidache, Chung, Cluytens, Colon, Davis, Fruhbeck de Burgos, Gatti, Gergiev, Giulini, Kondrascin, Jansons, Inbal, Leitner, Lu Jia, Maazel, Masur, Mehta, Nagano, Penderecki, Pretre, Rostropovich, Sanderlin, Sargent, Sawallisch, Sinopoli, Slatkin, Spivakov, Temirkanov. Uto Ughi non limita i suoi interessi alla sola musica, ma è impegnato nella salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. In quest’ottica ha fondato di recente il festival “Uto Ughi per Roma” di cui è direttore artistico. Per i suoi meriti artistici, nel ’97 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica, e gli è stata attribuita la Laurea Honoris Causa in Scienza delle Comunicazioni, nel 2002. La Presidenza del Consiglio dei Ministri lo ha nominato inoltre Presidente della Commissione incaricata di studiare una campagna di comunicazione a favore della diffusione della musica classica presso il pubblico giovanile. Uto Ughi suona con un violino Guarneri del Gesù del 1744, che possiede un suono caldo dal timbro scuro ed è forse uno dei più bei “Guarneri” esistenti, e con uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata. Il programma della serata di apre con l’Ouverture del “Coriolano” di Ludwig van Beethoven, personaggio drammatico che ben viene reso dalla musica, con il cupo inizio che descrive il carattere orgoglioso del generale romano, vittorioso in guerra ma sprezzante nei confronti della gente comune. L’ouverture sarà un’introduzione al Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61, sempre di Beethoven, considerato oggi un capolavoro indiscusso del genere, anche se presenta dei tratti di serenità e contemplazione che erano decisamente inusuali per il compositore. Quelle che al tempo furono considerate come “anomalie” di stile del concerto si sono rivelate più tardi degli indizi di un processo di elaborazione tematica, anticipatore di certe conquiste dell’ultimo Beethoven. Presentato al pubblico nel 1806, il Concerto fu portato al successo solo nel 1844, grazie all’esecuzione del violinista Joseph Joachim e di Felix Mendelssohn. Ed è con questo musicista che si concluderà il concerto, quando l’orchestra interpreterà la Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90 detta “Italiana”, forse la più famosa sinfonia di Mendelssohn, che lui stesso definì “la cosa più gioiosa che io abbia mai fatto”, e il critico viennese Eduard Hanslick la descrisse come “ricolma di suadente incanto, di inebriante profumo di fiori”. Essa venne concepita nel 1831, durante un soggiorno italiano del compositore, e completata nel 1833. Eppure, l’autore espresse in vita molti dubbi sull’efficacia di questo primo movimento, tanto che la Sinfonia rimase inedita sino alla morte del compositore, nel 1847. L’orchestra, nel concludere la tradizionale rassegna di primavera in Olimpico, saluta il pubblico vicentino dando un appuntamento per le date estive, tutte pubblicate sul sito www. Orchestraolimpicovicenza. It, e per un prossimo autunno ricco di importanti eventi. .  
   
 

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