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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Settembre 2007 |
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LEGGE PHONE CENTER, INFONDATE CRITICHE ANTITRUST NICOLI CRISTIANI E BONI: TUTELATA LA SALUTE DI TUTTI I CITTADINI REGOLE NORMALI PER PUBBLICI ESERCIZI,NESSUNA LESIONE CONCORRENZA
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Milano, 5 settembre 2007 - La Regione Lombardia difende la sua legge sui phone-center e respinge entrambe le obiezioni dell´Antitrust: primo, non è vero che vengono imposte distanze minime tra gli esercizi; secondo: le norme igienico sanitarie sono le stesse degli esercizi pubblici. Insomma, nessuna lesione della concorrenza. "La nostra è una legge - ricorda l´assessore regionale al Commercio Franco Nicoli Cristiani - votata a larga maggioranza, con anche l´astensione delle principali forze del centro sinistra - che ha colmato un vuoto normativo insostenibile e che applica a queste realtà (2000 in Lombardia) norme perfettamente in linea con quelle richieste agli esercizi pubblici. Sono disposizioni oggettive, ragionevoli e che valgono per tutti: non discriminano gli operatori, non limitano la concorrenza creando posizioni privilegiate e non distorcono in alcun modo la concorrenza stessa". "Credo che la normativa sui phone center - gli fa eco l´assessore regionale al Territorio, Davide Boni - non sia affatto restrittiva o leda alcun diritto. Prima dell´entrata in vigore di questa legge, le attività commerciali di questo tipo non erano in alcun modo regolamentate: noi abbiamo dato regole certe anche dal punto di vista sanitario, concedendo peraltro la possibilità ai singoli comuni di regolamentarne l´apertura coerentemente con le esigenze del territorio. Credo che nessuno possa biasimare la volontà dimostrata dalla giunta regionale lombarda di legiferare in modo da dare norme certe a servizio dei cittadini e di tutti i consumatori finalizzate al ripristino della legalità sul territorio". Programmazione E Distanze Minime - Per quanto riguarda invece i i presunti elementi di programmazione quantitativa espressi dalla legge regionale, la nota osserva che "in nessun passo della normativa è previsto un contingentamento numerico e una relativa pianificazione quantitativa, né sono previste distanze minime o altre forme di limitazione quantitativa dell´accesso o della permanenza sul mercato degli operatori. Non si comprende pertanto come possa l´Authority affermare semplicemente che la norma esprima una programmazione quantitativa e limiti quantitativi. Requisiti Igienico-sanitari - L´obiezione principale dell´Antitrust riguarda i requisiti igienico sanitari. Requisiti che la Regione ritiene giusti e necessari. "Era già stato specificato - spiega una nota mandata all´Antitrust già in maggio - che i requisiti richiesti erano e sono in linea con quelli previsti per altre tipologie di esercizi che prevedono una permanenza, seppur breve, di persone. Infatti l´utenza dei centri di telefonia in sede fissa è costituita da persone che stazionano all´interno e nei pressi di tali esercizi, sia per ragioni connesse al funzionamento del servizio telefonico, date le differenze di fuso orario e le necessità di calibrare e attendere i momenti di contatto telefonico, sia perché tali esercizi fungono non di rado da luoghi di ritrovo per le persone che usano fruire di questo tipo di servizi". In gioco, per la Regione, la salute sia degli utenti che dei cittadini in generale. Infatti "tali peculiarità riverberano i propri effetti non solo all´interno dei phone center, ma anche nell´ambiente esterno e nella prossimità urbana degli stessi (strade, piazze e marciapiedi) con l´esigenza quindi di servizi e misure igienico-sanitarie adeguate. Si tratta cioè di garantire esigenze primarie che, regolamentando alcuni aspetti fortemente avvertiti dalla popolazione residente e dall´utenza, evitino l´impatto negativo che la proliferazione di tali attività, priva di qualsiasi qualificazione e requisito, ha avuto nei confronti dell´ambiente urbano e sociale locale". "C´è quindi da chiedersi - prosegue la Nota - se l´Antitrust, quando ritiene sproporzionate e prive di impatto sulla qualità del servizio le previsioni formulate nella legge regionale (che non si limitano a questo ma prevedono anche requisiti minimi in materia di ampiezza delle cabine telefoniche, corridoi di transito, spazi per l´attesa, ecc. ) abbia ben valutato gli elementi che caratterizzano questi esercizi e il loro impatto sul territorio. " C´è quindi da chiedersi se per l´Antitrust, in questo caso, la salute dei cittadini non conta. Ma, conclude Boni: "Mi dispiace per l´Antitrust ma sono convinto che questa norma non vada in alcun modo modificata". . |
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