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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Settembre 2007
 
   
  MALATTIE CRONICHE AL FEMMINILE A CHI NON PIACE IL MARE D’ESTATE?

 
   
  Milano, 5 settembre 2007 - Tra le malattie ignorate esce allo scoperto una patologia tutta femminile – la vulvodinia - ancora da studiare, e potrebbe non essere affatto rara. L’associazione Italiana Vulvodinia Onlus ne promuove la diagnosi precoce. Cos’è - Ci sono alcune patologie poco conosciute anche fra i medici e quindi di difficile diagnosi, ci sono malattie croniche con cure da sperimentare e non standardizzate, ci sono disturbi fisici che creano disagi psicologici e problemi relazionali. Tutto questo è ciò che accade alle donne affette da vulvodinia. Stiamo parlando di una patologia che colpisce il genere femminile prevalentemente in età fertile (20-40 anni) con disturbi che vanno dall’impossibilità ad avere rapporti sessuali, a non poter indossare pantaloni aderenti. Non si conosce la causa, ma la vulvodinia può insorgere in qualsiasi momento e durare, con fasi alterne di miglioramento e relativo benessere se curata, per sempre. La scarsa conoscenza del problema comporta difficoltà di diagnosi con la conseguenza che il dolore e il disagio tendono a radicarsi, complicandone il decorso e la risoluzione. Le difficoltà estive - Proprio per le limitazioni imposte dalla vulvodinia, non è agevole indossare un costume da bagno, così come diventano irritanti molti abiti a causa del caldo. Purtroppo, però, l’acqua non concede refrigerio: in piscina il cloro costituisce una barriera insormontabile, mentre in mare il sale diventa irritante. E così alcuni piaceri tipici delle vacanze estive sono preclusi a molte donne, ma a quante? Le dimensioni del problema - Il primo studio epidemiologico americano sulla vulvodinia risale al 1991 ma ancora oggi non ne esistono in Europa né in Italia, lasciando in ombra le dimensioni del problema e molte sue implicazioni, da quelle più pratiche, legate all’uso di prodotti specifici per l’igiene o all’assunzione di alimenti potenzialmente irritanti, a quelle di natura psicologica, legate alla gestione dei rapporti interpersonali, alla ricerca di un partner e alla conduzione di una vita familiare normale e completa. E’ nata un’Associazione specifica - Dall’esperienza di alcuni ginecologi e dalla determinazione di alcune donne - pazienti e non - che hanno scelto di impegnarsi per far conoscere la propria realtà per aiutare altre donne ad arrivare, almeno, a una diagnosi corretta in tempi brevi, è nata nel 2006 l’Associazione Italiana Vulvodinia Onlus, Aiv. Scopo dell’Associazione è far conoscere la patologia per aiutare pazienti e medici a individuarla e curarla, per dare strumenti utili alle donne che ne soffrono per parlare, confrontarsi e superare le difficoltà, per iniziare a studiarla con costanza e metodo, partendo dalla rilevazione dell’entità del problema e delle terapie efficaci. Nel tempo, l’Aiv vuole diventare punto di riferimento in Italia per chi ha difficoltà di diagnosi e cura, per i ginecologi che non hanno avuto modo di approfondire la materia, per la comunità scientifica che può intervenire in questo caso - come in molti altri in passato -, risolvendo un problema che è personale e familiare allo stesso tempo. E’ possibile migliorare e avere una vita normale, arrivare ad avere figli, potersi dimenticare del problema, ma solo dopo averlo identificato, affrontato con tutti i metodi oggi noti, e aver compiuto il proprio percorso di cura e attenzione a se stesse. I servizi dell’Associazione - I modi per aiutare l’Associazione sono tanti, ma anche quelli per essere aiutati, basta visitare il sito www. Vulvodinia. Org e scoprire che già aver modo di parlare, di confrontarsi e di essere seguiti in modo appropriato costituisce un passo importante e necessario verso una migliore qualità di vita. Anche durante i mesi estivi il forum e gli specialisti dell’Aiv saranno a disposizione delle donne che cercano una risposta. .  
   
 

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