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Notiziario Marketpress di
Martedì 03 Luglio 2007 |
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CREATIVITÀ DELLA RICERCA AL MICROSCOPIO
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Bruxelles, 3 luglio 2007 - Piccoli gruppi di lavoro, ambienti di lavoro flessibili dove i ricercatori di diversi gruppi possono interagire l´uno con l´altro, finanziamenti a lungo termine e lavori amministrativi ridotti: questi sono solo alcuni dei prerequisiti per la creatività della ricerca, secondo una relazione pubblicata nel quadro di un progetto finanziato dall´Ue. Lo studio Crea (Capacità creative e promozione di una ricerca altamente innovativa) ha condotto un´indagine sugli esperti nel campo delle nanotecnologie e della genetica umana per individuare alcuni dei risultati più creativi degli scienziati europei e statunitensi. Tra oltre 400 candidati sono stati selezionati per lo studio 20 gruppi di ricerca altamente creativi. Attraverso le interviste con i singoli ricercatori di questi gruppi, l´équipe dello studio è stata in grado di esaminare attentamente i loro ambienti di lavoro e di identificare i fattori organizzativi e istituzionali che influiscono sulla loro creatività. Lo studio ha rivelato che la ricerca scientifica creativa ha luogo prevalentemente in piccoli gruppi composti da due fino a otto scienziati che conducono il loro lavoro su base competitiva, ma in collaborazione con numerosi altri gruppi. «Le dimensioni dei gruppi di ricerca dovrebbero essere considerate come un importante obiettivo di gestione per un´efficace governance della ricerca, in particolare in nuovi settori della ricerca e nella ricerca di frontiera», si legge nello studio. Gli ambienti della ricerca non dovrebbero essere organizzati in modo gerarchico così da incoraggiare un dialogo aperto e promuovere la creatività, in particolare tra i giovani scienziati. Altro fattore importante è l´ambiente di lavoro che, secondo lo studio, dovrebbe essere organizzato in modo tale da fornire ricche opportunità di contatto con altri gruppi di ricerca che hanno interessi di ricerca complementari. Per promuovere questa interazione, lo studio suggerisce di istituire ricompense tra unità che si occupano di ricerca di base, rotazioni del personale di laboratorio, formazione incrociata e seminari e scambi tra le unità. L´organizzazione degli spazi, come la destinazione degli uffici, lo spazio per i giovani ricercatori, gli atrii, le caffetterie o le strutture di laboratorio, nonché l´organizzazione delle attività sociali quali le pause pranzo, possono inoltre incoraggiare opportunità di comunicazione oltre i confini, le classi e le discipline dipartimentali. Non sorprende che dallo studio risulti che la creatività prospera quando vengono forniti finanziamenti sufficienti e a lungo termine. Purtroppo, le agenzie di finanziamento della ricerca offrono soltanto, se lo fanno, un´infima parte dei loro bilanci complessivi alla ricerca «non convenzionale». Quando viene finanziato questo tipo di ricerca, le risorse spesso non durano oltre i tre anni, ossia, secondo lo studio, un periodo troppo breve per promuovere la ricerca d´avanguardia. Al fine di incoraggiare una maggiore creatività, lo studio invita le agenzie ad accrescere gli importi dei finanziamenti e la loro durata (fino a cinque anni) per la ricerca di frontiera. Lo studio raccomanda altresì di premiare la creatività offrendo nuove opportunità scientifiche anziché carichi supplementari di lavoro amministrativo. Gli scienziati sono spesso premiati per l´eccellenza del loro lavoro con un ampliamento del gruppo di ricerca, con l´assegnazione della responsabilità di un istituto di ricerca o diventando esperti nazionali in varie commissioni. Queste ricompense, tuttavia, hanno un effetto avverso, afferma lo studio, poiché impediscono a questi scienziati di fare quello che sanno fare meglio, ossia la ricerca e il mentoring. Sono pertanto richiesti ulteriori sforzi per offrire ai migliori scienziati nuove ricompense che potenzino la ricerca e che consentano loro di concentrarsi su di essa. Lo studio raccomanda un ulteriore sviluppo dei sistemi di ricompensa per i migliori ricercatori, che consentano loro di restare attivamente coinvolti nella ricerca, agendo da tutori e offrendo ispirazione ai colleghi meno esperti, senza diventare amministratori di grandi dipartimenti o essere oberati da procedure di routine legate alla gestione istituzionale. Lo studio Crea è stato finanziato nel quadro del programma «Scienze e tecnologie nuove ed emergenti» (Nest) del Sesto programma quadro (6Pq). Si auspica che le raccomandazioni dello studio vengano messe in atto attraverso la politica europea della ricerca. Per ulteriori informazioni visitare: https://www. Crea. Server. De/ . |
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