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Notiziario Marketpress di
Giovedì 05 Luglio 2007 |
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LULÙ, UNA FARFALLINA DA 12 MILIONI DI 12 MILIONI DI EURO
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Ha raggiunto i 12 milioni di euro fatturati annui dopo solo tre anni dall’inizio dell’attività con un marchio di calzature per bambina: Lulù. Una forte identità di marca -la farfallina gialla ormai divenuta un simbolo gioioso per le piccole consumatrici italiane- e una produzione made in China che consente di abbattere i costi del 40% rispetto ai competitori, sono il binomio che ha consentito a Frog International, titolare del marchio Lulù, di spiccare il volo. A un mese dalla chiusura della campagna vendita per il prossimo inverno, Frog International, che oltre a Lulù ha in portafoglio la licenza di Replay&sons Footwear per un totale di 3 milioni di euro fatturati nel 2006, prevede ricavi pari a 18 milioni di euro nel complesso per il 2007. Nata nel 2003, Frog ha messo a segno 4,5 milioni di euro il primo esercizio, raddoppiandoli il secondo e chiudendo il terzo, ovvero il 2006, a oltre il triplo del fatturato iniziale. Con un progetto ambizioso: concepire una linea abbigliamento a marchio Lulù. Il successo delle piccole felpe con il logo ben visibile sul davanti o dei cappellini di paillettes proposti la scorsa stagione ha indotto il titolare nonché fondatore di Frog, Valter Cappelli, a spingere l’acceleratore sullo sviluppo del brand, seppur “con prudenza e facendo i passi necessari uno dopo l’altro”. Del resto Cappelli conosce il mercato della calzatura bimbo da trent’anni, avendolo vissuto in veste di venditore e direttore commerciale, prima della decisione di aprire le ali da solo nel 2001, dando vita a Lulù. Il concetto e l’estetica del marchio Lulù fanno capo agli uffici italiani che a maggio si trasferiranno all’interno di un prestigioso palazzo settecentesco di 950 metri quadrati nel centro storico di Viareggio. Oltre agli uffici il palazzo ospiterà anche un factory outlet. “Abbiamo venduto 790 mila paia lo scorso anno, con l’obiettivo di arrivare a 900 mila a chiusura 2007”- dichiara Cappelli. Una piccola parte di produzione è tornata in Italia: in particolare, si tratta di sandalini per la linea baby, che Lulù ha concepito di recente per i numeri dal 20 al 26 con la massima attenzione all’aspetto ergonomico della calzatura. Contrafforti rigidi di rinforzo sulla caviglia, massima flessibilità della suola sono elementi tecnici che si fondono con il design vivace e rispettoso delle tendenze moda per dare vita a una linea capace di unire allegria e affidabilità. “Non costruiamo una scarpina ortopedica ma certo ad essa ci ispiriamo per conciliare il benessere del bambino a un’estetica grintosa”- conferma il titolare. Anche sul resto della collezione Lulù manifesta una spiccata attitudine a elevare il livello qualitativo: ogni scarpa ha solette in pelle per la traspirabilità e i materiali utilizzati sono in gran parte naturali. In Italia, prossimamente, verrà trasferito il 10% della produzione complessiva. Al miglioramento del prodotto corrisponde, in parallelo, una rinnovata strategia distributiva: a marchio Lulù hanno appena aperto due corner a Catania e Bari, con il fine di arrivare a 30 corner nel 2007 e a 100 entro in 2008. Le superfici che li ospitano saranno negozi specializzati con un’area espositiva superiore ai cento metri quadri. Attualmente, il parco clienti di Lulù annovera un migliaio di punti vendita solo in Italia e da un paio di stagioni anche i mercati di Benelux, Spagna, Grecia supportati da una pianificazione televisiva, stanno segnando risultati brillanti. In più, il marchio della farfallina si affaccia alle grandi catene di distribuzione del Far e Middle East, nonché a mercati floridi come quelli dei paesi Arabi. Il progetto abbigliamento segue la filosofia Frog: un occhio puntato alle tendenze, prezzi competitivi e la forza di un marchio che ha già fatto proseliti. “Secondo una stima iniziale, l’abbigliamento Lulù potrebbe portarci altri 10 milioni di fatturato”- chiosa Cappelli. A supporto dello sforzo produttivo, come sempre, un massiccio investimento pubblicitario: nel 2006 la spesa in comunicazione è stata pari al 18% del fatturato Lulù. . |
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